Le addizionali comunali sono state introdotte, insieme a quelle regionali, dal D.Lgs del 28 settembre 1998 n. 360. In pratica si tratta di un tributo finalizzato alla progressiva autonomia finanziaria degli enti comunali e quindi è destinato a loro.
In seguito l’addizionale comunale è stata modificata con la Legge 133/99 (art. 12), la Legge n. 488/99 (art. 6 – comma 2) e la Legge n. 342/2000 (art. 28) nell’ambito dell’avvio del decentramento fiscale.
Scopri un esempio del calcolo per l’addizionale comunale.
Addizionale Comunale cos’è
L’addizionale comunale è un’imposta addizionale all’IRPEF che segue i criteri normali ai quali sono sottoposte tutte le imposte sul reddito delle persone fisiche, e come queste devono essere versate ad una scadenza precisa. Si tratta di tributi che vengono destinati al Comune ma la riscossione spetta all’amministrazione finanziaria e quindi allo Stato e viene fatta insieme a tutto il gettito IRPEF. Per cui la sua ridistribuzione ai singoli Comuni avviene in un secondo tempo.
Sono inoltre gli stessi Comuni che deliberano quale debba essere l’aliquota da applicare per l’anno successivo e la pubblicano sulla Gazzetta Ufficiale.
L’addizionale comunale infatti si articola in due aliquote, una di compartecipazione dell’addizionale Irpef ed una, variabile, che appunto, come dicevamo, è stabilita a discrezione del Comune stesso.
Come l’IRPEF è una imposta che dipende dal possesso di determinati requisiti rientranti in categorie stabilite dalla legge e pertanto si tratta si un’imposta personale, perché grava sul reddito della persona fisica. Per di più essa è un’imposta diretta perché colpisce esplicitamente la capacità contributiva della persona fisica e la sua ricchezza.
Ed è per questo che si calcola sul reddito prodotto nell’anno solare dalla persona che risiede in un determinato territorio comunale, mentre ne sono esclusi gli enti e le società.
Attraverso il proprio domicilio fiscale si capisce il Comune di appartenenza al quale versare il tributo.
L’addizionale infatti è dovuta al quel Comune nel quale il contribuente ha il domicilio fiscale alla data del 31 dicembre dell’anno in questione, ovvero a quello a cui si riferisce l’addizionale stessa. Quindi si calcola sul reddito imponibile dichiarato nell’Irpef, cioè quello complessivo dal quale vanno detratti, se non sono deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formarlo, alcuni oneri sostenuti dal contribuente ed individuati dall’art. 10 del D.P.R. n. 917 del 22 dicembre del 1986, come ad esempio i canoni gravanti sui redditi degli immobili, le spese mediche e di assistenza ed altri ancora.
Questa pertanto va calcolata sui redditi di lavoro dipendente e a quelli assimilati. In pratica si tratta della somma dei redditi posseduti in quell’anno e sui quali è stata calcolata l’Irpef sia tramite il proprio datore di lavoro con il modello Cud, sia nella auto-dichiarazione dei redditi.
L’addizionale va inoltre versata con le modalità stabilite con il decreto del 20 dicembre 1999 del Ministero delle Finanze. Si potrà fare il pagamento presso la banca o gli uffici postali attraverso il modello F24 facendo attenzione ad inserire l’apposito codice tributo.