Gestire i conflitti sul posto di lavoro non è una cosa facile. Tuttavia, innanzi tutto, secondo la mia esperienza personale, bisogna stabilire la portata del conflitto. In primo luogo, infatti, si può cominciare a definire qual è la soglia oltre la quale un semplice scambio di vedute può diventare un conflitto. Infatti, non sempre è il caso di intervenire, con particolare riferimento a quella (più o meno) normale dialettica costituita dal rapporto fra le persone. Quando l’evento comunque tende a ripetersi e/o ad approfondirsi, allora si comincia a delineare il problema e la necessità di un intervento. Prima di intervenire, comunque, è opportuno comprendere la situazione. Non è una sfida facile e si rischia di minimizzare il problema o, al contrario, di renderlo più grande di quello che è. Prima di tutto, è essenziale riconoscerlo e cercare di comprendere quanto è importante per il diretto interessato, tanto da indurlo a stimolare un conflitto sul posto di lavoro. Riconoscere questo elemento e mettersi dalla parte dell’interessato come stato danimo, aiuta a cercare una prima possibile gestione del conflitto, allo scopo di risolverlo. Poi, occorre avere pazienza e prendersi del tempo per esaminare tutte quelle informazioni che possono essere di aiuto per comprendere meglio la realtà conflittuale presa in considerazione. Meglio una decisione tarda, ma efficace, che una celere, ma poco opportuna. Certo, bisogna evitare di ricorrere a metodi drastici e forzature di ogni tipo, perché si potrebbe incorrere in un ulteriore peggioramento della situazione. Infatti, se è vero che i conflitti non se ne vanno via mai da soli, è altrettanto vero che possono degenerare di fronte a delle decisioni dure che coinvolgano le persone interessate. Ne possono scaturire sentimenti di rivalsa e di rancore, e tutto ciò che la mente sofferente di una persona può partorire. Inoltre, bisogna anche riconoscere che, spesso, il problema non è tanto la persona, quanto una questione particolarmente spinosa che psicologicamente stressa la persona interessata. Di fatto, spesso e volentieri, risolto il problema in sé e per sé, finisce il conflitto legato alla relativa persona cui era collegato. A questo punto, occorre mettere a punto delle linee guida da seguire, prima di passare allazione pratica, ossia ad un incontro fra le parti. Infatti, con le idee chiare in merito, sarà più facile giungere ad un accordo fra le persone, cercando di comprenderne le rispettive prospettive e i relativi punti di vista. Il risultato migliora poi con unazione determinata e il mantenimento di una comunicazione sempre aperta nei confronti di tutti. I vantaggi sono relativi alla possibilità di risolvere tutti o quasi i conflitti che si verificano sul luogo di lavoro. Gli svantaggi sono legati alla difficoltà psicologia e pratica nel superamento di particolari situazioni lavorative e all’eventualità di trovarsi davanti a persone particolarmente problematiche, che in maniera ricorrente continuino a causare conflitti. Dubbi al riguardo? Al più la possibilità di trovarsi di fronte a persone la cui situazione psicologica è talmente depauperata da costituire un problema nel problema. Le persone introverse risultano poi le più difficili con cui trattare.
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