Una delle professioni in assoluto più ambita, soprattutto per gli iscritti alla facoltà di giurisprudenza è quella del notaio. L’iter da affrontare per chi volesse intraprendere questa professione è in primis iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. La facoltà di giurisprudenza ha durata quinquennale che ha il compito di formare professionisti nell’ambito giuridico, in particolare nella formazione di un giurista che sappia individuare, interpretare, applicare e far applicare le norme giuridiche dell’ordinamento costituzionale italiano. Le classiche materie di questo corso di studi sono: diritto privato, regolante i rapporti tra i singoli soggetti giuridici o tra singoli e Stato,
Diritto pubblico: che si occupa del diritto che concerne la regolamentazione della pubblica amministrazione.
Diritto romano: Conoscere la tradizione romanistica che ha dato le basi al nostro diritto è fondamentale per riuscire a capire anche il diritto odierno.
Filosofia del diritto: Materia molto importante in quanto permette di iniziare a intraprendere l’interpretazione e l’articolazione della norma giuridica nonché le sue origini e i suoi cambiamenti nel tempo, come essa viene considerata nel tempo da più autori, la questione della validità delle norme giuridiche e la loro struttura.
Questo corso di laurea dà l’opportunità di cimentarsi in diverse professioni: avvocato, giudice, magistrato e appunto notaio.
La figura del notaio è quella di un “pubblico ufficiale”, chi si rivolge ad un notaio ha infatti di fronte, in quel momento, un individuo che rappresenta lo stato in tutta la sua portata. Esso è prevalentemente preposto alla registrazione o anche ricezione di atti tra vivi e di ultima volontà alle quali conferisce pubblica fede. Il notaio ha inoltre il compito di spiegare gli atti agli aventi causa, essendo noto il particolare linguaggio del diritto che non è propriamente comprensibile in quanto contenente termini a volte ostici o troppo tecnicizzati.
Ma perché, nell’immaginario comune, intraprendere la carriera di notaio è particolarmente duro?
Innanzitutto perché, oltre ai consueti diciotto mesi di tirocinio che bisogna effettuare in uno studio notarile, bisogna altresì frequentare successivamente un corso biennale molto difficile grazie al quale è possibile accedere al concorso pubblico nazionale.
La prova è generalmente articolata in questo modo:
– Preselezione al computer
– Esame scritto, che viene generalmente suddiviso in tre prove , un atto di ultime volontà e due atti tra vivi.
– Esame orale che verterà maggiormente su un gruppo di materie: diritto civile, diritto commerciale,ordinamento del notariato e gli archivi notarili, diritto tributario.
I titoli sono poi assegnati in numero chiuso dal Ministero di Grazia e Giustizia. E’ proprio questo che generalmente preoccupa la maggior parte delle persone, d’altra parte la possibilità di aprire uno studio notarile per persone che non hanno un appoggio familiare risulta molto difficile se non impossibile,non solo economicamente, ma anche per quanto riguarda la fama della quale alcuni individui godono grazie ad una tradizione decennale nell’ambito del notariato.