Il vetro è un materiale delicato ma resistente di cui si e’ fatto utilizzo già in tempi lontani, come gia’ ci narra Plinio il Vecchio riferendosi all’utilizzo che ne veniva fatto in Fenicia nel terzo millennio avanti Cristo e anche in Egitto.
Gia’ allora il vetro veniva lavorato per creare oggetti come stoviglie, utensili e piccoli gioielli.
Nel corso degli anni questo utilizzo si era diffuso anche in Cina e India dove sono stati ritrovati dei vasi risalenti al primo millennio avanti Cristo.
La soffiatura del vetro è pero’ una tecnica piu’ recente, che risale al primo secolo avanti Cristo nell’impero romano dove venivano plasmate principalmente bottiglie e vasi.
Questi oggetti erano principalmente di colore verde a causa della presenza di componenti ferrose nella sabbia che veniva utilizzata.
Nei secoli successivi il vetro fu utilizzato nei mosaici bizantini e se ne diffuse l’utilizzo in tutta Europa, tanto che nell’undicesimo secolo in Germania si cominciarono a lavorare le sfere di vetro lavorandole ancora calde per creare delle lastre piuttosto sottili chge potevano poi essere lavorate in un secondo tempo scaldandole di nuovo per dare loro la forma desiderata.
Questa tecnica fu affinata e divenne il centro di un fiorente commercio a Venezia e poi in particolare a Murano (ancora oggi è nota in tutto il mondo per i suoi oggetti in vetro soffiato), dove era stata spostata la produzione per confinare su un’isola la manifattura e il relativo rischio di incendi.
Proprio qui si comincio’ a sommare alla sabbia utilizzata come materia prima delle impurita’ metalliche di diverso genere per ottenere diverse colorazioni.
La lavorazione del vetro, benche’ si sia affinata nel corso degli anni soprattutto per quanto riguarda le miscele utilizzate per ottenere diverse caratteristiche di resistenza del vetro, trasparenza, lunìminosita’, è rimasta in realta’ molto simile alla lavorazione che se ne faceva un tempo, e se ci rechiamo sull’isola di Murano presso una qualsiasi vetreria non sara’ difficile poter assistere in diretta alla lavorazione di qualche magnifico oggetto.
Viene ancora utilizzata la canna da soffio e la bellezza dell’oggetto finito dipende principalmente dalla bravura e dalla capacita’ del vetraio, ci troviamo difatti di fronte a dei veri e propri artisti e ogni oggetto prodotto e’ unico e inimitabile, uno stesso soggetto non puo’ mai essere replicato in maniera identica.
Nella fornace e’ posto il crogiolo che contiene la pasta vitrea, da cui il vetraio tramite la canna da soffio preleva la quantita’ di vetro incandescente che gli serve, questo materiale ha la forma di una goccia e viene chiamata bolo.
A questo punto il vetraio muove velocemente la canna mentre soffia all’interno e si aiuta con pinze e forbici. Se durante la lavorazione la pasta di vetro si raffredda e quindi indurisce l’oggetto puo’ essere moderatamente riscaldato di nuovo per poter continuare a modellarlo.
E’ un procedimento affascinante che merita di essere ammirato almeno una volta nella vita perche’ è come trovarsi davanti alla creazione di una piccola opera d’arte di perfezione e originalita’.
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