L’ernia iatale è una patologia che si manifesta quando una porzione di stomaco, attraverso un foro del diaframma chiamato iato, passa dall’addome al torace. Il diaframma contraendosi permette il passaggio dell’aria ai polmoni. Nella sua parte sinistra c’è una piccola apertura detta appunto iato che in condizioni normali è piccola e aderisce all’esofago. In certe persone questa apertura si allarga, ed una parte di stomaco, che di solito sta sotto il diaframma, fuoriesce nella cavità toracica. Si manifesta così la cosiddetta ernia iatale.
Essa è molto diffusa nella popolazione e, mentre in alcuni pazienti è del tutto asintomatica, in altri provoca disturbi anche gravi. A soffrirne sono le persone dai 50 anni in su e soprattutto quelli con più di 80 anni, infatti la patologia è legata all’età in quanto è causata dal deterioramento dell’elasticità della giunzione presente nell’esofago. Questa può venire compromessa nel tempo dalla ripetizione continua della deglutizione oppure può essere causata da un trauma addominale, dall’esercizio fisico, dalla tensione che si mette quando si defeca. Ma spesso potrebbe anche trattarsi di una patologia ereditaria. Per diagnosticarla bisogna procedere con una radiografia del tubo digerente e una gastroscopia della parte superiore dell’apparato digerente.
Vi sono tre tipi di ernia iatale che si differenziano tra di loro a seconda delle modalità con le quali avviene il passaggio dello stomaco attraverso lo iato. Questo infatti può scivolare attraverso il foro (ernia da scivolamento), può rimanere intrappolato nella cassa toracica (ernia da arrotolamento o paraesofagea) oppure può manifestarsi in entrambi i modi. In questo caso si parla di ernia iatale complicata o mista. E’ ovvio che cambiano anche i sintomi e i problemi che comporta all’organismo umano. Nei casi più complicati, l’ernia iatale può richiedere anche un intervento chirurgico. Ma per fortuna questi casi sono anche i più rari.
Di solito i pazienti che accusano un’ernia iatale manifestano sintomi quali bruciori allo stomaco e rigurgito che avviene perché gli acidi prodotti dallo stomaco passano nell’esofago. Altri invece soffrono di reflusso gastro-esofageo che alla lunga può causare ulcere e sanguinamento. Infine l’infiammazione del tratto inferiore dell’esofago spesso può comportare anche un restringimento dello stesso e causare problemi alla deglutizione facendo sì che i cibi non passino con facilità nello stomaco.
Per curarne i disturbi viene consigliato di evitare gli alimenti che aumentano il reflusso degli acidi nell’esofago come ad esempio il cioccolato, l’alcool e i cibi ricchi di grassi, ma anche la nicotina e la caffeina. Dovrebbero anche cambiare le abitudini quotidiane, si dovrebbero fare pasti meno sostanziosi e lasciare passare un paio di ore dopo il pasto prima di mettersi a letto, nonché evitare gli esercizi addominali o di mettersi cinture e abiti troppo stretti. Ovviamente è possibile procedere nella cura attraverso la somministrazione di farmaci che vi consiglierà il medico curante e che di solito riducono la secrezione acida nello stomaco oppure servono per aumentare il tono muscolare dell’esofago diminuendo così il reflusso.
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