Ansia e depressione vengono spesso confuse come fossero un’unica malattia. In realtà diversi sono i sintomi, le cause e le terapie da adottare.
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Ansia e depressione le terapie
È ormai prassi comune trattare questi disturbi come vere malattie, tendenza questa già presente ai primi anni 60′. Fu tuttavia alla fine del decennio che vennero ad affermarsi nuove teorie tese a demedicalizzare il problema, negando l’esistenza delle malattie mentali e riportando il problema ad un livello psico-sociologico.
Questa nuova cultura che considerava l’ansia e la depressione non come malattie mentali ma come espressioni di disagi esistenziali che l’individuo viveva a causa dei condizionamenti sociali e familiari, vedeva nel sintomo non più qualcosa da combattere e sopprimere, ma un alleato per sondare i conflitti interiori che generavano il malessere.
Nacquero così nuove terapie che vedevano nell’impegno personale e nella volontà, piuttosto che nei farmaci, lo strumento migliore per il superamento del disagio.
Solo alla fine degli anni 70′, si tornerà ad un approccio medico con l’affermazione delle terapie farmacologiche e psicoterapiche quale migliore cura per queste sindromi.

Come curare la depressione con i farmaci
Nella cura dell’ansia, a fronte di una prima diffusione dei farmaci ansiolitici, come le benzodiazepine (BZD),è andato sempre più affermandosi l’impiego dei farmaci antidepressivi che, pur non avendo un effetto direttamente ansiolitico, danno risultati più soddisfacenti nel trattamento a lungo termine.
La storia degli antidepressivi ha inizio con i triciclici che, a fronte dei risultati immediati che garantivano, presentavano numerosi effetti collaterali. Si passò così ai cosiddetti anti-MAO, farmaci, che pur riducendo gli effetti collaterali, presentavano il rischio di improvvisi e pericolosi aumenti della pressione arteriosa. Alla fine degli anni 80′ fu immesso sul mercato americano una nuova sostanza, la fluoxetina, che diede origine ad una nuova generazione di farmaci, gli SSRI, capaci di un’azione selettiva sul sistema serotoninergico senza presentare nessuno degli effetti collaterali dei triciclici e degli anti-Mao.Gli ultimi ritrovati in ordine di tempo sono stati i farmaci SNRI che agiscono sulla noradrenalina e sulla serotonina.
La psicoterapia, che deve affiancare e mai sostituire la terapia farmacologica, ha un ruolo importante non tanto nel debellare il nucleo profondo dei disturbi mentali, che restano malattie del cervello, quanto nel migliorare quegli aspetti che fanno da contorno a questi disturbi. Sarà pertanto utile nel rafforzamento del’lautostima, nell’elevazione della soglia dello stress, nella limitazione dell’autolesionismo, nel miglioramento delle relazioni,etc.
Particolarmente efficace nella cura dei disturbi d’ansia e della depressione non meno da tenere in consideraione la terapia cognitivo-comportamentale che può aiutare il paziente:
– a comprendere e a correggere il tipo di reazione che il soggetto mette in atto al verificarsi di determinate situazioni;
– ad individuare schemi di pensiero, difese psicologiche, pensieri ricorrenti e interpretazioni della realtà che sono all’origine del suo disagio.
In queste terapie, dette terapie brevi poiché limitate nel tempo, il paziente non lavora sul passato, materia questa delle terapie psicodinamiche, bensì sul presente apprendendo nuove soluzioni che possano aiutarlo ad uscire dalle problematiche che minano il suo benessere e tornare alla quotidianità di un tempo.