Come si annaffiano le piante? Quanta acqua utilizzare? Quando bagnarle nel corso della giornata? Rappresentano tutte domande inevitabili per chi tiene davvero alla salute dei propri vasi.
Ovviamente la risposta migliore dovrebbe essere contestualizzata al tipo di specie che ci troviamo davanti. Ogni pianta, infatti, ha le proprie peculiarità e necessita di un’annaffiatura differente.
Ciononostante esistono delle regole generali, delle buone pratiche che, al di là della tipologia, possono esserci d’aiuto nella cura dei nostri vegetali, così importanti ai fini della purificazione dei nostri ambienti domestici. (vuoi sapere quali piante sono utili per depurare l’aria di casa, ecco il decalogo raccomandato).
Vediamo allora quali sono le più banali, ma utili, raccomandazioni, su come annaffiare le nostre piante.
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Come si annaffiano le piante
Annaffiare le piante è un’arte, bisogna saper dosare la giusta quantità d’acqua. Troppa acqua può farle marcire mentre poca può farle seccare.
Ed è evidente come non sia sensato ne consigliabile seguire regole generali che indicano, ad esempio, un litro o mezzo litro a settimana oppure ogni tre o quattro giorni.
Per le piante d’appartamento il loro bisogno di acqua, infatti, varia in base alla dimensione e al tipo.
Uno degli indicatori di cui servirsi, una delle cose da fare è tenere sotto controllo il terriccio che deve essere necessariamente sempre umido.
Se la parte superficiale della terra è secca, vedremo che inizierà a perdere la sua compattezza e si staccherà dalle pareti del vaso, indice questo di sofferenza.
Anche osservare il colore del vaso, sempre che non sia di plastica, ma di terracotta, aiuta a capire se la nostra pianta ha sete.
Se la superficie del vaso è scura, non c’è bisogno di innaffiare.
Questo discorso è valido specialmente se siamo nella stagione fredda, quando le piante hanno meno bisogno di acqua e crescono più lentamente perché ricevono meno luce e rischiano quindi di marcire se non riescono ad assorbire tutta l’acqua.
In estate il discorso si inverte. Con il caldo le piante, così come le persone, hanno più sete perché “sudano”, cioè perde acqua a causa della temperatura.
Per capire lo stato di salute si possono anche toccare le foglie con le mani. Se proviamo una sensazione di freschezza ciò significa che la pianta sta bene. Se invece le foglie sono calde, è un chiaro segnale di come la pianta soffra di disidratazione e abbia bisogno di essere innaffiata.
Occorre quindi osservarle spesso e notare se danno segni di sofferenza. Anche un solo sguardo ci fa capire se ci sono problemi.
Se vediamo qualche rametto o foglia un poco flosci, c’è bisogno di acqua.
Ma attenzione: se la nostra pianta è un’ortensia questo suo “abbassarsi” è solo uno stratagemma escogitato dalla pianta stessa per difendersi dal caldo, perciò non ha bisogno di acqua, anzi, annaffiarla con acqua fresca potrebbe solo finire per danneggiarli.
Quando vanno bagnate le piante
Oltre a come si annaffiano le piante, non meno importante è il quando…
Non meno attenzione, infatti, va posta al momento della giornata in cui è più utile procedere a rifocillare le nostre fedeli compagne verdi.
Gli esperti ci consigliano di procedere all’annaffiatura sempre al mattino presto o la sera tardi.
Così facendo, infatti, daremo loro acqua, quando il clima è fresco e soprattutto in un momento in cui l’acqua evapora più lentamente. Cosa che non avverrebbe, di contro, bagnandole nelle ore centrali del giorno, quando si registra una veloce evaporazione che causerebbe una rapida perdita dell’umidità disponibile.
Inoltre, mai bagnare le piante nei momenti più caldi della giornata, perché mettereste a dura prova la resistenza delle radici a causa del forte shock termico a cui sarebbero esposte!
Annaffiare le piante: attenti ai sottovasi
A volte le piante d’appartamento sono inserite, per nascondere il vaso, nei così detti cache pot, vasi decorativi ma senza foro di drenaggio sul fondo, con il rischio che troppe innaffiature facciano sì che l’acqua in eccesso ristagni sul fondo, tra i due contenitori, provocando sofferenza alla pianta.
Spesso si sente un odore non troppo gradevole dovuto alle radici che iniziano a marcire e che è indice del problema.
In questo caso conviene estrarre il vaso principale e tenere la pianta all’aria fino a che il terriccio non si è asciugato.
Se le foglie iniziano a marcire vuol dire che la pianta è stata innaffiata troppo e per salvarla non resta altro da fare che trapiantarla in un vaso con terriccio fresco misto a sabbia, che aiuta non poco il drenaggio.
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