Quali sono i metodi più efficaci per fare sparire il singhiozzo? Il più diffuso, che veniva consigliato già secoli fa dal medico greco Ippocrate, è quello di trattenere il fiato per una quindicina di secondi, rimanendo in apnea. Questa tecnica fa sì che il diaframma si rilassi: prima, però, ricordiamoci che dobbiamo inspirare profondamente. Andiamo alla scoperta anche di altri metodi, spesso trasmessi di generazione in generazione, e ritenuti sempre validi. Una prima tecnica è quella di inghiottire velocemente un cucchiaino di zucchero: lo zucchero, infatti, essendo formato da piccoli granuli, nel suo percorso di discesa attraverso lesofago sarebbe in grado di bloccare le contrazioni del diaframma stimolandolo. Un altro metodo molto diffuso è quello di inghiottire velocemente piccoli sorsi dacqua (sette secondo la tradizione) o ingoiare del ghiaccio tritato molto finemente oppure ingerire un solo sorso dacqua ma spingendola nellesofago in maniera violenta: tutti modi per far sì che il cervello recepisca il messaggio di fermare il singhiozzo. Un quarto metodo è quello di starnutire (si può provocare lo starnuto appoggiano una piuma sotto il naso, oppure avvicinando il naso stesso al pepe). Starnutendo, tutta la muscolatura del diaframma si aziona, dando origine a una scossa che dovrebbe consentire allintero sistema intercostale di recuperare il suo ritmo originale. Un altro consiglio della nonna è quello di bere un cucchiaio di succo si limone: il sapore aspro, infatti, fa sì che noi tratteniamo il fiato per qualche secondo, facendo passare il singhiozzo secondo la stessa logica che Ippocrate suggeriva qualche secolo fa. Ancora, cè chi suggerisce di ingoiare un cucchiaio di aceto, il quale provocherebbe una contrazione dellesofago (a causa della sua acidità) che interromperebbe il singhiozzo. Si tratta, in ogni caso, di una tecnica cui non bisogna ricorrere spesso, sia per il sapore non eccezionale, sia perché laceto potrebbe corrodere e provocare lesioni alla mucosa dello stomaco. Un ennesimo metodo per far passare il singhiozzo, infine, è quello di comprimere con le dita, in particolare con le unghie degli indici, un punto nelle orecchie: la piegolina in corrispondenza del condotto uditivo. Oltre a questi metodi, dotati di un fondo scientifico, ne possiamo trovare altri, altrettanto diffusi, che somigliano, però, a leggende metropolitane, la cui efficacia rimane in dubbio. Alcuni ritengono che per far passare il singhiozzo basti tirare il lobo dellorecchio destro per sette volte, altri che basti bagnarlo con saliva o acqua. Molto conosciuta, invece, è la leggenda che vuole che per interrompere il singhiozzo di una persona basti distrarla o farla spaventare. In effetti, cè da dire che uno spavento provoca la contrazione del diaframma, e questo potrebbe consentire di fargli riprendere il normale movimento. Daltro canto, tuttavia, uno spavento il singhiozzo può anche farlo venire, o comunque aumentare, poiché esso determina una inspirazione più veloce del normale, il che significa maggiore quantità di aria nei polmoni e quindi forte probabilità di far sorgere il singhiozzo.
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