La malattia di Alzheimer è la forma di demenza più comune in assoluto, e infatti nella popolazione dopo la soglia degli ottantacinque anni colpisce in media un anziano su dieci.
Essa si presenta generalmente intorno al sessantacinquesimo anno di età, e in alcuni casi particolari anche prima, e viene diagnosticata mediante test clinici che vanno ad indagare sulla funzionalità cognitiva, comportamentale e funzionale del paziente.
Le cause della malattia pare siano da ricollegare alla formazione di placche atipiche situate intorno alle cellule cerebrali e di grovigli all’interno delle stesse costituiti da una particolare proteina che si presenta con una forma anomala.
Le cause di tali formazioni anormali all’interno delle cellule cerebrali sembrano ricondursi a fattori genetici ed ereditari solo nel caso di uno sviluppo dell’Alzheimer più precoce, mentre nella maggioranza di casi, ossia in quei pazienti che manifestano la demenza più tardivamente e che si differenziano per sesso, etnia e classi sociali, non è ancora stata isolata la causa scatenante.
La demenza di Alzheimer è una malattia degenerativa e progressiva che si presenta in modo molto subdolo, andando a colpire dapprima la memoria, intaccandola fino al completo deterioramento, e poi piano piano danneggiando tutta la sfera cognitiva e comportamentale.
I primi sintomi sono spesso confusi con forme lievi di depressione, o con i primi segni di senilità.
Il paziente appare confuso, manifesta delle piccole perdite di memoria e non è capace di concentrarsi.
Il decorso è graduale e molto lento, e il paziente, nel giro di meno di un decennio, perde la memoria, la capacità di organizzare il pensiero logico e l’attitudine linguistica.
A livello comportamentale il soggetto non è più in grado di affrontare anche i minimi compiti giornalieri, come lavarsi e nutrirsi, non riconosce neanche gli affetti più prossimi e rischia costantemente di perdersi a causa della perdita di memoria e della mancanza di orientamento.
A causa del deterioramento di intere aree cerebrali il soggetto può manifestare segni di aggressività o di depressione e anche a livello fisico si presenta sempre più deperito e incapace di muoversi.
Spesso il deperimento fisico lo porta a passare la maggior parte del tempo a letto o sulla sedia a rotelle.
Ho avuto la possibilità di conoscere persone malate di Alzheimer e frequentare centri geriatrici specializzati nella diagnosi e terapia dei malati, e ho potuto costatare quanto i sintomi siano uniformi e poco differenziati da un paziente e l’altro, mentre il trattamento sia farmacologico che terapeuti tramite esercizi che stimolano la capacità mnemonica e di ragionamento possano in qualche modo rallentare il decorso e rendere meno acuti i sintomi.
In ogni caso tutte le problematiche che il malato di Alzheimer presenta lo rendono sempre più dipendente dagli altri, a causa della sua incapacità di gestire anche le più semplici funzioni di prima necessità, come per l’appunto nutrirsi, lavarsi e usare il bagno.
Oltre che le conseguenti difficoltà di gestione pratica della persona malata, vi è anche tutta una serie di risvolti emotivi nelle persone che la assistono, che dipendono soprattutto dalla impossibilità di relazionarsi con loro e di comunicare per comprendere appieno le esigenze e le problematiche.
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