L’arco, antico strumento di guerra usato da molte popolazioni in vari continenti, ha oggi, per fortuna (o per sfortuna, visti i ben più devastanti attrezzi guerreschi moderni), un significato esclusivamente ludico e sportivo.
Chi di voi da bambino (soprattutto se maschietto) non ha mai provato a costruire un arco per giocare “agli indiani”?
A questo livello la costruzione di un arco non presenta soverchie difficoltà. Basta un ramo sufficientemente robusto ma flessibile di circa un metro di lunghezza (i bambini, si sa, non sono molto alti) il più possibile privo di nodi e dalla sezione non molto diversa partendo dalla punta per arrivare all’opposta estremità.
Un metro abbondante di corda (o, più volgarmente, di spago) e la capacità di fare robusti nodi.
Si fissa la corda con un nodo a cappio (per i più sofisticati dirò che un esempio di questo nodo si chiama honda knot), poi si arcua leggermente il legno e si fissa la corda con lo stesso nodo visto precedentemente all’altra estremità.
Per evitare che la corda si sposti dalla posizione ottimale, si praticano delle tacche alle estremità del legno.
A questo punto la corda sarà un po’ tesa (appunto come la “corda di una circonferenza”), tenuta in tensione dal ramo che vorrebbe riprendere la postura eretta precedente.
Fino a qui, nulla di difficile. Se si vuole invece intraprendere la costruzione di un arco un po’ più ricercato, non conviene prendere “il primo pezzo di legno che si trova”, ma legni di alberi adatti allo scopo, che sono, più o meno in ordine di pregio,: olmo, osage orange, frassino, corniolo, nocciolo, robinia.
La lunghezza del ramo dipende anche dal tipo di arco che si vuole fare, normalmente si usano 150-180 centimetri per circa 5 cm. di diametro.
Volendo, si possono usare tronchetti più grandi e poi “spaccarli” con mazzuola e cuneo o con metodi più … moderni.
E’ generalmente consigliato, prima di intraprendere operazioni sul ramo prescelto, lasciarlo stagionare, in modo da fargli perdere l’umidità’ in eccesso che provocherebbe, col passare del tempo, modifiche alla struttura dell’arco faticosamente prodotto. Occorreranno mesi, ma si sa, l’arciere professionista non ha fretta… :o)
Una volta in possesso del ramo prescelto ben stagionato, si può iniziare, senza fretta, a scolpirlo secondo il disegno/modello desiderato.
Qui, oltre ai corretti attrezzi (coltello, lime e raspe varie, carte vetrate, scalpelli “bevel edge”) occorrerà una buona manualità’ da scultore.
Naturalmente l’impugnatura sarà la parte più robusta della struttura, che andrà rastremandosi agli estremi.
L’arco dovra’ essere il piu’ simmetrico possibile.
L’impugnatura potrà essere abbellita con fasciature in cuoio, che consentiranno anche un’impugnatura più stabile.
Per quanto riguarda la corda si può optare per corde “tecniche” in dacron o in nylon, o, in ultima istanza, sulla corda comune, tanto poi si può cambiare facilmente…
Probabilme nte questo arco non avra’ le caratteristiche di gittata degli archi “professionali”, ma vuoi mettere, la soddisfazione?