Il certificato di matrimonio ( da non confondere con l’estratto di matrimonio, documento che, invece, riporta notizia della data e del luogo di celebrazione dello stesso e può essere rilasciato dagli Uffici del Comune presso cui il matrimonio è stato registrato o trascritto.
Basta quindi recarsi presso l’Uffici o Anagrafe dove è stato registrato il matrimonio e farne richiesta.
E’ opportuno ricordare che la validità di questo certificato è comunque di 6 mesi dalla data del rilascio.
Il certificato e l’atto di matrimonio possono anche essere autocertificati, basterà compilare l’apposita modulistica che l’impiegato dell’Ufficio Comunale ci consegnerà.
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Chi può chiedere il certificato di matrimonio?
Può essere richiesto da uno dei due coniugi che hanno contratto il matrimonio, ma anche da altra persona, purché quest’ultima dimostri la conoscenza certa dei dati dell’intestatario del certificato ( da non confondere con l’estratto di matrimonio, documento che, invece, oltre a contenere oltre ai dati del certificato, riporta anche altri elementi significativi relativi all’atto come, per esempio,il regime patrimoniale che vincola i coniugi o eventuali modifiche dell’unione quali divorzio o annullamento del matrimonio medesimo).

Alcuni comuni italiani ultimamente offrono la possibilità di richiedere on line alcune certificazioni, tra cui appunto quella di matrimonio.
La procedura solitamente è molto semplice, basta raggiungere il sito del Comune, selezionare la sezione “richiedi certificazioni” e compilare il form che ci viene proposto.
I tempi di attesa variano da ufficio a ufficio, normalmente in pochi giorni è possibile andare a ritirare il documento presso l’Anagrafe Comunale; alcuni comuni come quello di Torino tra le diverse opzioni presentano anche quella di farsi inviare il certificato a casa con un piccolo costo di spedizione.
Tutto questo vale per i matrimoni celebrati in Italia o all’estero, ma fatti poi trascrivere in Italia.
Uso dell’atto di matrimonio
Quando si richiede copia del certificato di matrimonio bisogna anche indicarne l’uso che ne verrà fatto, infatti a seconda degli usi può essere prevista o meno un’imposta di bollo. Sono esenti da imposta di bolla le certificazioni richieste per assegni familiari, assistenza sanitaria, edilizia agevolata, ecc… l’elenco è abbastanza lungo, l’addetto allo sportello saprà darvi indicazioni più puntuali.
Il certificato e l’atto di matrimonio possono anche essere autocertificati, basterà compilare l’apposita modulistica che l’impiegato dell’Ufficio Comunale ci consegnerà. L’autocertificazione sostituisce i certificati senza che sia necessario presentare successivamente il certificato vero e proprio. In questo caso non è prevista nessuna imposta, è totalmente gratuito.
Pochi sono i casi in cui sia preclusa la possibilità di autocertificare uno stato, riguardano essenzialmente la possibilità di contrarre matrimonio, atti da trasmettere all’estero o i rapporti con l’autorità giudiziaria.
Nel caso in cui il matrimonio sia stato celebrato all’estero e poi non sia stato trascritto in Italia, i casi cambiano a seconda dello Stato in cui è avvenuta la celebrazione; per i paesi comunitari le certificazioni hanno tutte validità giuridica in paesi diversi da quello che li ha rilasciati solo se utilizzati all’interno dell’Unione Europea. In questo caso deve essere semplicemente fatta una traduzione perché se ne possa dichiarata la conformità all’originale.
Mentre nel caso di celebrazioni in Stati non comunitari se il matrimonio non è stato legalizzato e trascritto in Italia, bisogna consultare la normativa dello stato in questione per avere tali documenti, tuttavia affinché essi abbiano validità in Italia debbono essere legalizzati dal Consolato italiano presente in quello stato che poi provvederà a trasmetterlo a chi di dovere.