I motivi per cui diventare insegnante non sono più appetibili sono diversi, primo fra tutti l’accesso alla professione.
Negli anni sono cambiate le regole al punto che non sempre i requisiti necessari per intraprendere la professione d’insegnante hanno avuto regole certe sia per ciò che concerne gli studi da intraprendere sia per quanto riguarda l’abilitazione.
Fino agli anni ’70 diventare insegnante era facile, bastava essere laureati e fare una domanda di supplenza al Provveditorato agli studi competente territorialmente ed il percorso per iniziare la carriera d’insegnante era lineare , solitamente dopo un certo di supplenze, si veniva immessi in ruolo, senza che ci fosse alcun criterio che verificasse la preparazione degli insegnanti.
Non era infrequente che dei diplomati facessero gli insegnanti di educazione fisica, anche le regole per diventare insegnanti di scuola elementare erano semplici, basti pensare che era sufficente essere in possesso del solo diploma di maturita magistrale.
Negli anni ’90, dato l’alto numero di laureati, le regole sono cambiate, per avere accesso alla professione bisognava essere in possesso, oltre alla laurea, dell’abilitazione all’insegnamento rilasciata dalla SISS, la Scuola di Specializzazione all’insegnamento Secondario.
La riforma Gelmini ha in parte cambiato le regole del gioco, ma di fatto non ha sciolto il nodo dell’accesso alla professione che dovrebbe effettuarsi per concorso pubblico e non con l’immissione in ruolo per motivi contingenti e comunque non legati alla reale preparazione degli insegnanti.
In pratica per fare il supplente non è più necessario inoltrare la domanda agli uffici provinciali che hanno sostituito al Provveditorato agli Studi, ma presentare direttamente la domanda di incarico temporaneo al dirigente scolastico di un determinato ufficio, in pratica grazie alla legge sull’autonomia scolastica è facoltà del dirigente scolastico, quello che una volta era il preside, accogliere la domanda di supplenza in base alla propria discrezionalità.
Naturalmente l’accettazione della domanda con un incarico temporaneo costituisce un titolo per acquisire punteggio per essere inseriti nelle graduatorie provinciali e per futuri incarichi temporanei.
ESPERIENZE PERSONALI. Vista l’impossibilità di intraprendere l’insegnamento delle materie tradizionali, dopo aver conseguito la laurea in filosofia, ho tentato di iniziare la carriera come insegnante di religione il cui accesso è regolato da criteri completamente diversi rispetto a quelli necessari per diventare insegnante di discipline scolastiche ordinarie. Per diventare insegnante di religione è necessario essere in possesso di laurea magistrale in scienze religiose e fare domanda al locale responsabile scolastico diocesano..
In questo caso tuttavia il titolo abilitante non costituisce un requisito imprescindibile, in quanto esiste una discrezionalità che è rimandata alla decisione del responsabile diocesano, in pratica una semplice catechista che non ha alcun diploma può diventare una insegnante di religione equiparata sia economicamente che contrattualmente agli altri insegnanti. Data tale discrezionalità, l’accesso alla professione è in totale balia della scelta dell’incaricato vescovile.
SVANTAGGI: Mancanza di concorsi pubblici, regole non chiare e discrezionali, rischio di precarizzazione.
VANTAGGI: 18 ore alla settimana, di fatto nove mesi di lavoro.