Le cellule staminali sono, oramai da molti anni, considerate la futura cura per molte malattie genetiche e degenerative. Già nel 1981 gli scienziati sono riusciti ad isolare delle cellule staminali dai topi. La grande particolarità di queste cellule è data da due caratteristiche fondamentali, ovvero la pluripotenza e la prolificazione veloce. In sintesi le staminali sarebbero capaci, nel loro successivo sviluppo, di diventare qualsiasi tipo di tessuto presente nel nostro organismo, persino quello nervoso, tali cellule sono altresì capaci di moltiplicarsi in maniera rapida. Viene da sé che potrebbero essere impiegate per rigenerare molti tessuti, per curare malattie neurologiche, per rimediare alla mancanza di sangue per trafusioni e mille altre cose ancora. Il problema è che le staminali si trovano negli embrioni, che, in fase di formazione, devono ancora sviluppare i tessuti veri e propri; ciò dà luogo ad un problema etico rilevante Questo e il rischio di rigetto sono i motivi principali dello scarso utilizzo di questi metodi al giorno d’oggi.
Non possiamo però non ricordare che la ricerca sta comunque puntando su questa strada, cercando di aggirare sia l’ostacolo etico che quello fisiologico. Sono in corso delle ricerche per cercare di far “ringiovanire le cellule”, di creare cioè delle staminali non a partire dell’embrione, ma modificando delle cellule prelevate dal paziente stesso(Ips, ovvero staminali pluripotenti indotte) . Al giorno d’oggi questa tecnologia è già esistente, dato che gli studiosi sono riusciti ad isolare i quattro fattori responsabili delle staminali, ma ci vorranno ancora molti anni per vedere gli effettivi risultatii di tali ricerche. Tra le molte future applicazioni delle staminali è bene nominare malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, o anche genetiche come l’Anemia falciforme o l’emofilia, potrebbero inoltre aiutare in caso di danni ai nervi o al midollo (Leucemia). Già adesso però sono stati fatti moltissimi passi avanti con l’uso di queste cellule: recentemente, presso l’Università di Berlino, gli studiosi sono riusciti a creare follicoli piliferi animali partendo proprio dalle cellule staminali, la sperimentazione sui follicoli umani è prossima, le dichiarazioni parlano di cinque anni, e potrebbe rappresentare la risoluzione del problema della calvizie. Da uno studio inglese è emerso poi che l’iniezione di cellule staminali e di acido retinoico potrebbe riuscire a riparare la mielina, sostanza che avvolge i nervi encefalici e la cui mancanza causa la sclerosi multipla, malattia degenerativa sempre più diffusa. Un altro caso, per adesso unico al mondo, si è verificato in Germania quando un quarantenne affetto da AIDS è miracolosamente guarito dopo un trapianto di staminali. I medici ritengono che le cellule del donatore avessero l’incredibile capacità di essere naturalmente immuni all’Hiv e che questa capacità sia stata poi passata al ricevente. Infine uno degli ultimi traguardi è la creazione di un vero e proprio intestino, nato con l’uso combinato di Ips e cellule staminali embrionali. Ciò aprirebbe una nuova strada anche per i trapianti.
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