Aumenta la richiesta di finanziamenti e prestiti e con essa, naturalmente, spesso anche solo per il mancato pagamento di una o un paio di rate, aumentano i richiedenti che finiscono nelle liste nere, in veste di cattivi pagatori.
Basta, in passato, non aver corrisposto quanto dovuto ad una i o ad una banca perché il proprio nominativo sia finito in un’apposita banca dati (Sic). Si tratta di un’eventualità da non prendere sotto gamba, poichè questa scomoda presenza si risolverebbe con l’impossibilità di ottenere nuovi finanziamenti o prestiti.
Ecco come comprendere se ci sia e cosa occorre fare per venire cancellati dall’elenco.
Il video ad inizio pagina, tratto dal canale Youtube di Findomestic risponde a molte delle nostre domande.
Indice Guida Gratis:
Come si diventa un cattivo pagatore?
Come dicevamo non aver saldato per intero un debito, ma anche semplicemente non aver rispettato un paio di scadenze (indipendentemente si tratti di un prestito personale, un mutuo o un fìnanziamento per l’acquisto dell’auto) comporta la segnalazione da parte degli istituti di credito a determinati sistemi informativi che riportano le posizioni creditizie di coloro che fanno ricorso al credito.
Sistemi che nel nostro Paese vengono gestiti sia dalla Banca d’Italia attraverso la propria Centrale dei Rischi (Cr) che al Sic, ex centrali rischi private.
Una segnalazione che determina, ad esempio, il non poter accedere a finanziamenti piuttosto che una semplice carta di debito o credito.
Questi elenchi vengono contenuti in dbase online che raccolgono il curriculum creditizio di milioni di persone, riportando tulle le informazioni relative ai rapporti con gli istituti di credito e le finanziarie.
Il nome Sic è un acronimo di Sistemi di Informazioni creditizie e costituisce una sorta di barometro, di rating individuale delle persone e, più precisamente, della loro affidabilità nel far fronte ai debiti.
Il problema nasce dal fatto che non sempre chi vi sia finito ne sia a conoscenza, salvo accorgersene solo in occasione della richiesta di un qualunque prestito.
Sono nella lista dei cattivi pagatori? Come sapere
Queste temibili “liste nere”, non sono altre che banche dati che, contenendo milioni di informazioni creditizie, si prefiggono di tutelare gli interessi di Finanziarie e di istituti di credito (e non meno di gestori telefonici, energetic e di aziende varie), ma anche quelli dei dei cattivi pagatori iscritti, rettificando, aggiornando o cancellando, su richiesta dell’interessato a seguito di una sua precisa segnalazione, laddove lo stesso abbia sanato la situazione debitoria.
Inoltre giova ricordare come il Garante della privacy abbia preteso da banche e finanziarie l’obbligatorietà di notificare, tramite un preavviso, agli interessati l’eventualità che finiscano negli elenchi, consentendo agli stessi di regolarizzare la loro posizione ed evitare l’iscrizione in questi albi. Sempre il Garante ha previsto che l’iscrizione sia legittima solo a fronte di un mancato pagamento di somme consistenti o, se parliamo di importi bassi, solo dopo aver saltato più rate o in caso di ritardi prolungati.
Illegittime, infine, le segnalazioni riguardanti crediti non concessi.
Se vogliamo sapere se il nostro nominativo compaia in una di questa lista si potrà operare inviando una semplice richiesta alle aziende titolari della banche dati, domandando l’esistenza di dati riguardanti la nostra persona, esigendo la cancellazione del nostro nominativo qualora il debito in questione sia stato nel frattempo saldato. A fronte di una nostra richiesta, Sic ha l’obbligo di replica entro 15 giorni, Qualora ciò non avvenga ci si può rivolgere all’autorità giudiziaria o presentare ricorso al Garante della privacy, senza che sia necessario affidarsi a società di intermediazione.
Inoltre di norma i siti delle banche dati presentano dei form per chi voglia verificare la propria posizione creditizia.
Come uscire dalla lista dei cattivi pagatori
Gli elenchi permettono di registrare anche i dati positivi tanto che una volta bonificata la situazione, la banca o la finanziaria richiedono all’ex cattivo pagatore l’assenso perché anche questa informazione venga tracciata.
Anche e in presenza di errori l’interessato può richiedere gratuitamente alla banca dati di rettificare la propria posizione; affrontando una spesa massina di 10 euro, a titolo di contributo spese,
qualora la la fondatezza della domanda si dimostrasse infondata.