Chi amiamo è un pezzo della nostra anima in un corpo diverso.
Amandosi ci si scambia scampoli di spirito e parti di noi vanno a mischiarsi con la persona a cui teniamo tanto.
I confini diventano estremamente labili, finché l’altro diventa l’unica parte di noi di cui mai vorremmo smettere di avere memoria.
L’unica parte che mai vorremmo scordare.
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Come affrontare la perdita di chi amiamo
Perdere qualcuno che amiamo è un evento che ci porta a dover rivalutare tutta la nostra vita, perché sentiamo di abbandonare tutti i punti di riferimento, ci sentiamo sperduti in balia di sentimenti violenti e contrastanti.
Come persi in un oceano di dolore senza possibilità di salvarci. Chi ha provato una delusione tanto cocente, sa quanto il male possa sembrare tanto forte da non poterlo sostenere.
Sa cosa significa sentire che la sofferenza è troppo grande da contenere, avendo quasi la certezza che se continuerà ancora un po’ con la medesima intensità se ne potrebbe morire.
Sa bene che vuol dire essere sicuri che quel dolore non passerà mai e sentirsi annichiliti di fronte alla sua possanza.
E chiunque si sia trovato a fare i conti con un dolore così grande in qualcuno che ci sta vicino sa quanto sia difficile, se non impossibile “consolare” un amico che versi in una situazione così difficile.
Innanzitutto, probabilmente, uno dei consigli più validi, per quanto possa sembrare paradossale, non può essere che cercare di analizzare il dolore.
Come si farebbe con un fenomeno fisico, con una reazione che si è occupati ad osservare.
Questo perché valutare la sofferenza può aiutare (o almeno dare l’illusione di un aiuto) a prendere le distanze da questo male.

Le fasi del metabolizzare un dolore
Per superare una perdita si devono attraversare diverse fasi e bisogna cercare di vivere ognuna nel modo meno traumatico possibile:
– Il rifiuto
Soprattutto agli inizi è facile che chi ha subito la perdita si mostra quasi incredulo di fronte a tale accadimento. E’ estremamente difficile, ma bisognerebbe cercare di evitare di cristallizzarsi in questa fase.
Il continuare, infatti, a rifiutare di accettare la situazione che purtroppo appare inevitabile non fa infatti che rallentare il processo di “guarigione”.
– La ricerca spasmodica dell’oggetto perduto
Desiderare di riavere contatto con ciò che si è perduto è assolutamente umano. Ma come evitare di cadere in questa ricerca dolorosa? Magari evitando di idealizzare troppo la persona persa. Spesso si tende quasi a “glorificarla” e ciò non aiuta a smettere di ritrovarla.
– La collera
Quando ci si rende conto appieno di ciò che accaduto, si prende coscienza del terribile evento che si sta vivendo, è facile scivolare nella rabbia.
E’ importante avere in questo momento al nostro fianco persone che ci sostengano anche se si potrebbe essere nei loro confronti alquanto aggressivi.
– L’abulia
E quando la rabbia sembra essersi placata e si sente di non aver più lacrime da piangere? Subentra l’apatia.
Bisogna cercare in questi momenti di non perdere il legame con la vita.
Disancorarsi dall’esistenza significa rendersi sempre più difficile il ritornarvi. Bisognerebbe invece tentare, pian piano, di trarre soddisfazione dai piccoli gesti e di aggrapparsi ad esso per uscire da quel tunnel di tedio che sembra inghiottirci.
– La depressione
E’ il grande mostro sempre in agguato.
Ma se vi affiderete a chi vi ama riuscirete a sfuggirvi e ad approdare finalmente all’accettazione.