L’uomo nei secoli ha sempre lottato per scovare nuove tecniche in grado di rendere più “vicine” mete che potevano sembrare impossibili da raggiungere. Le invenzioni nel corso della storia hanno adempiuto ai loro compiti, rendendo il mondo, almeno all’apparenza, leggermente più piccolo. Certo però raggiungere ogni volta che si vuole un parente, un amico o magari la donna della nostra vita dall’altra parte del mondo, significa mettersi in viaggio per ore, spendendo somme ingenti ad ogni singolo volo. Fortunatamente per noi però viviamo nel futuro dei computer, un tempo in cui nessuno, pur volendolo, può essere solo. La tecnologia oggi offre una vasta gamma di aggeggi in grado di metterci in contatto con il mondo in pochi minuti, davvero insignificanti se paragonati alle distanze che in teoria staremmo percorrendo al momento di quel “click”. Abbandonate le lettere, con busta, carta, penna bic ed inevitabile tempistica delle poste, siamo stati travolti, ormai anni fa a dire il vero, dalle e-mail, in grado di dar vita ad un moderno epistolario in men che non si dica, consegnando nella casella postale virtuale del nostro caro destinatario i nostri pensieri in tempo reale. Nascono poi le chat, figlie delle posta elettronica, e che di questa conservano la caratteristica dei messaggi in tempo reale, aggiungendo però la possibilità di chiacchierare liberamente con più persone contemporaneamente, sia in un “ambiente” pubblico che riservato ai soli pochi noti, tentando di ricreare sul web le sensazioni di una rimpatriata tra amici. Certo però può capitare di non vedersi per anni, e lo scambio di foto attraverso le e-mail o i programmi di chat come Messenger può alla lunga non bastare, così le nostre scrivanie fanno posto alle “webcam”. Telecamerine digitali, sempre più spesso incluse nei pc, capaci di mostrare in ogni dove qualunque cosa le si mostri davanti alla lente, seguendo naturalmente la regola non scritta del “tempo reale”. Ricapitolando siamo dunque capaci di scrivere ad un amico e riunirne un gruppo per fare due chiacchiere, inviarci foto o addirittura vederci come se fossimo a pochi passi di distanza l’uno dall’altro. Gli ultimi anni infine ci hanno regalato l’ennesima invenzione in questo senso, facebook. Un “social network”, di certo non il primo, nato dall’idea che spesso gli amici che vogliamo contattare sono da così tanto tempo fuori dal nostro ambiente quotidiano che risulta difficile reperirli. Così inserendo alcuni dati, e incrociando le dita, si possono ritrovare i volti di persone che credevamo essere andate perse nell’oblio dei nostri ricordi di gioventù. Nessuno è solo dunque, o forse tutti siamo un po’ più soli. E’ questo infatti l’unico grande dubbio che nasce quando si osserva un po’ la nostra società. Se è vero infatti che queste invenzioni sono di enorme aiuto per mantenere vivi dei rapporti che altrimenti andrebbero perduti, è davvero utile rinchiudersi nella nostra camera per chiedere “come stai?” ad un amico che abita a pochi metri da noi?
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