Per imparare a dipingere bisogna dapprima conoscere i colori e le loro differenti sfumature; poi gli attrezzi giusti da usare.
La prima cosa da fare è avere una cognizione sulle tonalità e sulle sfumature che ogni tinta può avere, partendo dalle regole base degli effetti cromatici. Sapere cioè che esistono tre colori base (rosso, giallo e blu) e che dalle combinazioni di queste si ottengono tutti gli altri. Il rosso e giallo combinati insieme danno cioè larancio, il rosso e il blu danno il viola, e il blu e il giallo danno il verde. Tutte le variazioni di colore saranno lattenuazione di un tono di partenza che appartiene quindi a questi.
I colori si distinguono in freddi e caldi a seconda della sensazione che suscitano in chi li osservi, e che li renda associabili al rosso, arancio o giallo del caldo estivo, ad esempio, oppure del verde, blu e viola per la stagione invernale.
Passiamo poi ai pennelli, di cui dovremo avere diverse misure. Una prima, più grande, sarà quella che ci occorre quando, acquistata una tela, dovremo passarvi sopra del gesso acrilico. Il gesso va leggermente diluito e passato poi su tutta la tela, ma anche sul retro, facendolo poi asciugare bene allaria.
Il disegno: per i principianti è utile iniziare a dipingere su un disegno già acquisito. I veri pittori sono invece quelli che dipingono su una base a matita limitata o nulla.
Se volessimo tracciare noi il disegno a matita, dovremmo realizzarlo da parte e applicarlo poi con un fissatore. Per disegnare loggetto in questione, dobbiamo comporre una struttura reale (ad esempio tre mele in un cesto) e immaginarlo intrappolato allinterno di un quadrato i cui lati vadano a toccare ciò che vogliamo ritrarre. Potremo immaginare o creare un quadrato intorno al cesto, e poi ad ogni singola mela. Troveremo così le nostre proporzioni dando la giusta armonia alla composizione.
Generalmente vengono utilizzate delle tavole che abbiano ad oggetto le nature morte, come fiori e frutta. È importante che si parta da qui perché questi soggetti offrono lo spunto per studiare la luce di un dipinto, per poi passare a trattarla in soggetti più raffinati come i paesaggi.
Nella natura morta di fronte a noi, ad esempio una mela, distingueremo tre zone: la prima è quella che mostra il cosiddetto tono locale, cioè quello effettivo che dovrebbe vedere la persona che osserva il quadro frontalmente; poi cè il tono dombra, quello in cui il tono locale va scurendosi, e infine il tono luce, quello che si realizza quando il tono locale va schiarendosi.
Con un pennello dalla punta sottile, bagnato in un rosso cadmio, dovremo poi riprendere tutti i contorni, abbozzando il colore dove appare (nella realtà) più intenso, ad esempio su alcuni punti della mela dove riusciamo a vedere il tono locale, o anche sulle foglie. Lasceremo invece bianche le parti in luce. Con questo sistema, poco alla volta impareremo, diluendo il colore, ad avere tre colori diversi che riflettano i tre toni reali.
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