La carpa è un pesce che può essere pescato tutto l’anno anche se nei mesi invernali sono minime le possibilità di catturale. Infatti con l’arrivo del freddo è probabile che le acque dove di solito si pescano si ghiacciano, però nulla toglie di andarle a pescare soprattutto se si è a conoscenza di posti, come nelle vicinanze di affluenti e torrenti in cui si vengono a creare delle buche dove invece la temperatura dell’acqua diventa più accettabile. L’importante è che i fondali siano profondi minimo 3 o 4 metri e che ci sia nella zona l’habitat naturale per ospitarle, come ad esempio possono essere i canneti e gli erbai dove è probabile la presenza di cibo per loro.
Il carpfishing è una tecnica di pesca sportiva che, arrivata dall’Inghilterra, sta avendo molto successo in questi ultimi anni tra gli appassionati di pesca anche nel nostro Paese. Si tratta principalmente di catturare carpe di grosso calibro. Queste poi vengono sistemate su un tappetino, evitando loro di ferirsi, immortalate per una foto ricordo e rilasciate in acqua. Per cui, come si può capire, questa disciplina comporta il rispetto assoluto del pescato ma anche della natura circostante, in quanto i carpisti sono soliti campeggiare con le loro tende nelle zone dove è facile trovare le carpe, nel più assoluto rispetto dell’ambiente che li circonda, facendo attenzione a recare meno danni possibili alla natura circostante.
La particolarità principale del carpfishing è lutilizzo di un particolare tipo di innesco che lascia libero l’amo. Infatti l’esca vi è collegata tramite un filamento sottile (hair rig) in modo tale che la bocca del pesce si possa attaccare direttamente all’amo. Questo perché la carpa, a differenza dei pesci con dentatura che sono soliti mordicchiare il cibo, si alimenta aspirando il cibo ed espellendolo.
Per pescare le carpe di grossa taglia si fa uso delle cosiddette boilies. Si tratta di inneschi sferici che sono composti di materiale resistente all’acqua e in commercio ve ne sono di svariati gusti, alla frutta, al cioccolato o alle spezie, e si suddividono in “affondanti” e “galleggianti”. Queste sono le cosiddette readymade già pronte all’uso. Ma se ne siamo capaci, le boilies le possiamo preparare anche da noi con impasti di mix di farine (di pesce, di uccelli etc), aromi ed uova (selfmade). Sul web è facile trovare le ricette e la procedura per la preparazione. Anche il mais si è dimostrato essere un’ottima esca.
Ricapitolando, per fare carpfishing occorrono due canne e due mulinelli di almeno 200 metri di filo, un pod, segnalatori, un guadino e un tappetino e poi ancora terminali, boilies, ami, lenze, girelle, galleggianti, piombi e piombini.
La spesa più grossa riguarderà l’acquisto della canna da pesca, anche se oramai sul mercato ne esistono di ogni prezzo e qualità. Basterà scegliere quella più affidabile e robusta e con l’anellatura migliore che determina la qualità dell’innesto. I prezzi partono da 75 euro sino a raggiungere le 300 euro. Quelle per praticare carpfishing sono ad innesti perché devono conferirvi un’azione parabolica che consente di catturare le carpe di grosso taglio.
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