La dieta “South beach” si basa principalmente sulla riduzione dell’indice glicemico e dunque su una consistente riduzione dei carboidrati che compongono il regime alimentare. In questo modo si può ridurre il peso corporeo e allo stesso tempo diminuire il pericolo di insorgenza di malattie cardiovascolari. Vediamo nello specifico come funziona questa dieta.
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In cosa consiste la dieta South Beach
Il primo periodo della dieta “South beach” può essere paragonato alla dieta Atkins perché è piuttosto duro; in questa prima fase, infatti, bisogna eliminare pane, riso, patate, pasta, zucchero e frutta. E – proprio come la dieta Atkins – anche la South beach prevede delle fasi attraverso le quali è necessario passare per raggiungere il peso forma che ci si è prefissati.
La prima fase, denominata “induzione“, prevede la riduzione al minimo del consumo di carboidrati. Dura almeno due settimane e in questa fase di dovrebbero perdere da quattro a sei chilogrammi. La prima fase può essere protratta di un’ulteriore settimana, ma in genere non è necessario poiché due settimane di regime alimentare tanto restrittivo sono più che sufficienti. Questo periodo serve a modificare i processi metabolici in modo che l’organismo aumenti il consumo di grassi.
La seconda fase coincide con un’ulteriore perdita di peso, ma la dieta prevede una reintroduzione progressiva dei carboidrati complessi, come pasta, cereali integrali e riso, e di alimenti ricchi di fibre. Naturalmente i cibi dovranno essere consumati in quantità moderate, e poco alla volta potranno essere aggiunti anche frutti come ananas e banane e ortaggi come le patate.
La terza e ultima fase è quella del mantenimento: il regime alimentare è più permissivo e sarà quello definitivo, da tenere per il reso della vita. In questa fase dovrebbe risultare non troppo difficile riuscire a mantenere il peso forma, ma se ciò si rivelasse più complicato del previsto, basterà ripetere le tre fasi della dieta dal principio (in particolare se il peso dovesse aumentare in maniera eccessiva).
Diamo un’occhiata, adesso, a come dovrebbe essere un menù quotidiano di questa dieta.
La colazione è di stampo anglosassone, visto che prevede uova strapazzate con un paio di fettine di pancetta, da accompagnare con tè oppure con caffè decaffeinato con l’aggiunta di qualche goccia di latte scremato. Lo spuntino di metà mattina sarà composto da un sedano che andrà farcito con un po’ di formaggio magro. Il pranzo sarà a base di insalata con verdure dalla foglia verde che accompagneranno una fettina di pollo alla griglia, un pezzetto di formaggio magro e un uovo sodo tagliato a pezzi. Due fette di prosciutto crudo caratterizzeranno lo spuntino pomeridiano, mentre la cena sarà composta da un filetto di pesce con cavoli e piselli e condito con olio di oliva.