Nella tabella periodica degli elementi, l’oro viene indicato con il simbolo Au e rappresenta il numero atomico 79. Negli ultimi anni in televisione e sulle tv a pagamento come Sky o Dazn, sono stati proposti differenti format e documentari relativi all’estrazione dell’oro. Uno fra i più famosi, è sicuramente “Alla Ricerca dell’oro“, noto programma in onda su Dmax e National Geographic.
Inutile dire che non ci si può improvvisare né minato né tanto meno estrattori di oro. Per questo motivo in questa guida, andremmo a scoprire come si forma l’oro in natura e nei fiumi, come si estrae e come viene lavorato.
Inutile dire che non abbiamo esperienza diretta nell’estrarre oro ma dopo aver visto diversi documentari sull’argomento che hanno mostrato, nel dettaglio, come l’oro viene estratto, abbiamo deciso di redarre questa guida.
Indice Guida Gratis:
Come si Forma l’oro Naturalmente?
La corsa all’oro del Klondike è stata un periodo di febbrile migrazione di lavoratori in aree nelle quali si verificò la scoperta di notevoli quantità di oro sfruttabili commercialmente.
L’oro è un materiale generato a seguito dell’esplosione stellare della supernova. Si trova naturalmente in Natura ed è legato solitamente ad altri metalli.
In alternativa può essere trovato solo sotto forma di pepite. I materiali a cui è legato (solitamente associato al quarzo, pirite, calcopirite, galena, pirrotite, arsenopirite) ne trattengono granelli o pagliuzze e possono anche assumere una colorazione rossiccia o biancastra.
Ha un colore giallo acceso ma può anche avere colorazioni bluastre o violacee (prima di essere estratto e poi fuso).
Come si estrae l’oro dalle pietre?
L’oro va cercato nei posti giusti e, generalmente, le principali miniere d’oro vanno ricercate dove si riscontra la presenza di rocce ignee (rocce calcaree sedimentarie che possono contenere tracce di oro ma anche di altri metalli) e depositi alluvionali. L’estrazione dell’oro è un arte antica: risale a 6000 anni fa il primo tentativo di estrarlo dalla roccia. E su vecchi documentari, di quelli che erano in bianco e nero, venivano mostrati spesso i cercatori d’oro intenti ad usare degli appositi strumenti con fori piccoli piccoli per far separare l’oro dalla sabbia, ad esempio. All’estrazione, ovviamente, segue la lavorazione ma questo è un discorso diverso.
Trovare il posto giusto per iniziare ad estrarre l’oro non è affatto facile. Trovare in natura rocce ignee ricche delle tanto agognate pagliuzze o pepite, è piuttosto complicato.
Un meccanismo estrattivo è previsto nel caso di depositi alluvionali che non sono altro che filoni e vene che, grazie all’azione di agenti atmosferici ripetuti nel tempo, anno dopo anno, vengono erosi e dilavati trascinando l’oro a valle nei così detti depositi alluvionali.
L’estrazione dell’oro dai fiumi e dall’acqua
Per procedere con l’estrazione dell’oro si usa il mercurio, soprattutto se i depositi alluvionali arrivano ad avere consistenza sabbiosa. Il mercurio si lega con l’oro e lo estrae dal resto della roccia ed è questo un metodo per far venire l’oro in superficie e poi lavorarlo.
L’oro presente nell’acqua o nei fiumi, invece (perché anche nell’acqua si possono trovare pagliuzze d’oro in quantità più o meno abbondante), viene estratto tramite una semplice filtrazione e poi aspirato e in questo caso la tecnica estrattiva è molto più semplice di quella che, invece, richiede scavi con notevole impiego di manodopera e lavoro pesante. Più semplice come tecnica ma più difficile come individuazione per cui, alla fine, le due cose tendono a compensarsi l’un l’altra.
Le tecniche attuati sono diverse ma c’è da dire che non è poi così facile trovare giacimenti d’oro soprattutto non è facile trovarlo al suo stato naturale, non levigato. Spesso lo si trova legato all’argento e nella valutazione in carati ovviamente si avrà una valutazione più alta tanto più puro sarà l’oro estratto.