Come si realizza un’intervista? Ovviamente, prima di intervistare una persona è bene avere quante più informazioni possibili a suo riguardo, o sull’argomento di cui vogliamo parlare con lei. Un altro aspetto importante sarà quello di documentarsi per evitare di porre domande cui ha già risposto molte volte in passato. Raccogliere informazioni sull’intervistato è importante per trovare spunti e nuove curiosità da porgli. Un’intervista ben fatta contiene domande poco banali. Allo stesso tempo, è bene evitare che l’intervista si trasformi in un interrogatorio. Un’altra cosa da evitare nella maniera più assoluta è che l’intervistatore diventi protagonista al posto dell’intervistato: ciò significa che le domande non devono rappresentare un esercizio di stile, un modo per esibire la propria prosa, una maniera per esprimere la propria opinione. Le domande devono essere secche, brevi, incisive, taglienti. È molto fastidioso vedere una domanda di cinque righe, soprattutto se poi la risposta è di una riga sola. Insomma, sì a domande corte, di poche parole, facilmente comprensibili, che centrino subito il nocciolo della questione. È proprio questo uno dei punti più importanti. Andiamo subito al sodo, cerchiamo il succo dell’intervista. Un altro aspetto essenziale è rappresentato dalla capacità dell’intervistatore di mettere a proprio agio l’intervistato. Anche se abbiamo in mente di fare domande scomode, è sempre meglio non partire subito in quinta: non aggrediamo mai l’interlocutore, e tantomeno non mostriamoci arroganti o invadenti. Le domande devono essere poste in modo semplice, come un bambino desideroso di sapere, e soprattutto non bisogna avere pregiudizi. Ciò vuol dire che dobbiamo essere realmente interessati alle risposte dell’interessato, e non provare e indirizzare le sue parole nella direzione che vogliamo noi. Sarà bene, al fine di realizzare un’intervista ben fatta, appuntarsi prima alcune domande da porre. Ma non bisogna far sì che la scaletta diventi non modificabile. Un’abilità dell’intervistatore deve essere quella di saper porre domande a partire dalle risposte che l’interlocutore ci fornisce. Dunque, prestiamo sempre attenzione a ciò che ci viene detto. Questo è un altro elemento indispensabile: anche se stiamo registrando tutto, perché poi trascriveremo l’intervista a casa, ascoltiamo sempre l’intervistato, non distraiamoci e interveniamo nella sua risposta. Altri suggerimenti: evitiamo che la risposta diventi un monologo: dobbiamo essere in grado di interrompere, quando necessario, di correggere eventuali errori e di saper argomentare eventuali obiezioni. Nel momento in cui stendiamo l’intervista, dobbiamo adattare le sue parole alla lingua italiana, eventualmente lasciando le espressioni dialettali o particolarmente sgrammaticate solo se funzionali al contesto. Inoltre, rispettiamo la realtà dei fatti, proponiamo l’intervista così come è avvenuta e non inseriamo domande a posteriori per dimostrare di sapere dove andare a parare. La dote principale di un intervistatore deve essere una rispettosa curiosità, basata sulla conoscenza dell’interlocutore. Chiediamoci sempre: questa domanda è utile? I lettori vogliono saperlo? Oppure voglio solo soddisfare curiosità personale?
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