Contrariamente a quanto si possa pensare, circa il cinque per cento della popolazione mondiale è vittima delle proprie fobie. Paure incontrollabili, tanto quanto irragionevoli, che per alcune tipologie interessano quasi esclusivamente il sesso femminile, per altre entrambi i sessi. E non c’è distinzione sociale, né culturale che tenga, perché chiunque può esserne vittima, anche all’improvviso, da un giorno all’altro, da adulti.
Come convivere con tali problematiche nella vita di ogni giorno? Purtroppo non esiste un sistema risolutivo, nel senso che non c’è uno schema al quale rifarsi per ogni fobia. Anche perché queste vanno dalla più comune fobia dei ragni o dei topi alla fobia di uscire di casa. Se le prime possono essere circoscritte alle uscite in città, nei centri abitati e non in campagna, dove è raro incontrare dei topolini che attraversano la strada, ci sono altre fobie che impediscono di relazionarsi nella vita di ogni giorno. In ogni caso, tuttavia, bisogna capire quanto il soggetto sia sensibile al disturbo, e in che misura sia capace di affrontarlo da solo.
Spesso le fobie nascono da paure ancestrali in cui un’esperienza negativa vissuta da bambini viene amplificata in una realtà completamente diversa. La paura verso i cani può essere giustificata dal fatto che un cagnolino ci ha morso quando eravamo piccoli. La paura dei serpenti può essere ricollegata alla famosa mela di Adamo ed Eva, di cui abbiamo introiettato il ricordo, rendendolo inconsapevolmente nostro. Ma non è detto che sia sempre così semplice dare una spiegazione psicologica a comportamenti di cui non conosciamo effettivamente la genesi, né la natura.
E, purtroppo, un conto è avere paura dei ragni, un conto è avere paura di uscire di casa. Ci sono casi talmente gravi in cui l’intensità della fobia costringe le persone a cambiare completamente il proprio stile di vita, abitudini, a lasciare il proprio lavoro, perché soggiogati da questo stato d’animo di angoscia e di terrore, che sconfina nelle ossessioni e negli attacchi di panico. Nei casi comuni si fa riferimento ad una terapia psicologica, che può essere più o meno breve in base al disturbo che si ha, e a quanto questo incide sulla propria vita. Ci sono casi in cui si ricorre all’ipnosi. Ma esistono anche casi più gravi, nei quali si è costretti a ricorrere ad una terapia farmacologica.
Sempre, però, uno dei sistemi per vincere le proprie fobie, consiste nel fatto di affrontarle. Dunque, intanto, di ammetterle. È controproducente dire che non si ha paura di questo o di quell’altro se il nostro comportamento dimostra il contrario. Esiste un comportamento verbale ed uno non verbale e spesso il secondo contrasta in maniera evidente con il primo, anche se sono gli altri a notarlo.
Piuttosto, dovremmo chiederci cosa ci spinge a non ammettere di avere delle fobie. Perché ci vergogniamo di dire che qualcosa ci fa paura o ci crea uno stato di panico inimmaginabile. Se non tutti soffrono di fobie allo stesso modo, è pur vero che una persona che riteniamo amica sia sensibile ad ascoltarci, anche se quella fobia non può capirla, perché non la vive in prima persona. Parlandone, però, si può trovare insieme una soluzione per affrontarla, magari con il sostegno di un terapeuta specializzato in materia.
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