L’home theatre, spesso idealizzato, nell’immaginario collettivo, come un semplice impianto hi-fi casalingo di ultima generazione, in realtà ha ambizioni più alte e nasce, infatti, per soddisfare completamente l’utente, nella fruizione di un prodotto audio-video, come se egli stesso si trovasse in una vera sala cinematografica, con Dolby Surround e schermo in Hd, pur restando nel salotto di casa. Un impianto completo ed importante, generalmente, si compone di un televisore Hd di ultima generazione (plasma, lcd, led), di dimensioni generose e con una risoluzione di 1920×1080; un lettore Dvd-Hd; internet streaming; Blu-ray; supporto iPod; il sinto-amplificatore di controllo e sei diffusori acustici acquistabili in kit e composti da un subwoofer, due altoparlanti laterali, due altoparlanti posteriori, un altoparlante centrale. Naturalmente la scelta di alcuni componenti è rilegata agli interessi dei fruitori. Un amante di musica classica doterà il suo impianto di un riproduttore audio di qualità e tralascerà magari il Blu-ray, e così via.
Gli impianti home-theatre, per loro stessa natura, impongono un cablaggio evidente e complesso. La cassa più grossa, cioè il subwoofer, andrà posizionata sotto il televisore, mentre l’altoparlante dedicato al parlato appena a destra o sinistra della tv. Le due casse laterali andranno posizionate, immaginandoci la nostra stanza come una torta divisa a spicchi, nei due spicchi laterali alla televisione e comunque non davanti ai nostri occhi. Le due casse posteriori le collocheremo, appunto, dietro la nostra postazione di ascolto, scostate dalle nostre orecchie e con un angolo che non incida direttamente su di noi, ma divarichi leggermente. Naturalmente il sinto-amplificatore sarà a vista e comunque appena sotto o accanto alla tv. Questi suggerimenti sono legati all’ambiente dove collocheremo l’impianto. Pareti ricche di quadri o tendaggi, parquet, moquette, introducono dinamiche che devono necessariamente essere corrette sul posto. Questi impianti richiedono molti cavi elettrici per alimentazione e trasmissione dei segnali audio e forse, in alcuni casi, possono dare una sensazione esteticamente scadente.
In commercio esistono anche due tipologie di impianti senza cavi, che potrebbero facilitarci il cablaggio in casa: infrarossi e wireless. Fermo restando il posizionamento dell’impianto e dei diffusori, che non cambia rispetto al cablaggio via cavo, gli infrarossi hanno la necessità di un ambiente privo di ostacoli e trasmettitore e ricevitori devono “guardarsi” perché si tratta di una trasmissione ottica. La tecnologia wireless avviene invece via radio, utilizzando le bande 900 Mhz o 2,4 Ghz e, ultimamente, anche 5,8 Ghz. Questa è una soluzione elegante e dimezza il numero dei cavi in giro per la stanza in quanto quelli di alimentazione, alle singole casse vanno comunque portati, anche se, ovviamente, l’alimentazione potrà essere presa da punti separati della stanza, nascondendoli così facilmente. La qualità e l’affidabilità wireless è certa e anche la comodità è garantita. Sistemi di questo genere sono oggettivamente molto eleganti, tuttavia occorre prestare attenzione ad alcuni accorgimenti. Le frequenze che sono utilizzate sono le stesse di molti altri apparati casalinghi, come cordless, telefonini, microonde, router, e possono introdurre disturbi e interferenze quindi, per una corretta fruizione dell’impianto, dovrete scegliere un locale non direttamente coinvolto da questi apparati.