Rispetto ad altre malattie l’anoressia spesso viene messa da parte, quasi fosse scomparsa o non si sentisse il bisogno di parlarne, per fare spazio a quelle che sono “vere” malattie. Avere disturbi alimentari è una malattia e può colpire in qualunque momento sia donne che uomini, la malattia non è scomparsa e ancora oggi non esiste una cura realmente efficace per sconfiggerla del tutto. Torna alla ribalta con eventi sempre tragici, l’ultimo, con la notizia della morte della modella Isabelle Caro, protagonista qualche anno fa proprio di una campagna contro l’anoressia. I dati riguardo le potenziali vittime sono allarmarti, spesso si manifesta durante l’adolescenza, ma può colpire anche persone adulte.
Le cause sono molteplici, possono essere di carattere familiare o sociale, la maggior parte nasce da un’insana ossessione che spinge a cercare a tutti i costi la perfezione, tenendo tutto sotto controllo, smettendo di mangiare. Quando ci si trova di fronte ad una giovane con gravi disturbi alimentari, non si sa come reagire. Paradossalmente alcuni tendono a negare il problema, altri fanno del cibo l’unica ossessione.
Personalmente ritengo sbagliati entrambi i comportamenti. Anche quando una giovane cerca di nascondere questo disturbo, i segnali sono evidenti. Non si parla di inappetenza o perdere qualche chilo in più, c’è una precisa decisione di ridurre al minimo il proprio fabbisogno di cibo, distruggendo il proprio corpo. L’atteggiamento, che spesso segue alla scoperta di questo problema, è altrettanto dannoso. Obbligare una persona a mangiare, pensando che il problema finisca con il semplice controllo sul cibo, è solo un’illusione. Tutte le persone colpite da anoressia hanno bisogno di aiuto, spesso l’aiuto deve venire dall’esterno. Bisogna parlarne, arrivare alle origini del problema, smontare quella che è l’immagine distorta che la persona malata si è creata. Spesso un aiuto viene dalla psicoterapia, associato anche con dei farmaci, ma questo può deciderlo solo un medico. Nei casi estremi si può ricorrere anche ad un ricovero in un centro specializzato. Deve però essere chiaro che la malattia non si sconfigge rimettendo i chili persi, ma si combatto giorno dopo giorno, spesso anche per tutta la vita. Una ragazza malata di anoressia va rispettata e aiutata anche in punta di piedi, senza obblighi e costrizioni, questo però, se il caso è leggero o viene riconosciuto in tempo. Bisogna invece essere forti e decisi quando la situazione sfugge di mano. Tra gli svantaggi ci sono la preoccupazione di non farcela, di non riuscire ad andare avanti. Chi guarisce, perchè si può guarire, ha paura di ricadere da un momento all’altro, solo il sostegno e l’aiuto degli altri possono impedire di cadere nel baratro. Non ci sono vantaggi nell’affrontare un male oscuro come questo, sia per la vittima sia per la famiglia. Forse l’unico vantaggio, che può uscire da una vicenda del genere, è non guardarsi indietro una volta che il peggio è passato, ma andare avanti a piccoli passi, pensando che ogni giorno è una vittoria per riacquistare la propria vita.
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