Una caratteristica che accomuna i cuccioli, di qualsiasi specie animale essi siano, risulta essere quella della grande voglia di conoscere e scoprire il mondo circostante.
Come educare un gatto
Se è vero che la curiosità è qualcosa di molto positivo, è altrettanto vero che questa può risultare portatrice di pericoli. Questo è il motivo per cui i genitori prestano molta attenzione ai propri piccoli, cercando di trovare il “giusto compromesso” tra la voglia di avventura dei propri piccoli e la necessità di garantirne l’incolumità.
La curiosità, la voglia di scoprire, può portare ad uno “stato di iperattività”.
Questo stato ha una precisa definizione. Sinteticamente la si può definire come un’ attività rientrante in quelle motorie che si caratterizza per il fatto di essere “disordinata” e per il fatto di causare una forte stanchezza nel soggetto e una minore facilità per quel che riguarda la capacità di apprendimento.
Come gestire un gatto incontenibile
Tra le specie animali in cui più di ogni altra si manifesta questa iperattività vi è il gatto. Quando vive in questo stato di iperattivismo, passa tutto il proprio tempo a giocare e a tenere in bocca qualsiasi oggetto e fa vero e proprio “free climbing” su qualsiasi cosa: mobili, tende, tappeti, stipiti…
Inoltre reagisce con veemenza ai tentativi dei padroni di tenerlo in braccio e gioca con estrema aggressività. Ebbene, questa iperattività è una condizione da non prendere sottogamba.
Risulta quindi un gravissimo errore pensare che tutto passi con il tempo e con l’ingresso del gatto nell’età più matura. E intervenire celermente è fondamentale, perchè già superati i 4 mesi di vita risulta complicato intervenire su queste situazioni.
Ma quali sono le cause dell’iperattività? Solitamente tale condizione è da far risalire alla rottura troppo precoce del legame con la madre o, sempre riferendosi a quest’ultima, il suo non essere in grado di fargli apprendere le basi della vita “sociale”. L’ultima ragione è da ricondurre ad un padrone non capace di finire il lavoro iniziato dalla madre del piccolo, non riuscendo a educarlo adeguatamente.

Cosa fare nel caso in cui ci si ritrovi con un micio affetto da questo problema?
Prima di tutto bisogna essere capaci di comprendere quando si ha di fronte un gatto in questo particolare stato. La cosa migliore da fare per capire se un gattino è affetto da questo problema consiste in quello che è definito come “test di reattività”.
Questo test in cosa consiste? Molto semplicemente nel prenderlo per la collottola. Se il micio rimane tranquillo vuol dire che non è affetto da reattività. Se invece reagisce in modo aggressivo bisognerà intervenire.