Le parole rappresentano per tutti un impagabile tesoro: è, infatti, attraverso di esse che noi possiamo esprimere tutto ciò che siamo e proviamo ed iniziamo a farlo sin dall’età infantile. Ma cosa accade se qualcosa nella comunicazione non va per il verso giusto?
La balbuzie è un problema verbale di tipo relazionale che può rendere molto complessa l’infanzia di un bambino.
Se vi trovate nella condizione di avere a che fare con un bambino che soffre di questo disturbo potreste avere difficoltà a capire quale sia il modo migliore per approcciarvi a lui per aiutarlo nella maniera migliore.
Questa piccola guida cercherà di fornirvi qualche utile consiglio:
Indice Guida Gratis:
Bambini che balbettano, come aiutarli ?
– Primo approccio: Non date troppa importanza alla faccenda.
Se vi rendete conto che vostro figlio o qualsiasi altro bambino con cui per una ragione o per un altra siete in relazione (sia esso un nipotino, un cuginetto, un alunno) inizia ad avere problemi nell’esprimersi fluentemente, nel parlare correttamente, non fatene subito un dramma!
Cercate di prendere il problema con leggerezza senza caricare il bambino di inutili ansie.
Sentire difatti la vostra preoccupazione non farebbe che acuire la sua frustrazione.
E le tanto sospirate parole avrebbero sempre più difficoltà ad uscir fuori.

– Imparate a parlar poco ed ascoltare molto.
Il bambino è nel mezzo di un discorso che sembra non riuscire a finire mai?
Sebbene potreste credere (a torto) di fargli un piacere aiutandolo a concludere la sua argomentazione, in realtà completare le frasi al posto suo non farà altro che far crescere dentro lui un forte senso di incapacità ed inadeguatezza.
Anticipare la conclusione delle sue parole (conclusione che lui con tanta fatica sta cercando di esprimere) non farebbe altro che bloccare il processo di comunicazione.
Ed un’interruzione tanto brusca potrebbe essere anche molto deleteria per il bambino. Occorre invece riscoprire l’immenso valore dell’ascolto.
Imparate ad ascoltare davvero ciò che il bambino ha da dirvi.
Può sembrare semplice, ma se si riflette sulla grande differenza che intercorre tra il mero “sentire” ed un “ascoltare” con partecipazione ci si rende presto conto di come facile non sia.
Dovete cercare di avvicinarvi al vostro piccolo interlocutore ancor prima che con l’udito col cuore: lui lo percepirà e ve ne sarà grato.
– Parola d’ordine: Comprensione!
La cosa fondamentale è cercare di partecipare emotivamente al disagio del bambino, non già per aumentare le sue insicurezze quanto per non farlo sentire mai solo.
Fondamentale è inoltre evitare alcuni errori fatali: in primis non parlare come se il bambino non avesse coscienza del proprio problema. Il bambino è infatti estremamente consapevole della sua balbuzie e per questo sottolinearla anche indirettamente è assolutamente fuori luogo. E’ per questo fortemente sconsigliato dare indicazioni al bambino su come parlare mentre lo sta facendo: i suggerimenti inutili non fanno che aumentare l’ansia in modo o. Al contrario rafforzate nel bambino i sentimenti positivi di quando si esprime con chiarezza: complimentatevi pure ma sottolineate soprattutto la qualità del contenuto piuttosto che della mera forma.
– Valutare la possibilità di rivolgersi ad uno specialista.
Se il problema non accenna a migliorare pensate seriamente all’opzione di rivolgervi ad un esperto di problemi del linguaggio (assicurandovi sia competente).