Piantare alberi a radice nuda è un’operazione molto utilizzata sopratutto nei vivai perché non presenta difficoltà molto grandi e può anche essere meccanizzata fondamentalmente. Che vuol dire “a radice nuda”? La risposta è semplice.
La radice degli alberi deve essere priva del panetto di terra, ovvero di quella parte di terra che rimane legata alle radici quando queste vengono tolte dal loro precedente luogo di dimora. Per farlo la tecnica utilizzata è quella di una vanga speciale, adatta proprio a questo tipo di lavori, che viene infilata in verticale nel terreno vicino alla pianta, sebbene non troppo vicino al colletto ( ovvero la parte della pianta che si immette nel terreno ) perché molto sensibile e fragile. Una volta che la vanga è stata interrata per bene ( si possono usare due venghe, se l’albero è molto alto ) si fa forza e si spinge verso il basso il manico. In questo modo la trazione esercitata, farà alzare la zolla di terreno che contiene l’albero da piantare e lo si libera quindi dal panetto di terra. Altra cosa importante da fare durante il trapianto e tagliare alcune parti delle radici, per favore un nuovo sviluppo di queste nel luogo in cui si invasano. I tagli devono essere obliqui e netti e devono obbligatoriamente essere anche questi lontani dal colletto, che va protetto da questi “traumi” per la pianta. Queste piante generalmente sono molto resistenti e non presentano particolari problemi: figuararsi che possono rimanere anche non seppelliti immediatamente per qualche giorno ( sempre facendo gli opportuni distinguo in materia di specie di pianta e albero). Quando si decide di piantare la tecnica è abbastanza semplice e deve essere fatta in terreni asciutti e ben drenati, per evitare ristagno. Insomma, poggiate la pianta, stando attenti a non maltrattare e a toccare le radici. Copritele poi con il terreno e bagnate, ma non troppo, per evitare che la pianta perda equilibrio.
Altre raccomandazioni riguardano la presenza delle foglie: se effettuate questa operazione quando la pianta è ricca di foglie, potreste spingerla a effettuare processi di alimentazione alternativi che hanno origine nelle foglie. Questo porterebbe ad un indebolimento generale delle piante, anche se è innegabile che l’effetto peggiore sia sulla qualità delle foglie che diventano opache e prive di tono e sui rami, che nascono generalmente deboli e poco forti. Esistono prodotti adatti, chiamati fitoregolatori, che permettono un trattamento preciso delle piante prima che queste vengano sottoposte a questo genere di trattamenti.
In generale la cosa importante da ricordare è che se anche questo non è un metodo molto complesso, si deve essere sempre sicuri che le piante che vogliamo sottoporre, siano alberi che sopportano questo trattamento. Per farlo possiamo chiedere cosniglio ad un fioraio, cercare su internet e non gettarci per tentativi se non vogliamo la morte dell’esemplare. Di norma le piante da piccoli frutti, come noci, prugni, sopportano facilmente questa tecnica, mentre le piante come il finocchio o le piante floreali, non hanno la stessa compatibilità con questa tecnica. State molto attenti a questo aspetto importante.
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