Trasformare una pianta in un bonsai è un’arte che richiede pazienza e applicazione, la miniaturizzazione di una pianta la si raggiunge giorno dopo giorno solo con la cura costante e attenta dell’impianto, facendo tesoro degli errori e dei fallimenti passati.
Non si può trasformare un pino di 10 metri in un bonsai, ma si può mantenere un pino in miniatura,è corretto pertanto parlare di mantenimento della pianta a dimensioni di bonsai e non di trasformazione di una pianta adulta in una in miniatura.
Il neofita può incominciare con una piantina appena germogliata e procedere poi al contenimento della crescita dei rami e delle radici attraverso una sistematica e attenta potatura.
La regola fondamentale da seguire è quella di bloccare lo sviluppo, intervenendo con la cimatura ad ogni nuova crescita, per raggiungere questo scopo si devono fasciare i rami con della raffia e procedere alla messa in dimora della pianta in poca terra in modo da non favorire lo sviluppo delle radici.
Per ottenere la torsione del tronco, la tecnica più utilizzata è quella di impiegare dei fili metallici per tendere la pianta in modo da raggiungere la forma desiderata, i bonsaisti ottengono così una forma simile a quella dell’albero esposto in natura ai venti.
Un altro aspetto a cui prestare attenzione riguarda l’apporto idrico che deve essere limitato nel tempo, ma che nello stesso tempo non va sospeso del tutto per evitare che la pianta si indebolisca.
E’ comunque buona regola evitare che il terreno rimanga umido per non favorire lo sviluppo di patologie fungine; si consiglia pertanto di fare ricorso a soluzioni fungicide solo se necessario; nella tradizione giapponese infatti i bonsaisti prestavano particolare cura nell’eliminazione di tutti i fattori predisponenti che avrebbero potuto causare delle patologie, bisogna ammettere che il ricorso a prodotti chimici, è una pratica moderna disinvolta estranea ai bonsaisti puristi seguaci della tradizione giapponese.
Esperienze personali: A chi si vuole dedicare all’arte del bonsai consiglio di iniziare con una bonsai già formato prima di passare alla cura dell’impianto cimentandosi in torsioni e fasciature.
Questo può essere il modo migliore per avere il giusto approccio verso una coltivazione che richiede una cura metodica e del tempo da dedicare.
Acquistare un bonsai abitua il neofita a capire i bisogni di un alberello che necessita di cure costanti per consevarlo in salute.
Ho iniziato con la cura di un bonsai, poi dopo diversi tentativi non andati a buon fine, sono passato a specie che hanno foglie piccole e che presentano meno difficoltà.
Per chi è alle prime armi consiglio di evitare l’acquisto di specie che non tollerano le potature eccessive.
Una pianta con la quale sto ottenendo dei risultati soddisfacenti è la gardenia, è una pianta che regge bene le potature e sulla quale si possono effettuare delle successive correzioni in quanto la produzione di nuove foglie sui rametti è copiosa e continua.
Prezzo: Si consiglia di iniziare con una piantina di una specie autoctona che cresce all’aperto come l’alloro che si può riprodurre per talea, in questo caso il costo è pari a zero.
Svantaggi: La cura di un bonsai richiede tempo da dedicare.
Vantaggi: Costi contenuti, dedicandosi all’arte del bonsai si ottengono anche dei benefici per la psiche.