Senza dubbio la novità più importante contenuta nel Jobs Act consiste nella creazione di un contratto a tempo indeterminato molto diverso rispetto a quello che per molto tempo ha caratterizzato il nostro diritto del lavoro. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
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Cosa cambia con il contratto a tutele crescenti
Questa nuova tipologia di contratto di lavoro, la cui dicitura da un punto di vista strettamente giuridico-legislativo è quella di “contratto a tutele crescenti”, si sostanzia in una forma di contratto a tempo indeterminato applicabile a tutti i neo-assunti e il periodo in cui tale nuova forma contrattuale dovrebbe entrare pienamente in funzione è il Giugno di quest’anno (2015).
Il datore di lavoro, sulla base di quanto previsto dalla normativa di riferimento, ha la facoltà, nei primi 36 mesi dalla firma del contratto di assunzione del dipendente, di porre fine al rapporto di lavoro senza che vi sia la necessità della sussistenza di una giusta causa o di motivazioni relative allo stato della propria attività. L’unico onere che non può eludere è quello del preavviso.
Per quanto riguarda i soggetti a cui è applicabile, la platea è vastissima, visto che può essere fatto sottoscrivere non soltanto a chi ha meno di 30 anni, ma anche a chi ha già una certa esperienza nel mondo del lavoro e sta cercando di ricollocarsi. Il contratto prevede due fasi distinte di applicazione: quella dell’inserimento a cui poi segue quella della stabilizzazione.
La prima fase ha una durata di tre anni e come anticipato il licenziamento può verificarsi in qualsiasi momento. Il datore di lavoro nel caso in cui decida di chiudere il rapporto di lavoro con il dipendente assunto con questa tipologia contrattuale, dovrà comunque corrispondergli un indennizzo economico. Allo scadere dei tre anni si entra nella seconda fase, che si caratterizza per il fatto che da questo momento è applicabile la disciplina del reintegro nel caso in cui vi sia un licenziamento. Va specificato tuttavia che l’estensione della disciplina del reintegro a quelli aventi matrice economica vale solo per chi lavora in un’azienda con almeno 16 dipendenti.
Il vantaggio per l’azienda nell’utilizzare il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in cosa consiste? Principalmente nel fatto che utilizzando tale tipologia contrattuale si ha diritto a sgravi fiscali, i quali però verranno richiesti indietro dallo Stato nel caso in cui, entro 36 mesi dall’assunzione, il lavoratore si veda licenziato.
Per il lavoratore, invece, il vantaggio principale sta nel fatto che con questa nuova tipologia contrattuale vengono mandate in pensioni diverse forme contrattuali, quali ad esempio il co.co.pro e che tutti i lavoratori godranno di eguali diritti, come ad esempio per quanto concerne maternità e malattia.
Infine, va ricordato come anche durante i primi 36 mesi il licenziamento non potrà avere alla base intenti discriminatori: in questa eventualità sarà ancora applicabile l’articolo 18 con conseguente reintegro del lavoratore.