Laggressività nei cani rappresenta un problema di comportamento molto frequente, specialmente nelle razze più difficili da accudire. Ecco dunque che gli eventuali interventi correttivi da mettere in pratica devono essere assolutamente specifici e mirati, allo scopo di avere unottima efficacia. Ciò significa che la prima operazione da compiere consiste nell’identificare il tipo di aggressività che l’animale manifesta. Non è raro, comunque, che in soggetti problematici i tipi di aggressività siano più di uno. Essi potranno manifestarsi in maniera separata, a seconda degli stimoli cui viene sottoposto, oppure in maniera contemporanea o consequenziale, vale a dire che una reazione di tipo aggressivo viene scatenata da una azione aggressiva precedente. Come ogni padrone di cane sa, laggressività si presenta in forme e posture particolari e difficilmente confondibili. È comunque necessario riuscire a capire se laggressività rappresenta una reazione di difesa o di attacco. Per esempio, molti cani sfuggono al contatto con bambini che non conoscono in quanto deboli di tempra, e dunque si spaventano. In questo caso, allora, il padrone deve evitare di portarlo in parchi o altri luoghi frequentati dai bambini, e in ogni caso deve mettergli una museruola nel momento in cui mostrasse segni di aggressività. Le motivazioni alla base dellaggressività del nostro amico a quattro zampe sono soggettive e diverse tra loro: possono dipendere dallambiente circostante o dal carattere del cane, dalle relazioni con le altre persone a problemi di salute. Tutto ciò può causare manifestazioni aggressive. Un concetto da tenere presente, infine, è quello di via di fuga: essa consiste nella possibilità per lanimale di allontanarsi di propria iniziativa in un qualsiasi momento, per ripristinare una condizione di sicurezza. Traducendo: in casa, tra quattro mura, ovviamente questa via di fuga non è presente, e quindi sarà compito del padrone, o dei padroni, mettere l’animale a proprio agio per evitare che egli si senta costretto a cercare un modo per fuggire. Altri consigli per gestire un cane aggressivo. In generale, il padrone deve dimostrare un controllo intero sul cane, il quale al guinzaglio non deve infastidire i passanti, tagliare la strada tirare, saltare addosso o dare strattoni. Questo comportamento che possiamo definire decoroso si deve accompagnare a una certa affidabilità nel richiamo. In ogni caso, è bene sottolineare che il primo a dimostrarsi educato deve rivelarsi, ovviamente, il padrone. Per esempio, molti proprietari consentono al proprio cane di correre dietro ai ciclisti o alle macchine, incontro agli altri cani o ai bambini, ignorando sia il disagio che gli eventuali pericoli che tale comportamento può determinare. Insomma, educare un cane non significa solamente insegnarli ad eseguire in maniera meccanica alcuni semplici esercizi di ubbidienza, ma presupporre dei ruoli gerarchici tra cane e padrone. In questo senso gli esercizi di ubbidienza rappresentano solo una parte del lavoro. In parole povere, il fatto che un cane si sieda a comando non significa che esso sia educato. Sintetizzando, è importante sottolineare che per ridurre al minimo gli episodi di aggressività del cane è fondamentale che il proprietario disponga degli strumenti adatti per comprendere il comportamento e perché no, il linguaggio dell’animale.
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