Dopo i fantasmi evocati dalla sindrome della mucca pazza e dal virus dell’ebola, il nuovo spettro del pianeta prende il nome di Zika, per un pericolo in questo momento largamente diffuso nella fascia tropicale, coinvolgendo Asia, Africa per non risparmiare l’America Centro-Meridionale, con il Brasile tra le nazioni più colpite.
A dire il vero tale infezione non avrebbe conseguenze drammatiche, determinando un quadro sintomatologico non molto distante a quello influenzale, ma esiste la concreta ipotesi, ancora allo studio, che la sua presenza sia legata, come sta avvenendo appunto in Brasile, ad un incremento esponenziale dei casi di microcefalia nei bambini, una patologia che determina la nascita dei neonati con la testa più piccola del normale con con il conseguente insorgere di possibili handicap intellettivi e di sviluppo), oltre che a essere correlata ad un incremento di casi di sindrome di Guillain Barré, una malattia degenerativa del sistema neuronale che sconfina nella paralisi.
Inoltre esiste la possibilità che la malattia possa essere trasmissibile per via sessuale, come avvenuto in un caso in Texas.
Un altro elemento di preoccupazione, come se non bastassero i precedenti, è la possibilità che il virus trasmesso ad oggi dalle zanzare (tipo Aedes aegypi) possa un domani essere veicolato da specie più comuni, come la diffusa “zanzara tigre“.
Allo studio attualmente due possibili vaccini, anche se colpevolmente la necessaria sperimentazione è partita in ritardo, rendendo difficile immaginare l’immissione sul mercato a breve di un prodotto efficace.
Diventa perciò importante la prevenzione attuabile con una serie di accortezza banali quanto utili. Vediamole insieme.
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Come proteggersi dal virus Zika
– Innanzitutto per le donne in gravidanza che si recano in quei Paesi ( si pensi che le autorità americane hanno consigliato alle donne in stato interessante di evitare viaggi nelle zone a maggior rischio, tipo Brasile ma anche lo stesso Messico) necessario il tutelarsi da possibili morsi attraverso l’uso di prodotti repellenti. Da questo punto di vista copririsi il più possibile, indossando pantaloni lunghi e camicie o maglia a manica lunga.
– Sigillare poi gli edifici con zanzariere, facendo largo uso di aria condizionata al fine di abbassare la temperatura, creando così un ambiente non ideale per gli insetti. Alcuni addirittura consigliano l’utilizzo del vecchio DDT, da anni bandito per la sua comprovata tossicità.
Repellenti a base DEET sono da evitare in presenza di bambini nei primi mesi di vita, mentre possono essere usati senza rischi particolari in presenza di donne in attesa Anche per chi campeggi all’aperto, utilizzare le reti antizanzare.
– Altra indicazione utile per tenere alla larga i temibili insetti dalle abitazioni è quella di svuotare eventuale acqua stagnante da secchielli o vasi di piante.
– Nel caso si utilizzino filtri solari, occorre sempre preliminarmente utilizzare i primi, salvo poi applicare i repellenti. Inoltre è consigliabile non utilizzare questi ultimi sotto i vestiti, preferibilmente da trattare con permetrina o comprarle abbigliamento tratto dalla stessa.
– Nelle zone più colpite le autorità suggeriscano di rimandare un’eventuale gravidanza. Così come vine raccomandato ai donatori di sangue che tornino dalle zone interessate, nell’ambito delle misure adottate dalla trasmissione trasfusionale, di sospendere eventuali donazioni per almeno 4 settimane.
– Considerando infine la via sessuale come possibile canale di diffusione, altra precauzione è quella di praticare sesso sicuro, usando sempre e comunque, il preservativo.
Sintomi per riconoscere il virus
L’infezione si manifesta, normalmente, con la comparsa di una febbre di modesta entità (difficilmente superiore ai 38,5°C), di norma insieme ad una serie di eruzioni cutanee, rappresentate da puntini sulla pelle.
Insieme agli stessi non mancano cefalea, congiuntivite e disturbi agli occhi e , soprattutto, dolori a muscoli e articolazioni, sfocianti anche in gonfiore ai danni di mani e piedi.
Disturbi di leggera entità che, talvolta, fanno confondere la patologia come Dengue, come non mancano situazioni di infezioni asintomatiche, condizione che rende ancora più difficile la diagnosi del problema.
Pericolo Zika, ma è pur vero che un’alta percentuale dei colpiti guarisce senza alcuna complicanza e raramente il malessere richiede un ricovero ospedaliero. Inoltre la casistica non riporta di morti legate direttamente al virus medesimo.
In ogni caso per chi presenti sintomi affini alla malattia entro i 21 giorni dal rimpatrio, consigliabile un consulto con il proprio medico di fiducia.