Il Trattamento di Fine Rapporto, TFR in breve, è un accantonamento versato dal lavoratore e che costituirà la sua buonuscita, o liquidazione, nel momento in cui dovesse cessare un rapporto di lavoro dipendente. Vi sono regole ed eccezioni che ne normano l’accantonamento e la fruizione.
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Che cos’è il Tfr
Il TFR costituisce una forma di risparmio del lavoratore ed è il risultato di una trattenuta in busta paga che viene poi erogata alla cessazione del lavoro o in condizioni speciali. Si tratta di qualcosa che riguarda i lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro standard e non riguarda lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o lavoratori autonomi.
L’ammontare del TFR è sempre e comunque di proprietà del lavoratore. Il datore di lavoro svolge la semplice funzione di amministratore, occupandosi di trattenere l’accantonamento e amministrarlo, secondo le scelte fatte dal lavoratore.
Sarà il datore di lavoro, infine, a erogarlo una volta cessato il rapporto di lavoro. Recenti disposizioni legislative hanno introdotto la possibilità, per il lavoratore, di decidere per il versamento del TFR direttamente in busta paga, senza accantonamento, oppure per destinarlo ad una pensione integrativa, piuttosto che ad una liquidazione unica.
L’accantonamento annuo equivale alla retribuzione di un anno divisa per 13,5. Sommando gli importi totali, si arriverà alla somma da liquidare alla fine del rapporto. Questa deve essere versata dal datore di lavoro in tempi immediatamente successivi alla cessazione del contratto, con attese che variano tra i 30 e i 45 giorni. I dettagli specifici possono essere ritrovati sui contratti nazionali, ma ritardi che superino la soglia dei 45 giorni comportano un pagamento di interessi da parte del datore di lavoro. In caso di mancato versamento in tempi ragionevoli, inoltre, è possibile seguire le vie legali per ottenere il dovuto.
Il TFR è soggetto a delle limitate trattenute previdenziali e fiscali. In genere, lo 0,5% di ogni quota annuale viene versato all’INPS. La tassazione, invece, è soggetta ad una trattenuta dell’11%.
Va ricordato, infine, che un anticipo non superiore al 70% del proprio TFR può essere richiesto al proprio datore di lavoro. Per poterne usufruire, il rapporto lavorativo deve esistere da almeno otto anni e si devono rispettare determinate condizioni previste dai contratti nazionali.