Vi dice niente la parola homebrewing? No? Beh sono molti gli Italiani che non la conoscevo fino a poco tempo fa, prima che esplodesse l’hobby di fare la birra in casa.
Sicuramente un hobby curioso! Realizzare una birra in casa può essere una cosa molto divertente, ma occorrono pazienza, tempo e soprattutto igiene!
Per gli amanti del Luppolo, però, si tratta di una soddisfazione enorme, unica quella di poter sorseggiare un prodotto, di qualità, realizzato con le proprie mani.
Vediamo allora come realizzare la birra in casa.
(vuoi provare a fare il tiramisù in casa luppolo style? Ecco la ricetta del tiramisù alla birra).
Indice Guida Gratis:
Che cos’è l’homebrewing? Le origini della Birra
La storia della birra, mai come in questo caso si può dire, si perde nella notte dei tempi. Nonostante il suo luogo di nascita sia incerto, si parla di Mesopotamia, Egitto o Malta, la birra nasca con l’uomo o quasi.
Con il processo di fermentazione, scoperto probabilmente per caso, le cui più antiche testimonianze risalgono a 5.000 anni orsono, per opera dei Sumeri.
Una storia che nasce in Medio oriente, comunque. Con una tavoletta assira che, 4.500 anni fa, non solo ne parla, ma addirittura cita il mestiere del birraio.
E non si beveva una sola birra a Babilonia. Sembra che fossero almeno 4 le tipologie: la bi-se-bar, bi-gig, la bi-gig-dug-ga e la bi-kal, ossia la qualità più eccellente. Sembra che le varie preparazioni prevedessero birre chiare, scure, aromatizzate, insomma c’era già l’imbarazzo della scelta.
Inoltre al suo consumo per piacere, si accompagnava anche una valenza rituale, in quanto veniva bevuta in occasione dei funerali in onore delle virtù del defunto, credendo inoltre che la dea Ishtar dovesse la sua forza ad essa.
Bevanda nazionale fra gli Egiziani, la birra (che la consideravano anche un farmaco o un’alternativa al latte materno, diluita con acqua e miele), ben presto, divenne anche un piacevole usanza anche tra Greci in occasione delle festività in onore di Demetra, Etruschi e Romani. Basti pensare che l’allora governatore della Britannia, Agricola, di ritorno nella capitale dell’impero, tornò con mastro birrai dall’odierna Gloucester), e realizzando il primo pub ante-litteram in Italia.
Ancor più presente la birra nella tradizione celtica e tra i barbari in generale. Addirittura in Irlanda imperava una tradizione seconda la quale Mag Meld, una sorta di Prometeo in salsa irish avrebbe rubato il segreto dell’immortalità e della forza ai Fomoriani, mitologiche creature della tradizione locale metà uomini e metà capre. Segreto del loro potere? Naturalmente celato nella birra.
Birra protagonista anche dell’età di mezzo, con i tanti monasteri nei quali, oltre alla trascrizione dei testi, i monaci si dilettano preparando bevande di qualità. Di questa epoca l’introduzione del luppolo, in luogo delle bacche, spezie e cortecce d’albero sin allora utilizzate.
Punto di riferimento, nei dintorni di Monaco di Baviera l’abbazia di Weihehstephan, edificato ad inizio 700′.
Birra e religione un connubio, a quei tempi, indissolubile con suore dedite alla sua preparazione per malati e pellegrini. Anche le casalinghe inglesi erano solite prepararla, per poi venderla nelle feste e destinare il ricavato alle chiese locali. Un consumo dovuto anche alla sterilizzazione dell’acqua, a seguito della bollitura, elemento non trascurabile in un’epoca nella quale l’acqua era spesso infetta.
Con il Rinascimento arriva l’affinamento della sua produzione. Di inizio 500′, in Baviera, la pubblicazione di un editto sulla purezza della bevanda, che bandiva dalla vendita, cosa ancora in vigore, ogni prodotto che non contenesse, malto d’orzo e luppolo.
Solo del secolo scorso, invece, la pratica di produrre birra a bassa fermentazione, tecnica attualmente diffusa maggiormente a livello planetario.
Un insieme di prassi, sempre più standardizzate, che hanno portato in molti a voler sperimentare la birra di un tempo, a voler riscoprire sapori più genuini e ormai poco abituali.
Da qui la nascita e il successo dell’homebrewing
Come fare la birra in casa da soli
Se siete alle prime armi e volete cominciare ad intraprendere questo simpatico passatempo, non vi resta che armarvi con gli attrezzi del mestiere.
Il mio consiglio è quello di iniziare acquistando un kit già pronto per la preparazione della birra in casa, così da non scervellarvi nel trovare tutte le componenti necessarie e poter iniziare subito.
Naturalmente il kit è di tipo base, quindi bidoni rigorosamente di plastica e non di metallo, ma per quelli avrete tempo se la cosa vi avrà appassionato e sarete disposti a spendere cifre più alte.
Un kit base costa sui 59 euro (a partire da) e potrete trovarlo tranquillamente sui siti on line.
Il vostro kit dovrà comprendere:
- fermentatore
- tappatrice e tappi
- densimetro
- dosatore zucchero
- confezione di malto
- prodotti detergenti
- guida alla fermentazione casalinga
Nel caso in cui il kit da voi acquistato manchi di uno di questi elementi, potrete integrarlo voi stessi comprando quanto occorre.
Cosa serve per fare la birra in casa: il kit minimo dell’homebrewing
Vediamo ora nel dettaglio gli elementi del perfetto kit del mastro birraio domestico e quale il loro utilizzo:
1. Il fermentatore dovrà essere di 25 litri, di plastica ed avere un rubinetto (o un alloggiatore per rubinetti) nella parte inferiore, per permettere un travaso più comodo in un passo fondamentale come questo, quando al birra, al contatto con l’aria, potrebbe ossidarsi.
2. La tappatrice sarà di sicuro il pezzo che più vi farà arrabbiare perché impossibile da addomesticare, soprattutto le prime volte. Se potete sceglietene una a colonna che vi faciliterà di gran lunga l’utilizzo.
I tappi sono fondamentali: se non è della misura corretta, si rischia di rovinare un prodotto buono e mandare all’aria tutto il lavoro: quindi informatevi prima sul diametro della bocca della vostra bottiglia! Comunque di solito i diametri più comuni sono da 27 mm per la birra da 33 cl, e 29 mm per quella da 66 cl.
3. Il densimetro è utilissimo per verificare le condizioni della birra, anche se più utile sarebbe l’utilizzo di un rifrattometro che, utilizzando il principio di rifrazione della luce, indica la densità del nostro prodotto.
4. Il dosatore di zucchero è per molti versi uno strumento controverso: alcuni autori ne sconsigliano l’uso, mentre altri ne tessono lodi…a voi la scelta!
5. Di solito la confezione di malto data in dotazione non è fra le migliori, quindi se volete un prodotto migliore dovete cercare in giro, altrimenti, se siete all’inizio, potete anche sperimentare prima con questo.
6. I prodotti detergenti sono invece fondamentali per la pulizia e l’igiene degli utensili, ma bisogna maneggiarli con cura poiché corrosivi!
N.B. Se la vostra guida non vi soddisfa, potrete cercare in internet e informarvi leggendo i numerosi siti dedicati all’homebrewing.
Fare la birra in casa può anche essere pericoloso: attenetevi scrupolosamente alle istruzioni!
https://www.youtube.com/channel/UCCwHYlolCF02_0CHa8tkIfw
Link utili: clicca qui per andare al sito de Il Giornale della birra