I buoni pasto sono dei titoli sostituitivi del servizio mensa e vengono forniti ai lavoratori dalle aziende e dagli enti pubblici.
Le aziende o gli enti pubblici che non hanno la mensa interna o che decidono comunque di dare i buoni pasto, anche conosciuti come ticket ai dipendenti, li acquistano dalle aziende produttrici, che in Italia sono molte; possiamo citarne alcune: Edenred Srl, che detiene la fetta maggiore del mercato dei buoni pasto, Day, EP, Ristomat, Qui Ticket, Buonchef, Sodexo.
Il buono pasto ha lo stesso valore del denaro contante e può essere utilizzato, per l’importo indicato sul titolo stesso ed entro la scadenza, che solitamente è il 31 dicembre dell’anno di emissione, presso tutti i locali convenzionati con le società che emettono i buoni pasto, scelti tra ristoranti, bar, pizzerie take-away, tavole calde, self service, supermercati, per l’acquisto di prodotti esclusivamente gastronomici. Sono personali, pertanto non possono essere ceduti né venduti, non possono essere cumulati, ma vanno utilizzati uno al giorno e devono essere utilizzati per intero, perché il ristoratore non deve restituire denaro contante. Il buono pasto si presenta in forma cartacea, quella più diffusa, o come card, dotata di un microchip.
L’utilizzo del buono pasto consente un notevole risparmio economico sia per il lavoratore che per il datore di lavoro.
Per quanto riguarda il datore, l’acquisto del buono pasto gli garantisce notevoli sgravi fiscali: essendo un servizio sostitutivo della mensa, il ticket non comporta nessun onere, di natura fiscale o previdenziale, per i ticket di importo fino a 5,29 euro, il costo del servizio è totalmente deducibile ed è possibile anche detrarre l’Iva, che è del 4%. Inoltre, il datore non ha costi per la gestione di una struttura, interna o anche esterna, dove fornire il servizio mensa e ha una notevole semplificazione da un punto di vista amministrativo, perché ha il rapporto con un unico fornitore.
Per quanto riguarda il lavoratore, innanzitutto come il datore non ha nessun onere fiscale o previdenziale per il buono pasto dell’importo fino a 5,29 euro, inoltre ha la certezza che l’importo del ticket corrisponde al suo valore reale e l’opportunità di poter staccare durante la pausa e pranzare presso locali dove probabilmente non si sarebbe recato senza il ticket.
Inoltre, per avere ancora un ulteriore risparmio, il lavoratore potrebbe decidere di fare ogni tanto un pranzo a sacco e utilizzare il ticket per fare la spesa di prodotti di gastronomia presso un supermercato, risparmiando sul denaro contante che dovrebbe sottrarre alla busta paga!