Mia nonna ha una casa immersa in un grande prato ed ho imparato da lei tutte quelle cognizioni di giardinaggio che altrimenti non avrei mai conosciuto, in primis quelle relative al buon compostaggio.
Da lei ho imparato come si fa ad avere un buon concime naturale che si ottiene da scarti organici dopo che abbiano subito un processo naturale di decomposizione e umidificazione.
Nonostante, apparentemente, possa sembrare un processo banale, come per ogni altra cosa, anche realizzare un compostaggio di qualità ha le sue precise e fondamentali regole, che proverò a sintetizzare nelle righe seguenti.
(Vuoi sapere come realizzare un piccolo orto anche a casa? Ecco la guida per te).
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Come produrre un compost di qualità
E’ il così detto compost, anche se in molti lo conoscono come terricciato o composta.
In termini scientifici si tratta del prodotto di un processo di bio-ossidazione e umificazione, ad opera di microorganismi, di scarti organici. Si possono, infatti, utilizzare scarti di cucina, letame e rifiuti di potatura.
La trasformazione di rifiuti organici in terriccio avviene, come anticipato, ad opera di microorganismi, anche se si devono creare condizioni favorevoli affinché il meccanismo si metta in atto.
Mia nonna ha sistemato in un angolo del giardino un grande contenitore di plastica fornito dal Comune in attuazione di una politica di riciclaggio in tutto il territorio comunale nel quale vanno a finire rifiuti organici come gli scarti alimentari o fogliame vario prodotto dal giardino stesso. (come preparare il terreno prima di seminare, ecco la guida).
Il conferimento non può essere indiscriminato! Di norma gli specialisti consigliano infatti, di cercare di mettere in proporzione sostanze ricche di proteine (ciò che arriva dalla cucina) e quelle ricche di carboidrati (ciò che arriva dal giardino). Importante, però, tenere sempre a mente che non si può inserire di tutto nel contenitore (che tra l’altro andrebbe posizionato in un luogo all’ombra e che sarebbe opportuno lasciare aperto, anche se, però. non sempre è possibile farlo).

Cosa non mettere nel compost
Non vanno conferiti ceramiche, metalli, ossa, erbe infestanti (è importante evitare questa tipologia di scarti visto che il compost è poi destinato a concimare la terra e, inutile sottolinearlo, elementi infestanti danneggerebbero il terreno stesso), tetrapack o plastica.
Vi si possono aggiungere, invece, rifiuti organici come avanzi di frutta, ortaggi, avanzi di cibo dalla tavola, fogliame, cartone sminuzzato e carta non stampata, tanto per citare qualche esempio.
Sebbene sia possibile aggiungere residui di carne e pesce, però, è meglio considerare come è opportuno non esagerare, poiché le proteine animali in decomposizione tendono a emettere odore sgradevole che, inevitabilmente, finirà per attrarre topi altri animali indesiderati. In questo caso meglio ricorrere a buste biodegradabili di mais (Mater-Bi).
Una volta effettuato un corretto conferimento basta adottare qualche altro piccolo accorgimento: non deve mancare aria, così come non deve restare mai a secco! Aria ed acqua sono fondamentali per l’attivazione dei meccanismi che. portano alla decomposizione.
Il contenitore (tecnicamente denominato composter) va appoggiato a terra e il nostro non ha un fondo: tutto ciò che vi viene conferito va a finire a terra visto che sulla base il composter non ha alcuna base.
Infine è necessaria un’ultima operazione: il tutto va mescolato di tanto in tanto e si deve, in tali occasioni, sopportare l’odore che , come ben si comprende, difficilmente potrà non essere dei migliori.
Una serie di sforzi e di attenzione che, però, ne saranno valsi la pena visto che si avrà, dopo un po’ di tempo, a disposizione ottimo concime naturale per il giardino il tutto senza costi e, anzi, riutilizzando ciò che altrimenti sarebbe andato a finire tra i rifiuti.
Ne sarà contento il portafogli e la natura ringrazierà per le tante attenzioni ricevute in questo frangente, ricambiando offrendo un giardino più rigoglioso del solito!
(come avere un giardino sempre fiorito, leggi la guida)