State pensando ad aprire una gelateria, ma non ne sapete molto? Vorreste affidarvi ad una realtà consolidata del settore, in grado di sostenervi nell’individuazione del locale e, soprattutto, in grado di insegnarvi i segreti del mestiere e rendervi, in breve, padroni della vostra attività? State confrontando i vari franchising di gelaterie in Italia, ma la scelta non è facile? Effettivamente sono tempi difficili, crisi che non vuole saperne di andarsene, aziende su aziende che chiudono i battenti e in molte persone si fa strada l’idea di mettersi in proprio. Di aprire un esercizio che, senza necessariamente costringere ad un investimento faraonico, permetta di lavorare forte e disporre di buone prospettive per il futuro.
Tra le tan….ormai poche opportunità che offre un mercato sempre più asfittico di concrete possibilità di sopravvivenza per i piccoli negozi, sempre più soffocati dallo strapotere degli onnipresenti centri commerciali, sicuramente troviamo una gelateria. Lo è ancor più considerando che gli studi di settore certificano in quasi 400 mila le tonnellate di gelato consumato annualmente, con un consumo pro-capite di 6 kg., per un giro d’affari superiore ai 3 miliardi di euro.
Non stupisce, quindi, il fatto che negli ultimi anni si siano moltiplicati i punti vendita nel settore, e neppure che ciononostante lo stesso presenti ancora spazio per nuove attività imprenditoriali, quando basate su professionalità e qualità degli ingredienti. Ovviamente non meno importante l’eventuale originalità della proposta. Vediamo allora i migliori franchising sul mercato per chi voglia aprire una gelateria e di ognuno costi e caratteristiche, ma non prima di un veloce volo d’aquila su cosa serve per aprire una gelateria, qualunque sia il brand che pensate di abbracciare. (vuoi sapere cosa serve per aprire una gelateria in franchising, ecco la guida realizzata da Guide on line).
Indice Guida Gratis:
Cosa ti serve per aprire una gelateria
Se volete aprire la vostra gelateria, innanzitutto sarà necessario individuare il locale e, non meno, la zona, preferibilmente di buon passaggio, che vi potrà consentire di godere di migliori opportunità di lavoro.
Ovviamente non meno fondamentale sarà decidere la tipologia di locale che vorreste realizzare (se anche munita di caffetteria; se desiderata gestire una gelateria di semplice passaggio, spesso gestibile individualmente o quasi oppure siete più orientati su un locale di dimensioni più generose, con la possibilità di ospitare tavoli e guadagnare non poco sul servizio ai tavoli e su coppe gelato maggiormente elaborate ed impegnative, ecc.), l’attrezzatura necessaria (quanto meno vi servirà un mantecatore, abbattitore ed un pastorizzatore) e la vostra offerta di gelato.
Si tratta, però, di tutti elementi questi ultimi, che potranno esservi forniti direttamente dal franchisor, e comunque, di norma parti integranti dell’offerta commerciale che andrete a sottoscrivere. Prima di addentrarci nella scelta del franchising che fa al caso vostro, vediamo, però, quali siano le incombenze burocratiche propedeutiche all’apertura.
La burocrazia per aprire una gelateria
Non sono pochi coloro che desistono dall’apertura di una gelateria, intimoriti dall’iter burocratico necessario per aprire il proprio negozio. In realtà non si tratta nulla di trascendentale, considerando che parliamo di una trafila analoga a quella necessaria per avviare un qualsiasi altro locale.
Una volta aperta la vostra Partita Iva (vuoi sapere come aprire una Partita Iva, ecco cosa devi fare), iscritta la società nel Registro delle Imprese competente e gestita la la propria posizione INPS, dovrete semplicemente:
#1 comunicare al Comune l’inizio attività
#2 procedere con la richiesta di autorizzazione all’esposizione dell’insegna
#3 qualora decidiate di avere musica nel locale, regolarizzare la vostra posizione con la Siae, corrispondendo i contributi necessari
In ogni caso per avere maggiori informazioni relativamente all’apertura di un negozio, leggi la nostra guida.
Obblighi del proprietario
Ovviamente esistono anche degli obblighi per il proprietario, il quale dovrà disporre della formazione necessaria e contestualmente disporre delle nozioni di base in materia di manipolazione e la conservazione degli alimenti.
Competenze che prevedono di base:
il disporre di un titolo di studio specifico o godere di una pregressa esperienza almeno biennale nel campo o ancora aver frequentato, positivamente, un corso SAB;
la frequentazione di un corso accreditato HACCP e, in luogo del vecchio Libretto Sanitario, aderire al previsto programma di autoregolamentazione. Tutto qua, oltre che tanta passione e voglia di mettersi in gioco.
I migliori franchising di gelaterie 2023
Esaurita quindi, seppur sinteticamente, la parte dedicata alle indicazioni generali e i consigli trasversali per chi voglia intraprendere la dolce avventura di aprire una gelateria, vediamo allora quali sono attualmente i più riconosciuti franchising del settore.
Una sorta di tour delle eccellenze fredde da Nord a Sud, visto che esistono decine di realtà più o meno consolidate, ma sempre caratterizzate da esperienza, passione e una buonissima qualità media del prodotto, tra cui poter scegliere, volendo aprire un franchising, anche in relazione dei vostri desideri, obiettivi e iniziali possibilità economiche.
A voi quindi, l’onere e l’onore di dover individuare il franchising che più faccia al caso vostro tra quelli che abbiamo selezionato in questa guida, premettendo da subito come la stessa sia già di per sé completa, ma non ambisca ovviamente a riportare tutte le possibilità esistenti sul territorio nazionale, soprattutto le più nascoste e più recenti in tale campo. Proprio per la costante volontà di Guide-online di fornire al lettore le informazioni migliori e più puntuali, saremo ben lieti di indicare anche la proposta di franchising di chiunque operi nel settore e voglia far parte del nostro elenco.
I franchising di cui tratteremo nel nostro pezzo sono:
#1 Crema e Cioccolato
#2 Rivareno
#3 Bongelato
#4 Cremglassè
#5 I-kone
#6 La Romana
#7 Gioelia La cremeria artigianale
#8 Gel’Ice
#9 Gelatosità
#10 Cremeria Vienna
#11 Bacio Nero
#12 Amorino
#13 Grom
Crema e cioccolato Recensione Franchising
Impossibile non partire dal franchising più popolare nel settore. A far la parte del leone, infatti, in tema di gelaterie, ecco Crema e Cioccolato.
Dall’idea di due imprenditori friulani, quasi 20 anni fa, l’idea di aprire un franchising che facesse leva sulla qualità del prodotto e sulla cura della sua presentazione. Un successo tale da rendere questo network, attualmente, il principale con ben 700 punti vendita nel Belpaese.
L’offerta prevede, in considerazione anche di promo spesso attivate nel corso dell’anno, la possibilità di avviare una gelateria con caffetteria a soli 6.900€ + iva (invece di 24.900€ + iva), mentre se optate per la sola gelateria a 4.900€ + iva (invece di 19.900€ + iva).
La proposta prevede una consulenza a 360° gradi, comprendente progettazione, assistenza, oltre alla possibilità di disporre di tutte le attrezzature e gli arredi in comodato d’uso gratuito, questo implica ossia la possibilità di disporne sino alla scadenza contrattuale, senza che vi sia la necessità di corrispondere nulla in cambio. Anzi, dopo 5 anni, gli stessi arredi diverranno dell’affiliato, riscattandoli alla cifra simbolica di 50 euro. Inoltre Crema&Cioccolato sottolinea come la sua proposta non vincoli il franchisee ad alcun tipo di royalty, né alcun tipo di percentuale sui guadagni futuri del proprietario.
Ovviamente l’affiliazione a Crema&Cioccolato vi obbligherà ad acquistare i prodotti (caffè e gelato) direttamente dal franchisor, senza, però, alcun tipo di quantitativo prestabilito, con un ricarico minimo garantito sul gelato almeno del 330%.
Di contro Crema&Cioccolato sottolinea il vantaggio, in primis economico, ma anche in termini di spazio, di non dover disporre di un laboratorio, con conseguente risparmio di tempo, di spese di utenze e di personale e comunque potendo ottenere il rifornimento richiesto nell’arco di 24 ore. Per maggiori info, qui la proposta completa.
Rivareno Recensione Franchising
Un altro brand conosciuto nel campo delle golosità è quello di Rivareno. Curiosa la storia di questo franchising, con l’idea iniziale che vede coinvolti quattro amici: un manager e la sua compagna, un avvocato bolognese ed un giornalista della BBC, uniti dal desiderio e dalla passione di promuovere il miglior gelato italiano. Un prodotto che debba coniugare, come imperativo categorico, qualità a freschezza.
Da questi propositi il primo negozio aperto a Milano nel 2005, primo della dozzina di esercizi attualmente presenti in Italia, mentre una decina sono quelli che Rivareno vanta nel Mondo, con tre locali in Spagna (due a Palma di Majorca ed uno a Marbella) e un paio di punti vendita a Sidney, con un esercizio a marca Rivareno ubicato anche nella lontana Balì.
L’offerta di Rivareno si focalizza su un prodotto che vuole essere unico in termini di consistenza e gusto. Una eccellenza, a detta del franchisor, attestata dai tanti certificati d’eccellenza e dai riconoscimenti ricevuti dalla critica eno-gastronomica nazionale, con segnalazioni presenti in guide di settore, come Gambero Rosso e Golosario. Del 2008, invece, il premio raccolto come “Migliore gelateria d’Italia”, riconoscimento patrocinato dall’associazione Golosaria, ma non mancano neppure le citazioni da parte di player del turismo quali Lonely Planet, così come TripAdvisor, grazie alle molteplici recensioni positive di centinaia di iscritti.
L’offerta di Rivareno prevede l’assistenza del franchising nella individuazione del locale, nella fornitura dell’attrezzatura necessaria all’arredamento del punto vendita e nella formazione del franchisee. Un percorso, come precisa il sito ufficiale, che parte da un primo incontro conoscitivo, dove guardarsi in faccia e comprendere quali siano le reciproche esigenze. Poi il processo prosegue con la scelta della location, aspetto fondamentale al buon esito del business, con un’analisi che prenderà in considerazione la prossimità con altri eventuali competitors, il flusso di passaggio ed il potenziale bacino d’utenza della località in cui verrà posizionato il negozio. Un processo destinato all’elaborazione del necessario business plan, fase indispensabile visto che il franchising Rivareno prevede un investimento iniziale in termini di risorse e personale diverso a seconda dei singoli casi. Pe maggiori info e contatti, questo il link ufficiale di Rivareno.
Bongelato
Altra proposta nel settore quella di Bongelato, forte ad oggi di una quindicina di punti vendita, sparsi tra Veneto e sud Italia (Sicilia, in particolare). L’offerta della veneta SBF sembra, almeno nella sua proposta, occhieggiare a quella di Crema&Cioccolato, anche se proponendo investimenti ancora minori: richiesti soli 4.500 euro + Iva per la sola gelateria e 2 mila euro in più, per chi voglia allestire eventualmente una gelateria-caffetteria. Il tutto senza dover necessariamente disporre di alcuna esperienza pregressa nel settore e senza la necessità di disporre di un laboratorio.
Dal patrimonio esperienziale accumulato dai professionisti di Bongelato, una proposta chiavi in mano, per poter avviare, quella che il sito descrive come una “Gelateria senza laboratorio, Caffetteria con piccola pasticceria e Juice Fruit Bar”.
Il franchisor Bongelato, infatti, potrà offrire alla propria clientela frullati, macedonie, squisiti smoothies, succhi naturali, centrifugati di frutta e verdure, insomma un universo di piacere tutto rigorosamente all’insegna del naturale e del biologico.
In sintesi il franchising Bongelato, sulla scia dei suoi competitor, si offre per garantire sostegno al franchisee in sede di individuazione del locale (di norma dai 20 ai 70 metri quadrati), progettazione, allestimento e disbrigo delle necessarie pratiche burocratiche.
La proposta, poi, prevede l’arredamento e la messa in opera dello stesso e, naturalmente, l’esclusiva di zona e l’utilizzo di marchio e immagine e la possibilità di avvalersi delle tante iniziative marketing della casa madre.
A fronte dell’assenza di royalties, di fideiussioni bancarie richieste, di una qualunque percentuale sul fatturato e senza che vi sia l’obbligo di alcun contributo per le spese pubblicitarie, al franchisee è richiesto unicamente di prendersi cura degli eventuali lavori per la realizzazione del locale e di occuparsi di quanto necessario all’adempimento burocratico-amministrativo per l’apertura dell’attività.
Inoltre il franchisee, naturalmente, sarà tenuto ad acquistare i prodotti dalla casa madre (più di 60 i gusti messi a disposizione degli affiliati) o dai fornitori ad essa legati, per una durata di affiliazione, fissata in 6 anni. Per vedere l’offerta Bongelato e contatti, ecco il link ufficiale.
Cremglassè
Dalla Liguria la quinta proposta di franchising. Protagonista dell’offerta è la giovane Cremglassè che, in pochi mesi, dalla prima apertura di Loano nel 2018, ha già bissato con un secondo punto a Pietra Ligure, ma soprattutto ha alle liste di partenza altri 6 nuovi locali.
Un brand quello di Cremglassè che trae ispirazione dall’esperienza nel settore, lunga più di tre decenni, della Arredi&Design Food s.r.l, azienda piemontese leader nel mercato degli arredamenti commerciali e con alle spalle centinaia di realizzazioni non solo in Italia.
Al centro del progetto la mantecazione a vista, possibile grazie ai mantecatori Frigomat gx8, macchinari esteticamente apprezzabili, tanto che fungeranno anche da vetrina espositiva, ma soprattutto concepiti per assicurare la migliore qualità di gelato, regalandogli una consistenza, al palato, liscia e morbida. Una proposta che si ispira, inoltre, alla volontà di offrire oltre a gelati di qualità le eccellenze dolciarie del continente, consentendo al cliente di immergersi in una food experience internazionale, pur allontanandosi di pochi passi da casa. Spazio, quindi, ai waffle, i gaufre belga farcite con frutta di stagione, i bagel realizzati secondo la ricetta americana, e ancora macarons, èclair e le delizie della piccola pasticceria francese. Oltre a semifreddi, yogurteria, frullateria, angolo centrifughe e smoothies. Il tutto, come indicato dalla scelta pulita sin dall’etichetta, di un prodotto caratterizzato dalla sua straordinaria genuinità e naturalezza, senza l’utilizzo nella preparazione del gelato di aromi, additivi, conservanti e coloranti.
Rispetto alle richieste generiche di altri franchising, quelle di Cremglassè sono molto più esplicite. Infatti, a fronte delle due soluzioni prospettate:
Cremglassè Large: punto di vendita composto da bar / caffetteria e cocktaileria con sala interna e dehor esterno, oltre ovviamente alla produzione di gelato e semifreddi, con un angolo frutteria e vendita di waffle, crepes, centrifughe e yogurteria
Cremglassè Small: in questo caso si tratta unicamente di una proposta di produzione gelato e semifreddi, sempre caratterizzata da zona vendita, angolo frutteria, centrifughe, yogurteria, e sempre proponendo prodotti come waffle, gaufre e crepes, ma esclusivamente take away.
Un franchising il cui avviamento obbliga ad un investimento minimo iniziale di 129 mila euro, ma con la possibilità di accedere a fondi e finanziamenti regionali e di ricorrere ad un noleggio operativo, per un fatturato medio previsto di 250 milioni per la formula small e di mezzo milione per il negozio completo.
L’offerta prevede la concessione in esclusiva della zona, la fornitura di arredamenti dell’ Arredi&Design FOOD s.r.l., con una fornitura di tutto in soli 2 mesi. Al franchisee non sono richieste né fee d’ingresso né Royalties.
Qui trovate il sito istituzionale, dove trovare tutte le informazioni del caso.
I-Kone
Questa proposta, a detta del sito istituzionale, nasce dalla New Worlds, società di import-export operante, in Europa e nel mondo, in vari ambiti commerciali del settore food and beverage, con franchising del gelato, pasticceria, caffè. Un’attività datata 2016 e che prevede l’apertura di decine di punti vendita nei prossimi anni. Ad affiancare I-Kone nella sua offerta, quattro note aziende nostrane: la Kimbo, azienda partenopea leader nella produzione del caffè, la Almar, da più di 50 anni punto di riferimento nella produzione di prodotti per bar e ristorazione, la Tecnoblend, brand specializzato nell’offerta di semilavorati per gelaterie, pasticcerie e laboratori artigianali, sempre attraverso l’utilizzo di materie prime e processi di lavorazioni standardizzati e rigidamente controllati ed infine Pietro Di Noto, volto noto agli spettatori, grazie alle sue partecipazioni alla Prova del cuoco” condotta da Antonella Clerici.
Tre le possibilità di affiliazione di I-Kone:
I-Kone corner soft: Un’offerta che prevede macchina gelato soft 3 gusti, più macchine caffè Kimbo (per la produzione di caffè, orzo/ginseg e crema caffè) e macchina per crepes.
Inoltre non mancano le insegne luminose, la pubblicità/marketing e un bonus per l’eventuale acquisto di un’attrezzatura innovativa per la stampa di foto su sugelati/capuccini.
I-Kone corner hard: Questa proposta prevede in più un mantecatore gelato, un Freezer -18 ed un espositore di 6 vaschette, un Montapanna e un Corso di formazione.
In questo caso l’investimento iniziale è di € 13.900
I-Kone premium hard: La proposta più completa, infine, si struttura in più con un Espositore 18/20 vaschette, un Mantecatore frozen yogurt/granite, una Cioccolateria, un Dispenser succhi.
La formula all inclusive di I-kone richiede una somma iniziale minima di 20 mila euro.
La richiesta di I-Kone prevede una spesa iniziale a partire dai € 6.900 + Iva, per l’apertura di una gelateria-caffetteria. Anche in questo caso l’offerta presuppone l’individuazione di un locale di almeno 4mq (mini corner), mentre di 20 mq per gli altri format.
La proposta di I-KONE consente al sottoscrittore di divenire da subito proprietario (a differenza delle più comuni proposte di franchising, legate ad un semplice comodato d’uso) dei macchinari indicati dai diversi tipi di format, consentendo così al franchisee, al termine dei tre anni previsti dal contratto, di poter lavorare in completa autonomia o, in caso diverso, di procedere alla loro alienazione, potendo rientrare di parte del capitale iniziale.
Inoltre all’atto del contratto la possibilità di ricevere una fornitura gratuita di prodotto, tale da poter realizzare circa 3500 coppette/coni di gelato, così da rientrare quasi automaticamente da subito dell’investimento affrontato.
Qui trovi le indicazioni che ti potranno essere utili.
La Romana
Probabilmente La Romana rappresenta la proposta di franchising che vanta la tradizione più antica. Nasce, infatti, in pieno dopo-guerra, siamo nel 1947, la storia di questa eccellenza romagnola, precisamente riminese, capace in poche generazioni di arrivare a contare più di 50 aperture, con una presenza diffusa in buona parte d’Italia (oltre ai 4 Rimini, si conta una decina di negozi in Piemonte, 7 in Lombardia, 5 in Veneto e 5 nella Capitale), ma anche all’estero, con i 5 locali di Madrid, i due negozi di Valencia, ma anche quelli di Vienna, Dusseldorf e persino Riad e Dubai.
Così come per altri competitor, una politica atta a privilegiare la massima qualità del frutto del proprio lavoro, attuato utilizzando solo ingredienti naturali e di prima qualità: si va dal latte biologico proveniente da allevamenti certificati a uova ricavate unicamente da allevamenti a terra, per non parlare della panna, rigorosamente montata frusta, per regalare al palato la massima corposità. Particolare anche la tecnica di “pestatura”, attraverso il quale le nocciole, esclusivamente piemontesi, o i pistacchi d’alta qualità o le mandorle d’Avola, non subiscono alcun tipo di filtraggio, conservando in toto sapore e proprietà. Senza contare la pratica, comune a tutti i locali, di produrre quantità minime di prodotto in diversi momenti della giornata, per assicurare al gelato sempre la massima cremosità e bontà. Il tutto per la produzione di gusti davvero sorprendente. E La Romana si dimostra al passo con i tempi anche relativamente ad una produzione davevro eco-friendly.
Sul sito, ad esempio, viene orgogliosamente indicato l’utilizzo di un packaging, realizzato in massima parte da materiali FSC ( ossia proveniente da fonti gestite in maniera responsabile) e utilizzando materiali riciclati e Pla (prodotto noto per essere naturale e perciò del tutto biodegradabile e compostabile), assicurando il facile smaltimento di contenitori.
L’apertura in franchising di una gelateria La Romana prevede, così come da copione, il professionale accompagnamento degli esperti della casa madre sin dalla ricerca del locale, con un supporto che si estenderà anche in fase di trattativa per l’affitto, progettazione del locale e preventivazione dell’investimento necessario.
Massima cura riservata, al fine di garantire la qualità del prodotto originale, alla formazione del nuovo affiliato. Un percorso formativo che prevede due settimane presso la casa madre e due presso un punto vendita, così da permettere al nuovo franchisee di disporre di tutti gli strumenti per avviare la propria attività di successo.
Sebbene il sito non faccia espressamente indicazione di quote iniziali d’investimento o altre indicazioni lato funzionamento del franchising, rimandando ad un contatto in cui verrà identificata la soluzione ottimale a seconda del singolo caso, di norma l’impegno economico per l’apertura vede un esborso vicino ai 200 mila euro, quota che copre per intero tutte le necessità relative all’apertura del punto vendita. Parliamo di formazione, arredamenti, assistenza e formazione, per un contratto che non prevederà alcun tipo di royalties.
Da parte della casa madre, inoltre, la fornitura costante di semi-lavorati, a cui l’affiliato dovrà unicamente aggiungere latte biologico e lavorare il tutto nella macchina, al fine dell’ottenimento di un prodotto straordinario come l’originale.
Qui trovate il link de La Romana
Gioelia La Cremeria Artigianale
Competitor regionale de La Romana, un altra catena ugualmente legata a tradizione, naturalezza e qualità del prodotto. Anche Gioelia La Cremeria Artigianale, infatti, fonda la propria produzione esclusivamente sulla massima qualità degli ingredienti, prediligendo materie prime targate IGP e DPO, per un gelato cremoso e gustoso come quello di una volta. Questo grazie anche all’uso solo di Latte di Alta qualità, zucchero di canna e frutta freschissima, per una produzione quotidiana del gelato, che viene sapientemente e lentamente mantecato.
Accanto ai coni, poi non mancano i cannoli siciliani, i brownies, i cupcakes (coni deliziosamente guarniti), i bicchierini e i minuetti, ossia vellutati semifreddi, contenuti in vasetti di vetro e proposti in mille gusti.
Quello di Gioelia un successo davvero grandioso, con tante aperture avvenute nel Belpaese, 12, ma ancor più in Spagna, dove i negozi sono ormai 13 e in Romania dove sono 9. Insomma il gelato romagnolo ormai viene gustato quotidianamente nei tanti negozi emiliani, ma anche in Piemonte, in Campania, ma anche a Barcellona, Madrid, Malaga, Siviglia e in molti centri commerciali della Romania.
La proposta di Gioelia, a fronte di un investimento contenuto ( il sito non fornisce alcuna indicazione più precisa in termini di investimento) consente al franchisee di aprire il proprio punto vendita, in brevissimo tempo, potendo poi contare su un concept accattivante, elegante ma nel contempo familiare: In più ovviamente supporto in fase di scelta del luogo, aiuto in fase di allestimento, macchinari moderni e altamente tecnologici, ma soprattutto tutta l’esperienza di successo maturata nel corso degli anni della casa madre. Considerando che il sito non indica, neppure a grandi linee, l’investimento iniziale, ecco il link di contatto a Gioelia.
Gelateria Gel’Ice
Da Napoli la proposta di Del’Ice. La storia di questo franchising, paradossalmente, nasce da un errore di fornitura, quello che costrinse il capofamiglia, Antonio Salvo, a dover produrre, quasi per scherzo, uova di cioccolato per la clientela della sua pasticceria e su commissione. Correva l’anno 1980 e da quell’episodio l’ascesa della Cioccolateria Salvo, tanto da divenire una delle pasticcerie più note del Meridione. Divenuti grande i figli, nel 2004 lo sbarco nel mondo della gelateria, con l’apertura del primo punto vendita ed il lancio del marchio Del’Ice.
Alla base della filosofia dei Salvo la massima attenzione per la qualità del prodotto, naturalmente artigianale, grazie ad una serie di ricette gelosamente custodite da decenni e che hanno consacrato la gelateria Del’Ice come una delle più celebri del Paese.
Successo negli anni alimentato anche dalla capacità di sapersi reinventare, grazie, ad esempio, alla proposta di gelatini morbidi e cremosi, all’interno di una delicata e finissima sfoglia di cioccolato. Il minigelato assieme alle tante altre specialità della famiglia Salvo, rende unica la catena Del’Ice (qui una panoramica dell’ampia offerta di Del’Ice).
Il franchising Del’Ice prevede, a fronte di una sincera volontà di mettersi in gioco e di un locale di passaggio di almeno 50 metri quadrati, la possibilità di utilizzare il marchio, una esclusiva territoriale e una guida pratica per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Ovviamente c’è anche spazio per la formazione, integrata da aggiornamenti periodici e da una manualistica per gestire l’apertura e per la gestione operativa del punto vendita. L’offerta, evidentemente, prevede anche unìassistenza costante, una pianificazione e coordinamento delle iniziative pubblicitarie, oltre alla necessaria e completa fornitura di Arredamento, Tecnologie e Attrezzature. Completa la proposta un sistema di teleprenotazione prodotti e un monitoraggio sul trend di crescita del nuovo affiliato.
Qui la pagina relativa all’affiliazione di Del’Ice.
Gelatosità
Sempre da Napoli quest’altra offerta. Quella di Gelatosità una realtà matura e strutturata, come attestano, ad esempio, i non pochi riconoscimenti ricevuti (tra i quali alcuni inviti dell’Università partenopea Federico II per raccontare, come case history, la propria storia commerciale), come il premio quale miglior gusto con “Regno delle due Sicilie” al Gelato festival 2015, gusto che arriverà anche tra i quattro più votati alla finale europea di Firenze dello stesso anno. Non mancano gli attestati di stima da parte di riviste del settore, quali il Gambero Rosso.
A sintetizzare il perché del successo basterebbe la composizione de il “Regno delle due Sicilie”, una sorta di sensorial tour del Mezzogiorno, grazie alla Nocciola tonda di Giffoni, la cioccolata di Modica, il pistacchio di Bronte, l’arancia di Sorrento e il biscotto di Nocciola di Giffono, in cui troviamo l’1% di grasso del maialino nero casertano tipico del periodo della dominazione Borbonica. Ad esemplificare emblematicamente il rispetto e l’amore per la tradizione, l’utilizzo delle eccellenze del territorio e la fantasia che sempre anima chi vive il proprio lavoro come una passione. E poi un’artigianalità mostrata senza problemi anche in occasione delle tante visite guidate di scolaresche al laboratorio, compreso un’ academy interna rivolta a chi vuole imparare l’arte bianca o semplicemente apprendere le regole per riconoscere il gelato di qualità.
E in più anche un’attenzione non comune per celiaci, intolleranti al latte e diabetici.
Il franchising offerto da Gelatosità prevede la possibilità, allo stesso prezzo, di poter acquistare la gelateria per vendere al consumatore finale, più un laboratorio di produzione fatto e finito, attrezzato di pastorizzatore e mantecatore, così da potersi anche dedicare alla produzione in conto terzi. A partire da 35.000 euro la possibilità di aprire un punto vendita e poter offrire uno dei gelati migliori del panorama nazionale, integrandolo con le tante specialità campane, delle quali Gelatosità custodisce gelosamente i segreti.
Qui trovi il link di riferimento di Gelatosità.
Cremeria Vienna
Parte da Taranto, nel lontano 1982, la storia della Cremeria Vienna. Protagonisti i fratelli Mazzuto che, dopo i primi anni di inevitabile apprendistato, perfezionano l’arte del gelato negli anni successivi, tanto da tagliare il nastro ad altri due punti vendita. Nel 1989 l’avvio del progetto del franchising, con, nel 2010, la nascita di un marchio internazionale e i tanti negozi aperti in Grecia.
Attualmente sono, infatti, 14 i food shop in Italia e 3 nel Mondo.
Fulcro del progetto della Cremeria Vienna un gelato rigorosamente artigianale, i cui unici segreti siano racchiusi nella naturalezza e qualità degli ingredienti. Negli anni, inoltre, accanto alla produzione del gelato artigianale, è arrivata un’offerta che completa e integra il semplice cono con semifreddi, granite, yogurt, ma anche crepes, frappè, creme calde, brioches e waffle; il tutto sempre utilizzando la stessa filosofia di genuinità ed eccellenza negli ingredienti.
La proposta del franchising griffato Cremeria Vienna vede la casa madre affiancare il futuro affiliato sin dall’identificazione della location, dove nascerà un punto vendita che, naturalmente, godrà dell’identità e del layout degli altri negozi. Una volontà di riconoscibilità a partire dal gusto, ma che si riflette non meno in un locale che aspira, nella sua eleganza e raffinatezza, a divenire una vera e propria bottega del gusto.
Da qui progettazione e preventivo, con la formazione che partirà da subito e mira a fornire a chi sottoscrive il contratto tutto il know how per acquisire tutto quanto necessario per divenire operativo in breve. Un percorso formativo che prevede una parte teorica (composta sia delle tecniche di preparazione del prodotto, che dei rudimenti dei sistemi di controllo economico o delle norme igienico-sanitarie da osservare) e una operativa, con produzione e vendita del gelato presso uno dei punti vendita.
Accompagnamento ultimato con l’ inaugurazione del punto vendita e piena autonomia da parte del franchisee.
Il sito, però, non indica le possibili dimensioni del locale, né possibili investimenti iniziali, limitandosi ad illustrare il processo e a proporre un form di contatti. per aver maggiori info, qui trovi il link di Cremeria Vienna.
Bacio Nero
Ancora più dal Sud la proposta di Bacio Nero. Si tratta di un’azienda siciliana che vuole rappresentare il Made in Italy in giro per il mondo, tanto da autodefinirsi, sul proprio sito, il miglior franchising food italiano. In effetti la proposta di Bacio Nero risulta più che articolata, presentando accanto alla possibilità di aprire una gelateria in franchising, anche quella di aprire punti vendita legati alla yogurteria, alla pasta e alla caffetteria. Un format la cui sostenibilità appare certificata anche dai prestigiosi riconoscimenti ricevuti negli ultimi anni, come la recente certificazione Halal food-certified.
Attualmente limitandoci alle gelaterie, il Bacio Nero ha programmato una politica di espansione che, naturalmente, è partita dalla natia Sicilia (dove ci sono 6-7 negozi), ma non mancano le aperture anche in Calabria, Puglia, con nuovi franchising nati anche a Busto Arsizio e nelle vicine Francia e Svizzera, precisamente ad Annecy e Yverdon-les-Bains. Non manca, però, la possibilità di gustare le tipicità siciliane anche all’estero con i 3 negozi aperti in Costa d’Avorio, e punti di vendita anche in Guinea, Stati Uniti e nella francofona La Reunion.
L’artigianalità del gelato prevede necessariamente che il punto vendita goda di un laboratorio, e non meno che la produzione avvenga secondo le scrupolose indicazioni della casa madre, al fine di proporre un prodotto, in tutto e per tutto identico a quello originale.
Quanto alle caratteristiche del franchising, nonostante il sito si limiti a consigliare un contatto diretto e alla compilazione di un form in cui si richiede la somma disponibile per l’apertura, in passato alla base dell’affiliazione vi era la possibilità di disporre di un locale di metratura varia (ma, comunque, non inferiore ai 20 metri) e una disponibilità in media attorno ai 75 mila euro. A fronte di ciò, da parte della Bacio Nero, tutta l’esperienza consolidata in tanti anni di successo, in fase di progettazione e allestimento, relativamente alla fase di start-up e di disbrigo di formalità burocratiche e una formazione all’altezza del compito a cui il nuovo affiliato è atteso. Ovviamente la formula prevede anche la fornitura dell’arredamento necessario. Qui, comunque, il sito diretto, dove avere ulteriori ragguagli e trovare i contatti necessari all’affiliazione.
Amorino
https://youtu.be/7qhVufuEzus
Una storia simile a quella di Grom, quella di Amorino, ma in salsa transalpina. Una storia di successo che vede protagonisti due Italiani che nel 2002 fondano a Parigi la loro società, aprendo un primo punto vendita.
Un successo che nasce sin dal format e dall’attenzione maniacale al dettaglio quello di Amorino e che arriverà nel nostro Paese solo nel 2010, contando, ad oggi, negozi a Cortina, Milano, Verona, Venezia, Firenze e Roma.
Un bel po’ di punti vendita, ma assolutamente nulla in confronto a quelli che l’iniziativa dei nostri due emigrati ha originato al di fuori del loro Paese Natale, con 37 negozi in Francia, 13 in Spagna, 5 in Germania, 3 in Portogallo, 2 in Inghilterra, 1 a Dublino e ancora Lussemburgo, Grecia, Malta, Svizzera e Lussemburgo, per quanto riguarda il continente.
Al di fuori i 12 negozi negli Usa, 8, in Messico, 2 in Marocco, 3 negli Emirati, 1 in Qatar, 1 in Nuova Caledonia …insomma davvero una colonizzazione planetaria.
Ovviamente alla base del progetto Amorino l’utilizzo di ingredienti esclusivamente di qualità assoluta, preferibilmente quelli di Denominazione di Origine Controllata quando possibile, senza trascurare latte fresco intero e frutta sempre e solamente di stagione.
Un’attenzione così orientata all’eccellenza che fa si che sul suo sito, Amorino indichi espressamente nella denominazione dei propri gusti, l’estrema qualità di molti suoi ingredienti: ecco l’utilizzo della banana brasiliana, Caffè Altura Luz Supremo, Cioccolato Ecuador Pure Genuine, Limone Femminiello di Siracusa e non manca la Nocciola Tonda gentile, il lampone Heritage, la fragola Camorosa, il mango Alphonso from Indiala vaniglia bourbon del Magadascar, il Cocco puro Sri Lanka o il pistacchio Mawardi.
Una produzione che prevede, inoltre, un’offerta anche per i vegan, mentre lato dolcezze non mancano, essendo i Francia, i macarons, i waffle e le crepes.
Un franchising di alto livello come quello proposto da Amorino, per chi fosse interessato a conoscerne immediatamente i costi, difficilmente può essere apribile senza disporre di una somma iniziale tra i 200 2 300 mila euro. Il form di contatto, non per nulla, presenta anche le caselle per chi possa disporre di mezzo milione di euro o di una somma superiore. Insomma una proposta top per un investimento commisurato.
Da parte del franchisor, naturalmente, una consulenza a 360° gradi con un supporto sin dalla fase di ricerca del locale e della posizione più adatta, per poi assisterlo in fase di allestimento, formazione e gestione del punto vendita. Qui trovi il link di Bacio Nero.
Grom (non più attiva)
Probabilmente con Grom parliamo della realtà più cresciuta nell’ultimo decennio, per una crescita talmente ipertrofica da aver visto la start-up del gusto nata dall’idea di due brillanti giovani imprenditori, Guido Martinetti e appunto Federico Grom, rilevata nel 2015 dalla multinazionale Unilever, proprietaria, tra i tanti, del marchio Algida.
Lato punti vendita la crescita di Grom è stata tale, dal 2003 anno di apertura a Torino del primo punto vendita in piazza Paleocapa a Torino, da arrivare in una dozzina di anni a piantare la propria bandierina in più di quaranta città italiane e con 10 show-room presenti nelle città top mondiali (da New York a Parigi, passando per Dubai, Osaka, Londra Malibu e Hollywood).
Una produzione, parlando di Grom, alla sua nascita totalmente incentrata sul rispetto di alcuni principi inderogabili: frutta fresca esclusivamente acquistata dai consorzi (e non dal mercato cittadino), così come latte a km. 0 di prima qualità e uova di galline unicamente allevate a terra, proveniente dalle fattorie delle Langhe. Ovviamente nel manifesto della qualità di Grom non trovavano posto coloranti, conservanti, aromi o emulsionanti e, nella produzione dei diversi gusti, spazio alle migliori tipicità del BelPaese. E ancora sorbetti realizzati sempre con una presenza di frutta pari almeno alla metà del prodotto, a cui si aggiunge esclusivamente acqua di sorgente e zucchero di canna.
Questi i capisaldi di una crescita davvero da case history, stoppata, però, dall’acquisizione da parte di Unilever e una nuova strategia di business destinata a privilegiare altri canali di vendita. Insomma il prodotto di Grom da gustare dai barattoli ( la multinazionale ipotizza anche altri canali orientati più allo street food), piuttosto che un un cono, come dimostrano emblematicamente le tante recenti chiusure, partendo dallo storico negozio di via Cernaia, a Torino, per passare a Udine, Mestre, Treviso, Modena, Viareggio e Alessandria.
Una nuova strategia di vendita che passa anche dalla non più apertura di nuovi locali in franchising, ragione per cui citiamo, seppure alla fine, Grom, che molti ancora pensano, erroneamente, rappresenti un franchising nel mondo del gusto. Da qualche mese, infatti, le richieste di affiliazione non sono più prese in considerazione.