Il clarinetto è uno strumento che da molte soddisfazioni a chi è capace di suonarlo come si deve. Che lo si usi per diletto e per lavoro, è un piacere sentire le note uscire da quello che sembrerebbe un semplice pezzo di legno, ma che in realtà è uno strumento capace di produrre un suono spettacolare. Detto questo però, c’è anche da dire che il clarinetto, come tutte le cose del resto, ha bisogno di una certa cura e manutenzione.
Innanzitutto è bene, ogni volta, che si finisce di suonare o quando è possibile fare una pausa abbastanza lunga, pulire bene con uno straccio sia internamente (usando lo scovolino che troviamo quasi sempre in dotazione) che esternamente. E’ possibile infatti che le chiavi per vari motivi si sporchino o risultino appiccicose, in quei casi è meglio intervenire subito.
Inoltre, bisogna fare attenzione ai cuscinetti, che quando si suona per molto tempo rischiano di bagnarsi, quindi vanno asciugati.
Ogni tanto, è opportuno prendersi cura delle viti, dando una goccia d’olio, e anche passare dell’olio di mandorla all’interno del clarinetto, in modo da rendere il legno meno secco e prevenire cosi eventuali spaccature.
Questa operazione è meglio farla fare da un tecnico, il quale in genere provvede a smontare lo strumento e lasciarlo per qualche minuto a bagno nell’olio, che avrà modo così di penetrare sull’intera superficie del clarinetto.
Un’ altro accorgimento da usare è quello di prendersi cura dei sugheri, mettendo del grasso quando serve, in modo da unire le varie parti del clarinetto più facilmente. Dopo un po di tempo può succedere che i sugheri si deteriorino, in quel caso è opportuno farne risistemare di nuovi. E’ un operazione che può essere eseguita anche da soli, ma è consigliabile far fare il lavoro da un professionista, in quanto il rischio di uno sbaglio è sempre in agguato e potrebbero essere compromesse in qualche modo le prestazioni.
E’ importante però rivolgersi a delle persone che fanno della riparazione una vera e propria professione e che non siano dei tecnici improvvisati che fanno riparazioni come secondo lavoro. E questo vale anche per chi pensa di poter effettuare alcuni interventi delicati sullo strumento, meglio essere sicuri di quello che si fa, senza improvvisare nulla, evitando così inutili rischi per il nostro strumento.
Inutile dire che se è possibile, durante un concerto, ad ogni pausa è meglio riporre di nuovo lo strumento nell’apposito astuccio, evitando magari di esporlo alle condizioni atmosferiche che talvolta possono essere sfavorevoli. Nella mia esperienza, con varie bande musicali, mi è capitato di assistere a scene di strumenti abbandonati nel primo posto utile durante le pause, esposti a fattori come umidità o eccessivo calore (dal momento che le bande suonano moltissimo in estate). Penso che il nostro strumento sia una parte importante di noi stessi e che quindi vada trattato con la dovuta cura.
Il clarinetto è uno strumento delicato, ma che se trattato bene, può durare a lungo nel tempo e regalare tante soddisfazioni a chi ha il piacere di suonarlo.
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