Se ti stai domandando, reduce da qualche immersione nella letteratura medievale, come si scrive un sonetto, in questa guida potrai farti un’idea, almeno a grandi linee, relativamente alle regole che ne governano la realizzazione.
D’altronde nonostante la poesia possieda molte forme, poche sono così amate e rispettate quanto il sonetto. Questo antico tipo di componimento ha attraversato secoli, evolvendosi e adattandosi alle mutevoli culture e lingue. Ma cosa lo rende così speciale?
Nelle prossime righe, vi guideremo attraverso l’arte di scrivere un sonetto, analizzando le sue origini, i suoi più grandi esponenti e offrendovi consigli pratici per cimentarvi in questa forma d’arte.
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Origine e massimi autori del Sonetto
Il sonetto ha le sue radici nell’Italia del Duecento, in particolare con il poeta siciliano Giacomo da Lentini. Questa forma di poesia, composta da 14 versi, presto divenne popolare in tutta Europa, adattandosi, specialmente tra il Rinascimento e il Barocco, alle varie lingue e culture. Origine nostrana, come testimoniano, del resto, due dei maggiori esponenti della composizione in sonetti.
Non il più noto in assoluto, ma certamente il maggiore compositore di sonetti, Francesco Petrarca, con il suo “Canzoniere” (Rerum vulgarium fragmenta), raccolta di poesie, prevalentemente sonetti, dedicati all’amore per Laura, una donna idealizzata che ha ispirato gran parte della sua produzione poetica. Seppure universalmente conosciuto per la “Divina Commedia”, lo stesso Dante, produsse splendidi sonetti, gran parte dei quali contenuti nella sua “Vita Nova”, una raccolta in cui narra la sua storia d’amore con Beatrice.
A livello planetario, però, probabilmente la parola sonetti evoca immediatamente l’irraggiungibile figura di Shakespeare. I suoi “Sonetti, sono sono una raccolta di 154 sonetti che esplorano temi come l’amore, la bellezza, la politica, la mortalità e la natura umana.
A testimonianza, però, della diffusioneplanetaria di questo tipo di componimento, i grandi autori che un po’ tutte le Nazioni hanno avuto: se in Francia si segnala la poetica di Du Bellay, noto per la sua raccolta “Les Antiquités de Rome”, una serie di sonetti che riflettono sul declino dell’Impero Romano, la vicina Spagna annovera Garcilaso, tra i maggiori poeti spagnoli del Rinascimento, a cui va il merito di aver portato il sonetto petrarchesco nella letteratura spagnola. Uno dei suoi sonetti più famosi è “En tanto que de rosa y azucena“. Ancora più noto il colosso inglese, John Milton, autore di grandi capolavori, tra cui “On His Blindness”, in cui riflette sulla sua perdita della vista. Non manca neppure l’America, dove nel XX secolo il sonetto ritrova antiche fortune, grazie alla penna ispirata di Edna St. Vincent Millay, con opere come “I, Being born a Woman and Distressed” e “What Lips My Lips Have Kissed”
Come scrivere un sonetto
Naturalmente, il primo passo da seguire consiste nel scegliere il tema del componimento, il nucleo dal quale partire. Possiamo iniziare raccogliendo sul diario, su un foglio o dove capita tutti i pensieri che ci vengono in mente, progressivamente, così come escono, anche se non sono espressi necessariamente in un linguaggio impeccabile: .immagini evocative, riflessi, sentenze, frasi a effetto, tutto ciò che ci capita di pensare.
È importante ricordare che, come sempre, la fretta non porta a niente di buono: soprattutto se siamo all’inizio, non aspettiamoci di realizzare non speriamo di scriver un sonetto in mezz’ora. Quest’azione del raccogliere pensieri su un foglio, questa lenta elaborazione deve durare almeno qualche giorno, così che il nostro stato d’animo sia in movimento e abbia logicamente incontrato situazioni diverse, che abbiano cambiato la sua predisposizione.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che la poesia è allo stesso tempo arte e formalità, istinto e rigoroso rispetto di determinate regole. Ciò significa che prima di iniziare la stesura vera e propria, seppure in maniera non perfetta, dobbiamo avere almeno un abbozzo di quello che vogliamo partorire, una direzione da assumere. le idee chiare, per evitare di distruggere continuamente quello che abbiamo appena scritto perché non siamo soddisfatti. Una volta condensato sulla carta una serie di emozioni, riflessioni, pensieri che, per quanto imperfetti, riescano a scuoterci, a trasmetterci emozioni, sarà la volta di organizzarli in una struttura.
Come sappiamo, il sonetto si compone di due quartine iniziali e due terzine, per un totale di quattordici versi. In genere è ben far sì che ogni singola strofa abbia un carattere fatto e finito, e che si concluda all’interno. Ciò detto, possiamo iniziare a pianificare come organizzare i pensieri che abbiamo scelto, tra tutti quelli che abbiamo annotato e sui quali abbiamo meditato. Per esempio, se abbiamo in mente di scrivere un sonetto dedicato a una persona, potremo usare le prime due quartine per descriverla, e le due terzine conclusive per esprimere le nostre emozioni.
In generale, comunque, l’importante è che il tutto sia sempre regolato da una certa struttura simmetrica. Nulla di disordinato, no a frasi messe a caso. Nel testo, come imparerete, poi facendo pratica, simmetria e una musicalità nelle parole devono sempre attraversare il testo. La poesia è rigoroso rispetto dell’ordine, razionalità, innanzitutto.
Un aspetto cui è necessario prestare molta attenzione riguarda, come ormai avviene per qualsiasi opera, l’incipit del sonetto. Chiaramente la frase iniziale deve catturare l’attenzione del lettore, deve essere a effetto. Che sia traboccante di amore, pervasa da odio, allusiva o misteriosa, l’importante è che sappia destare chi legge dal suo torpore. Ma stiamo in guardia, ed evitiamo il pericolo opposto, e cioè quello di cercare una frase eccessivamente vistosa, solo per il gusto di attirare chi ci legge. Usiamo, se possibile, una frase di due o tre parole, comunque corta. Messa a punto la frase iniziale, resta da organizzare il ritmo della poesia, la sua musicalità, la sua struttura sonora.
Anche in questo caso la parola d’ordine è coerenza, nel senso che dobbiamo decidere se puntare sulla melodia, sulla disarticolazione o sulla brevità. Da ciò dipenderà la scelta di periodi complessi o semplici, lunghi o corti, paratattici oppure no. Attenzione, inoltre, a non concludere ogni verso con un enjambement, vale a dire con il salto al verso successivo, perché c’è il rischio che il nostro sonetto si trasformi in un’opera di prosa. Concludiamo segnalando che una volta terminata la scrittura del sonetto, sarà buona cosa rileggerlo più volte, anche ad alta voce, per verificarne la musicalità. Attenzione, infine, pur sottolineandone l’importanza e la necessità di utilizzarle, a non abusare di metafore e figure retoriche in generale.
Come si scrive un sonetto
Scrivere un sonetto richiede una buona conoscenza della struttura, della metrica e dell’abilità di condensare pensieri complessi in un formato breve e preciso. Ecco alcuni consigli e suggerimenti per scrivere un sonetto:
1. Conoscere la Struttura
Un sonetto è composto da 14 versi. Esistono diverse varianti di sonetti, ma le due più comuni sono il sonetto italiano (o petrarchesco) e il sonetto shakespeariano (o inglese).
- Sonetto Italiano/Petrarchesco: È diviso in un’ottava (otto versi) che solitamente presenta un problema o un’idea, e una sestina (sei versi) che offre una risoluzione o una riflessione sull’ottava. Lo schema di rima è abbaabba cdecde (o cdcdcd).
- Sonetto Shakespeariano/Inglese: È composto da tre quartine e una coppia finale. Lo schema di rima è abab cdcd efef gg. La coppia finale spesso offre una sorta di conclusione o riflessione sorprendente sul resto del poema.
2. Attenzione alla Metrica
La metrica più comune per i sonetti è il pentametro giambico, che significa che ogni verso ha dieci sillabe (o cinque accenti metrici) disposte in un ritmo giambico (alternando una sillaba breve e una lunga).
3. Scegliere un Tema
Molti sonetti tradizionali esplorano temi come l’amore, la natura, la bellezza, la mortalità o la religione. Tuttavia, non esistono limiti ai temi che puoi trattare in un sonetto. L’importante è che il tema scelto possa essere sviluppato e riflettuto in 14 versi.
4. Lavorare con le Rime
Le rime possono essere sfidanti, ma sono essenziali per la forma del sonetto. È utile avere un buon vocabolario o utilizzare un dizionario di rime per trovare parole che si adattino alla tua poesia.
5. Rivedere e Rifinire
Scrivere un buon sonetto può richiedere diverse bozze. Una volta scritto, leggi il tuo sonetto ad alta voce per assicurarti che fluisca bene. Rivedi la metrica, lo schema di rima e l’uso della lingua.
6. Fai un Uso Efficace delle Figure Retoriche
Metafore, similitudini e altri dispositivi retorici possono arricchire il sonetto, rendendolo più evocativo e memorabile.
7. Sii Sincero
Nonostante la forma rigorosa, un sonetto dovrebbe essere una sincera espressione dei tuoi pensieri e sentimenti. Evita di forzare parole o idee solo per adattarle alla struttura.
Il sonetto, pur essendo una forma poetica antica, offre infinite possibilità di espressione. Con pratica e pazienza, puoi padroneggiare l’arte del sonetto e utilizzare questa forma per esplorare e trattare una vasta gamma di temi e idee.