L’acne può essere classificata come una malattia della pelle che prevede un processo infiammatorio del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea ed è spesso caratterizzata dalla presenza di pustole, cisti o papule che, in determinati casi cronici, possono addirittura trasformarsi in vere e proprie cicatrici.

Indice Guida Gratis:
L’acne cos’è e cosa lo provoca
Le zone del corpo in cui l’acne maggiormente si manifesta sono, oltre che il viso, anche il collo, il torace e la schiena, potendosi spesso aggravare in seguito a forti stress emotivi.
La massima insorgenza di tali eruzioni cutanee si verifica sia per i maschi che per le femmine in età adolescenziale, anche se in casi eccezionali la malattia può protrarsi anche fino ai 30 anni a causa di predisponenti etnici o genetici (anche sé di per se l’acne non risulta essere, di norma, ereditaria).

Tra i fattori di rischio proposti dagli studiosi, oltre ovviamente all’età, sono anche menzionati i fattori climatici. Si è osservato, infatti, che il fenomeno diminuisce notevolmente durante il periodo estivo, probabilmente a causa dei raggi ultravioletti che seccano e riducono la quantità di sebo prodotta dalla pelle.
Altri fattori scatenanti sono da ricercare anche nel fumo di sigaretta, l’iperinsulinismo (anche se queste ultime due ipotesi non sono pienamente accettate) o l’utilizzo di farmaci come il cortisone.
Inoltre ulteriori cause risultano essere la presenza di cisti alle ovaie (patologia che determina un’alterazione dell’equilibrio ormonale, che incide su un’attività accresciuta degli androgeni e, quindi, di conseguenza del sebo. L’acne, cioè, è caratterizzato da una problematica qualitativa, e non qualitativa, degli androgeni), ma anche l’utilizzo di alcuni cosmetici piuttosto che dall’inquinamento ambientale.
Non vi è alcuna correlazione rispetto ad altre variabili quali il sesso, l’etnia, l’igiene o la dieta.
Come curare l’acne
I trattamenti da adottare contro l’acne, ovviamente variano in base alla gravità della situazione del paziente e in base al grado di diffusione della malattia. In generale, e soprattutto per quelle forme più lievi, i trattamenti farmaceutici sono non tanto sconsigliati, ma ad essi sono preferiti i trattamenti naturali che sono sicuramente meno aggressivi.
In tutti i casi comunque l’obiettivo del trattamento è quello di ridurre la quantità di batteri e di acidi grassi sottocutanei e di contenere l’eccessiva crescita delle cellule che tappezzano i dotti ghiandolari ed eliminare i punti bianchi nelle pustole e nelle papule. Fino ad un certo punto, come già detto in precedenza, l’acne può essere tenuta sotto controllo anche semplicemente utilizzando rimedi naturali come impacchi alle erbe, maschere all’argilla o trattamenti termici con ghiaccio e vapore.
Si può usare anche una saponetta allo zolfo che fa seccare i brufoli, ma per un periodo di tempo non inferiore ad una settimana.
Un ulteriore metodo per esfoliare e rigenerare gli strati dell’epidermide in superficie ed in profondità è il peeling chimico, attraverso il quale si applicano sulla pelle una o più sostanze che aiutano il processo di eliminazione dell’acne. Il processo di peeling se ben applicato in profondità e se ben applicato, può anche portare con il tempo ad una cura definitiva della malattia, attenuando o eliminando eventuali discromie pigmentarie. Un’ultima tecnica è quella del micropeeling, attraverso la quale, tutte le sere sulle zone infette, si friziona una lozione gliceroalcolica.
Di fondamentale importanza è non schiacciare i brufoli o i punti neri, perché in questo modo non si fa altro che provocare un allargamento dell’infiammazione aumentando al possibilità di formare delle cicatrici; ma anche nelle donne evitare un trucco pesante, prediligendo cosmetici naturali leggeri e preferibilmente non molto grassi (usare il fondotinta è utile per coprire le zone facciali più colpite).