Ansia? No! Diversi tipi di ansia…e in questo articolo passeremo in rassegna quali sono i principali disturbi d’ansia e come si differenziano. Anche perché, nonostante si tenda a parlare genericamente di ansia, in realtà sono differenti i disturbi che si raggruppano sotto questo termine, tutti connotati, sì da sintomi di ansia (gestire una crisi d’ansia, ecco qualche consiglio), ma ognuno caratterizzato da particolari specificità e caratteristiche.
Tutti sappiamo che per ansia si intende la reazione comune, e naturale( anzi utile), quando una persona affronta situazioni potenzialmente problematiche o pericolose, siano esse reali ( una minaccia concreta alla persona) o figurate (un rilievo o una critica alla nostra autostima). Parliamo, insomma, di una risposta normale e innata di attivazione, che si traduce in un aumento della vigilanza e dell’attenzione, funzionale ad affrontare il pericolo percepito predisponendoci a una risposta di attacco o non meno ad una rapida fuga.
Il problema nasce quando l’ansia, anziché sorgere per affrontare in maniera adattiva una possibile situazione difficile (la cosiddetta ansia fisiologica) diviene cronica ed irrazionale, determinando un costante stato d’allerta nella persona, compromettendone fortemente la qualità della vita. In questo caso, gli specialisti parlano di ansia patologica, condizione disfunzionale, essendo persistente e intensa, che ostacola la nostra quotidianità, e nasce da eventi neutri e che non sono realmente pericolosi.
Scopriamo allora quali sono i principali disturbi d’ansia, originate da diverse cause o dei fattori scatenanti.
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Che cos’è l’ansia e quali sono i principali suoi sintomi
L’ansia rappresenta un’emozione che tutti provano nella vita di fronte alla percezione di una minaccia, ma questo non implica necessariamente che si traduca successivamente in un disturbo d’ansia. Tale situazione si produce solo quando l’allerta che segue la percezione di una minaccia nell’ambiente viene interpretata in maniera catastrofica e spropositata dal soggetto, diventando essa stessa una minaccia, spesso ancora più grave della originaria minaccia che ha costituito il fattore scatenante.
Questo determina un circolo vizioso in cui è l’errata e eccessiva interpretazione dei sintomi dell’ansia ad ampliare le sensazioni di disagio che, a loro volta, rinforzano lo stato d’allerta. Il disturbo d’ansia viene alimentato quindi da:
- attenzione selettiva: la persona si focalizza ossessivamente nell’esaminare i segnali del proprio corpo interpretandoli in maniera catastrofica;
- rimuginio: il soggetto passa gran parte della giornata immerso in preoccupazioni infondate, trascorre cercando di prevedere o prevenire ipotetici eventi negativi, ricercando possibili soluzioni senza trovare mai nulla che lo rassicuri totalmente
- evitamento: il soggetto fugge tutti gli stimoli ricollegabili al suo malessere, riducendo così progressivamente i propri margini di libertà.
Per quanto riguarda i sintomi dell’ansia, questi possono essere classificati in 3 macro-aree:
- Tensione motoria: ossia tutte quelle manifestazioni e tic tipici di una situazione di alta emotività, quali irrequietezza, tremori, sussulti, agitazione sino a contratture muscolari o cefalee di natura tensiva;
- Sintomi fisici di ansia: stati legati ad una iperattivazione neurovegetativa, quali tachicardia, palpitazioni, ipersudorazione, spasmi alla gola, vertigini, respirazione affaticata, sintomi gastroenterici, insonnia o risvegli frequenti;
- Sintomi psicologici di ansia: nervosismo, eccessiva apprensione non commisurata alla portata dell’evento reale, alterazione della memoria o difficoltà di concentrazione, rimuginio e preoccupazione, insicurezza e timore
I principali disturbi d’ansia e come si caratterizzano
Come abbiamo già premesso esistono diversi disturbi di ansia, ciascuno caratterizzati da sintomatologie differenti e gestibili attraverso specifici trattamenti. A monte, però, si distinguono una forma di ansia automatica, generata da un pericolo interno od esterno, da quella che si definisce ansia acquisita. Quest’ultima, a sua volta, viene classificata in 3 distinte categorie:
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- ansia generalizzata: uno stato di tensione costante, non associata a particolari stimoli;
- ansia anticipatoria: di breve durata, provocato da una causa reale o immaginaria, associabile con il pericolo;
- attacchi di panico: ossia attacchi d’ansia particolarmente intensi che si risolvono rapidamente, ma che in quei pochi istanti provano fortemente la psiche della persona, convinta di stare per morire , piuttosto che di impazzire o di perdere il controllo. A caratterizzarli un’attivazione somatica molto marcata, sfociante in sintomi fisici intensi quali palpitazioni, fame d’aria, vertigini sino ad un vero e proprio senso di straniamento dalla realtà.
Detta di questa prima grande distinzione, passiamo ad esaminare le varie tipologie di disturbi d’ansia esistenti, sempre considerando come si tratti di una condizione presente trasversalmente in numerose patologie e disturbi psichiatrici. Problemi di ansia, d’altronde, sono di fondamentale importanza anche nei disturbi correlati all’uso di sostanze, come del resto sono una presenza costante nelle varie forme depressive, psicosi, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi da stress correlati, ma anche nei disturbi sessuali e nella maggior parte delle malattie organiche.
Limitandoci a quelli che sono comunemente considerate le maggiori e più comune manifestazioni d’ansia, sottolineando come sia fondamentale identificare la tipologia del disturbo al fine di adottare il migliore trattamento possibile. Vediamo allora, seppur sinteticamente, quali sono i principali disturbi d’ansia:
Disturbo d’ansia generalizzato
Una persona che ha questo tipo di disturbo d’ansia normalmente sperimenta un’ansia prolungata, spesso, priva di fondamento. Più precisamente, le persone con disturbi d’ansia generalizzati non possono articolare il motivo della loro ansia. Questo tipo di ansia di solito dura sei mesi e spesso colpisce le donne. A causa della persistenza dell’ansia, le persone affette da disturbo d’ansia generalizzato si preoccupano costantemente di qualcosa. Ciò si traduce in palpitazioni cardiache, insonnia, mal di testa e vertigini.
Fobia specifica
A differenza del disturbo d’ansia generalizzato, una persona che soffre di una fobia specifica sperimenta una paura estrema e spesso irrazionale di una determinata situazione o oggetto. Quando sono esposte all’oggetto o alla situazione che temono, le persone con fobie specifiche mostrano segni di paura intensa come tremori, mancanza di respiro, palpitazioni cardiache e nausea. Le fobie specifiche comuni includono la paura dell’altezza, degli spazi chiusi, del sangue e degli animali. La paura che prova una persona con fobia può essere così estrema che potrebbe ignorare addirittura la propria sicurezza per sfuggire alla situazione.
Malattia da panico
Conosciuto anche come agorafobia, i disturbi di panico sono caratterizzati da attacchi di panico ricorrenti che sono spesso inaspettati. I sintomi sono generalmente tremore, dolori al petto, vertigini, paura di perdere il controllo e riluttanza a stare da soli. Le persone con disturbo di panico sono consapevoli che il loro panico è solitamente infondato e illogico. Per questo evitano le situazioni pubbliche e la solitudine. Un attacco di panico può essere così grave che le persone possono perdere il controllo e farsi male.
Fobia sociale
In alternativa, chiamata ansia sociale, una persona con fobia sociale può mostrare sintomi simili a quelli del disturbo di panico, specialmente in situazioni sociali. Tremori, vertigini, mancanza di respiro e palpitazioni cardiache possono derivare quando una persona con fobia sociale si trova al centro dell’attenzione o in compagnia di molte persone, indipendentemente dal fatto che siano estranei o meno.
Disturbo ossessivo compulsivo
Le persone con disturbo ossessivo-compulsivo sperimentano ansia causata da un’ossessione o un’idea persistente. Tendono a evitare di provare ansia ricorrendo ad azioni o comportamenti ripetitivi che prevengono l’ansia. Ad esempio, una persona ossessionata dalla pulizia può provare ansia alla semplice vista di un vaso posizionato leggermente non allineato al centro. Per prevenire l’ansia, lui o lei pulirà e organizzerà tutto in modo compulsivo o senza motivo.
PTSD
Il disturbo da stress post-traumatico può verificarsi dopo che una persona ha vissuto un evento gravemente traumatico. Lui o lei può rivivere l’esperienza nella sua mente che causa stress e ansia. Se una persona con PTSD entra in contatto con stimoli (qualsiasi oggetto, persona o situazione) che associa all’evento traumatico, può letteralmente rivivere l’evento piangendo in modo incontrollabile, andando nel panico o perdendo il controllo. I sintomi più sottili includono insonnia e comportamento evitante. Il disturbo da stress post-traumatico può manifestarsi immediatamente dopo l’evento traumatico o anche anni dopo.
Mutismo selettivo
Il mutismo selettivo rientra sempre in un disturbo d’ansia, prevalentemente tipico dei più piccoli, che si traduce nella difficoltà di esprimersi e comunicare in assoluto o in specifiche situazioni e ambiti (da quello scolastico alla dimensione agonistica, ecc..). Nasce, di norma, in età pediatrica e, nonostante non sia legata a nessun tipo di difficoltà di apprendimento o di linguaggio. impedisce al soggetto di spiegarsi. Di norma i pazienti con mutismo selettivo richiedono un adeguato supporto psicologico, necessario ad affrontare il problema.
Disturbo d’ansia da separazione
Secondo la definizione della American Psychological Association, il cosiddetto SAD (Separation Anxiety Disorder) rappresenta un timore eccessivo e spropositato al momento di separarsi dalla propria casa o dai propri affetti, paura che può sconfinare in un vero e proprio malessere. Un’ansia eccessiva, la cui gravità varia da un malessere preventivo sino a veri veri e propri attacchi di ansia al momento (o anche solo al pensiero) della separazione. (per saperne di più, qui trovi il link di Wikipedia).