Durante il periodo lavorativo, da dipendente, il proprio datore di lavoro è obbligato, per legge (Decreto Legge 463/1983 – convertito nella legge 11 Novembre 1983, n. 638, art. 2, commi 1 e 1 bis), a versare i contributi INPS.
A volte, purtroppo, può capitare che questa situazione non si verifichi e, dunque, il lavoratore dovrebbe controllare il proprio stato previdenziale contributivo, visitando il sito stesso dell’INPS oppure rivolgendosi ad un Sindacato oppure ad un Ente predisposto.
Ma veniamo alla parte più importante: come deve muoversi un lavoratore che si accorge di un mancato versamento di contributo da parte del datore di lavoro?
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Mancato Versamento Contributi Inps
Cosa accade in caso di mancato versamento dei contribuiti INPS alla data ultima? Per prima cosa, è fondamentale mantenere la calma. Infatti, l‘INPS mette a disposizione dei cittadini lavoratori dei servizi ad hoc, che permettono di effettuare una segnalazione per denunciare l’accaduto.
Le modalità per segnalare l’assenza di contributi previsti sono due: la segnalazione on line, tramite il sito dell’INPS (cliccando sull’apposita voce Segnalazioni Contributive) e specificando se si tratti di gestione separata o lavoro dipendente.
Il secondo modo è dato dal numero verde dell’INPS (803.164), dove saranno gli operatori ad aprire la pratica e ad inviare copia della segnalazione al domicilio del lavoratore stesso.
Segnalazione per mancato versamento Contributi INPS
Per procedere con la segnalazione, comunque, in entrambi i casi, è fondamentale avere a portata di mano i seguenti documenti: le buste paga, i contratti di lavoro, i CUD relativi al periodo d’interesse.
Un’ulteriore fattore da ricordare è che la denuncia può essere presentata entro cinque anni, affinché non cada in prescrizione. Il termine di cinque anni va calcolato dalla scadenza del versamento dei contributi richiesti. Dunque, se si procede alla segnalazione nei tempi prestabiliti, si potrà ottenere un allungamento dei termini di prescrizione, i quali passano da cinque a dieci anni, come stabilito ai sensi dell’art. 3, comma 9, lettera a), ultimo periodo della legge 335/1995.
L’atto di denuncia deve essere attuato dal lavoratore stesso o, in caso di morte di quest’ultimo, dai suoi eredi, si possa ottenere l’allungamento a dieci anni dei termini di prescrizione. Dunque, in tutti gli altri casi in cui la segnalazione non venga fatta dal diretto interessato o dagli eredi diretti, i verbali non avranno alcun valore legale.
Infine, per quanto concerne l’atto interruttivo che l’INPS invierà al datore di lavoro, questo deve rispettare alcuni contenuti e punti fondamentali, affinché la denuncia venga considerata valida a tutti gli effetti. Ossia, bisogna indicare chiaramente: 1) l’importo dei contributi che non risultano versati; 2) il periodo a cui si fa riferimento; 3) le generalità del lavoratore che sporge denuncia; 4) la sanzione applicabile; 5)gli estremi della denuncia (data di invio della segnalazione da parte del lavoratore all’INPS).