Il colloquio di lavoro è certamente un momento difficile, carico di sentimenti contrastanti che assalgono il candidato: da una parte prova una comprensibile euforia data dalla possibilità che gli viene offerta, dall’altra una terribile preoccupazione data dalla paura di fallire.
Per prepararsi al meglio per questo importante appuntamento, ecco alcuni consigli pratici.
Primo consiglio.
Bisogna dare una buona impressione di sé anche esteriormente: l’aspetto fisico è subito visibile e, che piaccia o no, suscita una prima reazione nell’interlocutore, di conseguenza bisogna trasmettere un senso di ordine e di pulizia, dato da un look generalmente sobrio e curato.
L’abbigliamento deve essere adeguato e consono all’incarico per cui si sta facendo il colloquio, quindi è d’obbligo un abito particolarmente elegante solo se questo sarà l’abbigliamento richiesto quotidianamente o quasi per svolgere il lavoro stesso.
Se così non è, meglio scegliere degli indumenti più informali, senza però cadere nell’eccesso opposto, per evitare di apparire trascurati (da evitare jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica consunte, insomma): una classica via di mezzo in questo caso non guasta.
I capelli devono essere ben pettinati ed è consigliabile non esagerare con i profumi, soprattutto se eccessivamente forti e persistenti (potrebbero dar fastidio all’interlocutore) ed evitare colori accesi e vistosi ed accessori troppo eccentrici.
Per le donne, è buona norma evitare scollature, abiti provocanti e trucco pesante.
Secondo consiglio.
La puntualità è un obbligo.
Arrivare in ritardo è tassativamente vietato, in quanto indice di inaffidabilità, ma anche arrivare troppo in anticipo non è consigliabile, da una parte per evitare di agitarsi nell’attesa in sala d’aspetto, dall’altra per non dare l’impressione di persona eccessivamente ansiosa.
Occorre pertanto organizzarsi al meglio per rispettare l’orario fissato, presentandosi non più di una decina di minuti prima all’appuntamento.
Terzo consiglio.
Al candidato verranno poste delle domande, alcune riguardanti la sfera personale, altri la sfera lavorativa, diverse a seconda dell’incarico per cui si sta facendo la selezione.
In ogni caso le risposte dovranno essere il più possibile sincere: non ha senso ad esempio fingere di avere una competenza che in realtà non si ha, nel tentativo di dare una buona impressione di sé, perché nel momento in cui verrà chiesto di dimostrarla nei fatti, si renderà evidente la bugia sostenuta e ne conseguirà il classico punto a sfavore.
Quarto consiglio.
L’atteggiamento è importante ed occorre fare uno sforzo per gestire e controllare le proprie emozioni, anche se non è facile: deve trasparire una certa calma, la voce non deve traballare, il tono deve essere sicuro e bisogna sorridere, evitando attacchi di riso isterico.
E ancora, è d’obbligo non guardare per terra o altrove mentre si parla, ma guardare l’interlocutore e stare seduti fermi, senza agitarsi sulla sedia e senza cedere alla tentazione di toccarsi i capelli o mordicchiare le unghie (giusto per fare degli esempi).
Infine, non bisogna aver paura del fallimento: un no come risposta significa che non si è adatti a quel ruolo specifico in quella specifica azienda, ma non è un no assoluto e generalizzato.
Altrove ci saranno altre possibilità e non bisogna mai arrendersi!