Nel vasto mondo delle pratiche legali, due documenti possono spesso essere confusi: il “Certificato dei carichi pendenti” e il “certificato del Casellario giudiziario“. È importante distinguere tra i due e capire cosa implica il primo.
Il certificato dei carichi pendenti è un documento che attesta se una persona è coinvolta in procedimenti legali in corso. La sua funzione è quella di fornire un quadro della situazione legale di un individuo, indicando se ci sono cause pendenti nei suoi confronti.
In questo articolo, esploreremo cosa implica richiedere questo certificato, chi può farlo e come, oltre ai costi associati al suo rilascio. Scopriamo insieme come navigare attraverso questa parte del sistema legale.
Indice Guida Gratis:
Come si richiede il certificato dei carichi pendenti e quali i suoi costi
Cominciamo con il dire che il “certificato del Casellario giudiziario”è quel documento attraverso il quale si può conoscere la sussistenza o meno di sentenze di condanna ormai divenute “cosa giudicata”. La differenza che intercorre con il “certificato dei carichi pendenti” sta nel fatto che quest’ultimo è il documento attraverso cui si determina se un soggetto è attualmente sotto procedimento penale.
Va specificato che in questo documento non si troveranno informazioni sull’esistenza di procedimenti penali che non abbiano ancora superato la fase delle “indagini preliminari” o che siano terminati con la pronuncia di un provvedimento di archiviazione o, ancora, con una sentenza divenuta “cosa giudicata”. Inoltre non vi si può trovare traccia delle decisioni dei Giudici di pace e nemmeno delle sentenze di patteggiamento o delle condanne all’ammenda per il riconoscimento di una contravvenzione. La richiesta di questo documento può essere rivolta a qualsiasi Procura della Repubblica. Va specificato che quanto riportato nel documento si riferisce solo ai procedimenti in itinere nei Tribunali collegati alla Procura a cui ci si rivolge. È perà possibile ugualmente prenotare on line il certificato, collegandosi al sito del Ministero della Giustizia www.giustizia.it e, dalla sezione “come fare per“, cliccare su “servizi on line” , seguendo poi la procedura guidata.
Ma a cosa serve questo documento? In realtà i suoi usi sono i più vari, in quanto può esserne fatta richiesta per l‘assunzione presso aziende operanti nel settore privato o per ottenere il nulla-osta alla concessione di un permesso di soggiorno. Inoltre, e questa è una funzione molto importante, ne può essere richiesta la sua presentazione a un’impresa che voglia prendere parte a una gara d’appalto.
La richiesta va effettuata su un modulo prestampato e il soggetto che la presenta deve presentarsi agli sportelli adibiti con un documento d’identità in corso di validità o altro documento di riconoscimento che possa fungere da sostitutivo secondo quanto stabilito dalle norme vigenti.
Ma chi può farne richiesta? Prima di tutto il soggetto a cui lo stesso fa riferimento e la PA, oltre che l’autorità giudiziaria operante nell’ambito penale. Vi è inoltre la possibilità di dare mandato a un delegato che faccia richiesta in vece dell’interessato: in questo caso è però necessario che il delegato sia munito di un proprio documento di riconoscimento e della fotocopia di quello del soggetto delegante. La richiesta può essere solitamente effettuata anche tramite raccomandata, ma vi sono alcuni uffici che danno la possibilità di farla tramite internet, connettendosi al sito web dell’ufficio giudiziario di riferimento.
La richiesta può essere consegnata anche da un delegato dalla persona interessata, a patto che l’atto di delega e l’istanza sia firmata personalmente dall’interessato. Se la domanda è effettuata da un cittadino extraUe dovrà essere corredata da un permesso di soggiorno non scaduto, con copia delle ricevute, qualora ne sia stato richiesto il rinnovo.
Quanto costa? Per ottenere il certificato in questione è necessario un esborso di 19,92 euro, di cui 16 necessari per il pagamento dell’imposta di bollo e i restanti 3,68 per coprire i costi inerenti ai cosiddetti “diritti di segreteria“. Nel caso in cui si richieda che il certificato sia reso visibile entro il termine della giornata in cui si è presentata la richiesta, bisogna pagare un sovrapprezzo di 3,92 euro, somma che, per le richieste urgenti, sale a 7,84 euro con la possibilità di ottenere il documento in giornata. In caso di richiesta per adozione, l’iter non prevede alcuna marca da bollo.
Infine, va ricordato che nel caso in cui il certificato venga richiesto perchè bisogna darne visione alla PA, vi è la possibilità di servirsi dell’autocertificazione, la quale ha una validità, così come per il certificato stesso, di 180 giorni. L’autocertificazione ha lo stesso valore dei certificati (art. 46 D.P.R. 445/2000) ma non costa nulla.