così iniziava la celebre canzone di Caterina Caselli. Purtroppo però esistono persone che hanno paura del giudizio degli altri e cercano in ogni modo di evitare le situazioni nelle quali questo possa accadere per il timore di apparire imbarazzati, goffi o ridicoli. Questa patologia viene definita in ambito psichiatrico Fobia Sociale. Generalmente esordisce nella giovane età verso i 15-20 anni e l’elemento di spicco è appunto dato dalla paura molto spesso irrazionale e spropositata del giudizio e del pensiero della gente anche durante situazioni alquanto banali come scrivere, bere, mangiare in un ristorante, telefonare o rispondere a sconosciuti.. A questo ovviamente consegue un’incapacità della persona di stabilire relazioni interpersonali soddisfacenti e duraturi nel tempo.
In queste situazioni il soggetto si sente notevolmente a disagio e può manifestare una serie di sintomi fisici come vertigini, rossore, palpitazioni, eccessiva sudorazione che aumentano la tensione del fobico rendendo difficoltoso sia il suo comportamento che il raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
Questa condizione psicologica sviluppa sensazioni e sentimenti di inadeguatezza e di inferiorità con una riduzione della propria autostima e con l’evitamento delle situazioni considerate “pericolose”.
La fobia sociale può essere circoscritta a determinate situazioni o divenire generalizzata quando le situazioni evitate dal soggetto sono talmente tante da rendere invalidante la vita del malato con genesi molto spesso di concomitanti disturbi di tipo depressivo.
Talvolta i soggetti affetti da fobia sociale abusano di sostanze o di alcolici per cercare di alleviare l’ansia che si genera dal confronto con le situazioni maggiormente temute. infatti è riconosciuto come l’alcol avendo un’azione disinibente possa ridurre i livelli di ansia prestazionale rendendo il soggetto maggiormente sicuro di se e delle proprie possibilità.
La terapia si basa sia sull’utilizzo di farmaci quali gli anti-depressivi e le benzodiazepine(soprattutto nei casi di emergenza) sia tramite l’ausilio di terapie comportamentali. quest’ultime si basano principalmente su programmi in cui il soggetto è costantemente esposto agli stimoli ansiogeni in modo tale da far si che il malato acquisisca sia capacità cognitive che gli permettano di affrontare qualsiasi situazione esterna, sia quello di favorire lo sviluppo di fenomeni di abitudine.
ovviamente la terapia ha tempi piuttosto lunghi e non sempre può avvenire la guarigione completa. il disturbo d’ansia sociale tende a essere riconosciuto dopo circa una decina d’anni dall’esordio iniziale soprattutto quando insorgono le complicanze quali l’abuso di alcool o la depressione.
Ma davvero il giudizio degli altri è così importante? per quanto mi riguarda credo che l’unico giudizio che conti sia il nostro, quello che noi pensiamo di noi stessi. Essere orgogliosi di noi stessi è solo ciò che conta.
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