La bentonite è un minerale argilloso, di origine vulcanica composto per lo più da calcio o sodio e montmorillonite (minerale che deriva a sua volta dall’alterazione dei tufi).
Bentonite: origine e caratteristiche
Il minerale si trova in terreni vulcanici come prodotto di decomposizione della cenere vulcanica. I depositi sono situati nel Nord America, in particolare nel Montana, nella zona di Fort Benton, località da cui deriva il nome della sostanza. Essa viene impiegata in diversi settori come l’edilizia, la cantieristica, l’alimentazione, l’agricoltura e l’enologia.
La bentonite presenta delle caratteristiche chimico – fisiche molto particolari, come ad esempio, la sua eccezionale plasticità, la sua adesività e, soprattutto, la sua capacità di creare un legame molecolare con l’acqua, inglobandola, trattenendola e diventando, con essa, una sorta di gel impermeabilizzante.
Come usare la bentonite
Quest’ultima caratteristica giustifica il suo ampio uso in agricoltura biologica, ma anche nella preparazione di prodotti rivolti alla cura delle piante da interno/esterno.
La bentonite consente una vera e propria protezione delle foglie delle piante, creando un ostacolo meccanico all’insorgenza di malattie crittogamiche e limitando la mobilità dei fastidiosi parassiti fitofagi. Più nello specifico, la bentonite viene commercializzata in prodotti a base di bentonite ad elevata purezza e polvere di roccia potassica.
Il composto viene solitamente impiegato in trattamenti protettivi alla dose di 700 grammi per 100 litri d’acqua, ovvero 70 grammi per 10 litri d’acqua, se vogliamo farne un uso più domestico. Associando alla dose di 700 grammi per 100 litri di acqua 350 grammi di zolfo si ottiene la cosiddetta miscela NAB, la miscela di sostanze nutritive utilizzata soprattutto in agricoltura biodinamica. In questo modo oltre a garantire una protezione per le nostre piante forniamo alle stesse anche un apporto nutritivo.

Ottimo è anche l’impiego della bentonite nella dose di 500 grammi per 100 litri più 200 grammi di solfato di rame, creando le condizioni ostili per lo sviluppo delle crittogame (funghi dannosi).
I composti preparati nelle precedenti dosi vengono, di norma, spruzzati direttamente sulle foglie attraverso il vaporizzatore o un altro strumento analogo.
Il rispetto delle dosi è importante, una quantità eccessiva della sostanza, infatti, potrebbe assorbire oltre il dovuto l’acqua depositata sulle foglie, provocando spiacevoli effetti di disidratazione. Inoltre, bisogna evitare di associare la bentonite nei trattamenti a base di insetticidi vegetali, come ad esempio il piretro, poiché ne riduce drasticamente l’efficacia.
Un ulteriore impiego della bentonite è nella preparazione della cosiddetta “pasta per tronchi” utile nei trattamenti invernali delle piante da frutto. I tronchi di questi alberi, infatti, risentono dell’escursione termica giorno – notte tipica dei periodi invernali.
In conclusione, la bentonite risulta essere una sostanza molto versatile e, in quanto prodotto assolutamente naturale, merita tutta la nostra attenzione se vogliamo prenderci cura delle nostre piante nel rispetto attento dell’ambiente.