Normale, in questi mesi, domandarsi cosa sono i Bitcoin e come si acquistano. Normale per il clamore che hanno suscitato e per un interesse crescente da parte del mondo della finanza attorno a questi nuovi prodotti.
Se sono molti a vedere nei Bitcoin, o per meglio dire, nelle cripto-valute la moneta del futuro, esiste ancora molta confusione e impreparazione attorno a questo fenomeno, esploso in pochissimi anni e divenuto uno dei maggiori trend del momento.
Per ora si tratta di una moneta virtuale da utilizzare, ma non solo, prevalentemente sul web, ma vediamo cos’è, come comprarla e dove.
Indice Guida Gratis:
Cosa sono le criptovalute e come sono nate
Innanzitutto occorre premettere, nonostante sia invalsa la tendenza di parlarne come Bitcoin ( che, al contrario, rappresenta unicamente una delle tante valute virtuali, la più famosa), come le criptovalute siano molte e ciascuna avente caratteristiche proprie.
Per semplificare rappresentano una moneta digitale o virtuale, ideata per essere utilizzata come strumento di scambio.
Una loro, imprescindibile, caratteristica comune è quella di adottare un sistema di crittografia onde poter verificare e proteggere le transazioni, oltre che calmierare la creazione di nuove unità.
Parliamo, insomma, di dati, in quantità limitata, contenuti, all’interno di un database, che non risulta, a meno che non sussistano particolari circostanze, modificabile da nessuno.
Storia
I primi tentativi, congiuntamente all’esplosione mondiale della tecnologia, risalgono agli anni 90′, con la comparsa su un mercato, probabilmente ancora non maturo, di sistemi quali Digicash, Beenz o Flooz. Tentativi destinati a spegnersi rapidamente per via di una serie diversa di motivazioni.
In comune tutte queste iniziative condividevano un sistema chiamato Trusted Third Party (TTP), nel quale era la stessa azienda creatrice a validare e agevolare le transazioni.
Solo nel 2009, con l’ascesa del leggendario Satoshi Nakamoto, pseudonimo misteriosissimo dietro al quale si celerebbe un programmatore o un manipoli di programmatori, si registrò l’arrivo dei Bitcoin.
Nakatomo o chi per lui, lo introdusse, parlando di:
un sistema di valuta elettronica peer-to-peer
Per i comuni mortali, si tratta di una tecnologia rivoluzionaria, totalmente decentralizzata, la quale non prevede la presenza di alcun server o autorità di controllo, da qui il richiamo ad una delle tanti reti peer-to-peer, nate per la condivisione musicale o di dati.
Un sistema dicevamo rivoluzionario, poiché l’ostacolo fondamentale che ogni rete di pagamento si trova a dover affrontare è quello del rischio della doppia spesa, ossia della possibilità che un utente, spesso per via di tecniche fraudolente possa dover pagare la stessa somma due volte. Inconveniente risolto, un tempo, unicamente dalla presenza di un ente esterno, implicante quindi la necessità di un server centrale, con il compito di tracciare transazioni e gestire il relativo bilancio.
Sistema che cautela dal rischio sopra enunciato, ma che giocoforza impone la presenza di un’autorità di controllo, che disponga dell’accesso a fondi e dati personali degli utenti.
Al contrario, e qui viene l’innovazione straordinaria di queste criptovalute 2.0, un sistema come quello dei Bitcoin, facendo leva su una rete decentralizzata, impone una partecipazione attiva al network di ogni singolo utente e risolve il problema di controllo mediante la presenza di un registro pubblico di tutte le transazioni avvenute, appunto la Blockchain, consultabile in ogni istante da ogni account.
Le singole transazioni, infatti, producono voci sul registro che includono oltre alla quantità di denaro movimentata anche chiavi pubbliche ( ossia l’indirizzo dei portafogli) del mittente e del destinatario, con la necessità, a fini di sicurezza, che il primo debba obbligatoriamente utilizzare la propria chiave privata. Inoltre prima che la transazione venga trasmessa in rete, occorre che la stessa venga approvata.
E qui entrano in gioco, risolvendo un complesso problema crittografico, i cosiddetti miner, il cui compito, ricevendo in cambio una commissione in percentuale, è quello di valutare la legittima di una transazione e solo dopo inviarle alla rete, determinando la registrazione, da parte di ogni nodo del network, sul proprio database.
Una volta approvata, la transazione è sicura, non potendo in alcun modo essere variata o falsificata.
Come si acquistano i Bitcoin e dove
Per avere i Bitcoin è necessario aprire un portafoglio virtuale in uno dei tanti siti che offrono questo servizi, come per esempio blockchain.info; bastano pochi minuti per avere tra le mani un proprio portafoglio dove far confluire la criptomoneta. L’indirizzo del portafoglio può essere paragonato a un codice iban, perché il funzionamento è pressoché lo stesso: quando vogliamo che qualcuno effettui un versamento nel nostro portafoglio non bisogna far altro che comunicare questa stringa alfanumerica. Lo stesso discorso vale quando, invece, si vogliono effettuare dei versamenti. Niente di più semplice fin qui.
Aprendo, però, il conto portafoglio dopo averlo convalidato, ovviamente non si trovano Bitcoin. Se si vuole riempire il portafoglio bisogna comprare moneta.
Per comprare moneta bisogna visitare uno dei tanti siti che funzionano come una borsa valori dove, in cambio di valuta ufficiale vengono rilasciati i Bitcoin.
Ovviamente, questa valuta non ha un valore fisso prestabilito per cui per tot euro si ricevono sempre tot Bitcoin, è una valuta in continuo mutamento, ancora molto volatile e per cui suscettibile di modifiche importanti anche nell’arco di un paio d’ore.
Prima di precipitarsi ad acquistare Bitcoin, quindi, è bene osservare l’andamento per un po’ di tempo, valutandone i picchi massimi e minimi del periodo e, solo dopo un’attenta analisi, procedere nell’acquisto.
Per effettuare queste manovre non c’è che l’imbarazzo della scelta ma esiste anche un sito gestito completamente da operatori italiani, TheRockTrading.com. Il trasferimento di denaro per avere Bitcoin può essere fatto anche attraverso il proprio conto bancario.
Noi italiani, però, ci siamo sempre distinti per ingegnosità e nel nostro Paese le menti brillanti non sono mai mancate. Un ragazzo di appena 22 anni, studente presso l’Università degli Studi di Padova, ha messo a punto un sistema di ricarica del conto innovativo, che è attualmente il metodo più semplice per acquistare Bitcoin. Il sito è BitBoat.net e da la possibilità di ricaricare il proprio portafoglio utilizzando il sistema della PostePay, carta virtuale nota a tutti. E’ sufficiente recarsi presso un ufficio postale o bar tabacchi che effettua operazioni Lottomatica e comunicare la stringa alfanumerica corrispondente al portafoglio per avere, dopo 5 minuti, i Bitcoin.
Essendo una moneta prevalentemente di scambio e soggetta a variazioni importanti in poco tempo, quando ci si accorge che il valore dei Bitcoin ha raggiunto un livello di crescita importante, superando il valore di acquisto, si possono vendere e la valuta ufficiale torna a confluire sul proprio conto bancario.