Ungulati: a sentirne il termine, al di là dell’ovvio riferimento a zampe ben fornite di unghie, non sappiamo proprio cosa immaginare, soprattutto se la prima definizione che troviamo nei dizionari è quella di perissodattili, ovvero animali forniti di un numero dispari di dita il cui medio, più lungo, sostiene maggiormente il peso dell’intero corpo.
Ma ad una più attenta ed approfondita ricerca, ci rendiamo conto che gli ungulati sono animali che conosciamo davvero benissimo: cavalli, zebre, rinoceronti, tapiri. Insomma, vis à vis oppure nei documentari in televisione, ne abbiamo davvero visti in abbondanza.
Ma perchè ungulati?
Sono definiti animali provvisti di unghie, dove in realtà per unghie si intende zoccoli, ovvero specificamente si tratta di specie animali che, pesando completamente sulla parte finale delle proprie zampe e di conseguenza sulle unghie stesse, hanno sviluppato nel tempo e con l’evoluzione un vero e proprio zoccolo per proteggere dall’usura la zona del corpo così tanto utilizzata.
Già presenti nella preistoria, ma prevalentemente come perissodattili, ovvero come da già citata definizione con il peso del corpo sul dito medio delle zampe, una volta estintisi i dinosauri, più di 50 milioni di anni fa si sono ritrovati a disposizione immensi spazi dove riprodursi ed evolversi, modificando la propria struttura in tante forme differenti, tanto da arrivare a porre le basi di specie completamente differenti fra loro, come i cavalli e gli stessi cetacei, originati in realtà da un unico ceppo di partenza.
I cetacei, infatti, non sono altro che specie di ippopotami trasformatisi nel tempo per adattarsi completamente ad una vita esclusivamente acquatica.
A parte queste eccezioni, nel ramo evolutivo terrestre, quello che fa in particolare riferimento a cavalli, stambecchi, caprioli, etc., oltre alla classica conformazione fisica, un particolare distintivo è la predominanza di alimentazione prettamente erbivora, nonchè la frequente presenza di corna o protuberanze nelle specie di taglia medio – grande: la mole infatti, impedendo di muoversi con facilità e di difendersi o attaccare mediante salti e morsi, rendeva più semplice darlo utilizzando il capo, che è stato quindi fornito di armi e mezzi consoni alla necessità in questione.
La diffusione delle corna come mezzo di attacco ha di conseguenza condotto ad altri cambiamenti costituzionali di tipo evolutivo: i fianchi, spesso attaccati dai rivali della stessa specie, hanno subito un ispessimento della pelle che proteggesse il corpo dai colpi in modo più efficace. Inoltre, si è instaurato un meccanismo, in questi animali, per cui nei combattimenti ci si colpisce meno violentemente, proprio per evitare pericolose rappresaglie.
Allo stesso modo, negli ungulati come le capre, le corna sono state ammorbidite ed incurvate nel corso dei secoli, per essere meno pericolose, così come altre specie, come i suidi (cinghiali e facoceri, ad esempio), hanno sviluppato corna adatte solo ad uno scontro frontale, meno pericoloso per gli animali stessi. Insomma, animali conosciuti e con una storia davvero affascinante.
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