UNA LUNGA TRADIZIONE
La coltura della vite, di origine assai remota, ha una lunga tradizione nella penisola italiana. Nell’antichità classica gli antichi non solo avevano coltivato un gran numero di vitigni ma avevano anche dedicato una lunga serie di trattati alla viticoltura dove venivano suggeriti metodi di impianto e di moltiplicazione dei ceppi , tecniche di potatura e di lotta ai parassiti
CARATTERI BOTANICI
La vite è un’Ampelidea con radici fascicolate; tronco chiamato anche ceppo a portamento rampicante; rami detti tralci quando non vanno oltre l’anno d’età, con foglie alterne e cirri o viticci, filamenti che servono come organi di attacco; infiorescenze a grappolo: frutto a bacca (acino) con semi duri, oleosi (vinaccioli).
SUGGERIMENTI PER LA COLTURA DELLA VITE
Per una buona riuscita della coltivazione della vite, l’impianto deve essere fatto razionalmente. Il terreno dovrà essere sottoposto a lavori di scasso che sarà totale nel caso di vigneto specializzato.
La profondità dello scasso varia da cm 70 ad un metro e dipende dal clima e dalla natura del terreno.
*La messa a dimora si può fare in autunno o in primavera, nel terreno rivoltato si scavano delle buche larghe 25-30 cm alle distanze prestabilite.
Sul fondo della buca si pone della terra mescolata a letame e minerali formando un cono dove vengono messe le radici della talea che ha messo le barbe..
La profondità dell’impianto deve essere tale che, una volta riempita la terra la buca, il punto d’innesto superi di poco il livello del terreno .
La parte aerea delle piantine viene potata a due gemme e ricoperta completamente di terra.
*La concimazione deve avvenire con concime organico e minerali.
Le dosi indicative possono essere le seguenti:
-300-600 quintali di letame per ettaro di vigneto
-200-300 kg/ha di anidride fosforica
-300-400 kg/ha
il tutto deve essere ben incorporato nel terreno con la terra scassata e in parte sul fondo della buca.
*Dato che la pianta della vite non è capace di sostenersi da sola è necessario un tutore che può essere “vivo” o “morto”, in passato si usava l’allevamento ad “alberate” facendo sostenere la pianta da diversi tipi di alberi quali acero, olmo, pioppo, ecc.
Il tutore morto è costituito da pali di legno o cemento, paletti, canne, fili di ferro.
*La potatura di produzione (quando la vite è cresciuta) consiste nel conservare il numero più opportuno di tralci che hanno portato frutto l’anno precedente.
*I parassiti più temibili sono la peronospera, l’oidio e la botrite o muffa grigia.
-La lotta alla peronospera ha caratttere preventivo: Usare una soluzione di solfato di rame e calce con prodotti acuprici (ditiocarbammati) o cupro-organici (zineb o similari + ossocluro di rame o sistemici (Metalaxil, Curzate)
-La lotta contro l’oidio si fa con ripetuti trattamenti, polverizzazioni o irrorazioni con prodotti a base di zolfo o antioidici ( Triadimefon e Fenarimol)
-La difesa più valida contro la filossera consiste nell’innesto della vite su piede americano resistente.
Prezzi dei prodotti per il trattamento; contattare il locale consorzio agrario.