In un momento di crisi occupazionale, nell’universo sanitario una delle figure professionali più ambite e ricercate è senza dubbio quella del fisioterapista. Ecco, per chi ci sta pensando, il percorso formativo necessario.
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Come diventare fisioterapista
Per operare come fisioterapista occorre aver conseguito la relativa laurea, per una facoltà in cui l’accesso, essendo un corso di studi a numero chiuso (viene contingentato a livello nazionale il numero di nuovi iscritti ad anno accademico), è subordinato al superamento di un test d’accesso che richiede di padroneggiare una specifica preparazione preliminare.
Si tratta di un corso di studi, organizzato in seno alla facoltà di Medicina e chirurgia, articolato in 3 anni e che prevede l’acquisizione di 180 crediti formativi, per un numero di esami da sostenere che varia da ateneo ad ateneo.
Inoltre per laurearsi occorre anche sostenere un tirocinio formativo di circa 1.300 ore, nel quale si presterà servizio all’interno di strutture ospedaliere o extra-ospedaliere e che è finalizzato al consolidamento del bagaglio professionale dei laureandi in modo che acquisiscano le competenze per operare in piena autonomia relativamente ai diversi programmi di riabilitazione.
Una volta ultimato il percorso di studi e presa la laurea, si è automaticamente accreditati alla professione, poichè la prova finale prevista riveste anche valore di esame di stato propedeutico all’esercizio lavorativo.
Una volta abilitati alla professione si potrà operare in diversi ambiti: sia all’interno di ospedale, che in seno ad un proprio studio, ma anche in asl, centri di riabilitazione, palestre, squadre sportive, ecc..
Compito del fisioterapista quello di occuparsi di pazienti che lamentano problematiche di natura motoria, psicomotoria e neurologica attraverso specifici programmi focalizzati alla prevenzione, riabilitazione e cura di un’ampia gamma di patologie.