La cataratta consiste nell’opacità del cristallino che provoca una visione difettosa.
Può essere presente in uno o in entrambi gli occhi e svilupparsi con il progredire dell’età.
I sintomi della cataratta e chi ne soffre
La cataratta allo stadio finale porta alla cecità, ma inizialmente fra i sintomi compaiono macchie (che rimangono fisse e possono essere distinte da quelle normali fluttuanti ), diminuzione della vista, correggibile con occhiali, ma anche vista sfuocata e annebbiata, visione doppia e alterata visione dei colori.
La cataratta non provoca disturbi e dolore. Basti pensare che cataratte completamente sviluppate al momento della nascita possono condurre a cecità se non vengono curate entro pochi mesi.
La cataratta del neonato può avere cause precise oppure essere dovuta a sifilide, a rosolia o a ipocalcemia (bassi livelli sanguigni di calcio ) della madre in gravidanza, Può derivare anche da lesione al cristallino o da radiazioni ionizzanti.
Altri possibili soggetti a questa problematica sono gli adulti diabetici, ma lo sono in numero ben magiore gli anziani ( cataratta senile ) che hanno il cristallino inevitabilmente indurito dall’età.
Quello che accade al cristallino con la cataratta, può essere paragonato a quello che succede al bianco dell’uovo sottoposto a calore ( le proteine vengono denaturate e non ritornano più trasparenti ).

Come si cura la cataratta
L’unico intervento efficace è di natura chirurgica.
Le prime operazioni alla cataratta compaiono addirittura nel 1000 a.C.
L’intervento effettuato ai giorni d’ oggi è solo un’evoluzione di quanto descritto la prima volta nel 1752.
L’intervento, chiamato facoemulsificazione, comporta un taglio circolare nella parte anteriore del cristallino; il chirurgo poi con una sonda ad ultrasuoni, frantuma il cristallino.
L’intervento avviene in anestesia locale, grazie a delle gocce di collirio che vengono applicate pochi minuti prima di operare. L’ intervento, inoltre, sarà tanto più lungo quanto maggiore sarà la durezza del cristallino.
Qualora poi il cristallino sia troppo duro e opaco, bisognerà procedere con un altro tipo di intervento, già impiegato negli anni scorsi, dove si procederà con l’ estrazione extracapsulare.
Le complicazioni non sono frequenti ee è meglio non attendere che il paziente sia completamente cieco prima di operarlo; è buona cosa intervenire sui due occhi, anche, se di norma, il chirurgo partirà prima dall’occhio più problematico e, solo in una secondo momento, dell’altro.
L’anestesia moderna ha permesso l’intervento su pazienti anziani che un tempo non sarebbero stati operati. Non esiste possibilità di ricaduta, dato che il cristallino viene finitivamente tolto, ma il paziente ha bisogno di occhiali per vedere. Attualmente vengono impiegate lenti a contatto che danno meno problemi.
Un’ alternativa è l’ impianto di un cristallino (impianto intraottico ), ma questo tipo di intervento non sempre è possibile.